L’angolo del raw black metal: APHELIUM AETERNUM, NIDAFJÄLLEN, YSBRYDNOS
Ancora una schiusa di nuove larve infestanti il profondo underground raw black metal. Per cominciare segnalo i tedeschi APHELIUM AETERNUM, che in agosto hanno pubblicato la demo Nocturnal Ascension, patrocinata dalla Narbentage Produktionen, piccolissima etichetta ultraelitaria che pubblica prevalentemente raw black metal sconosciuto ai più in cassetta a limitazione irrisoria (di quest’album ne esistono 66, teoricamente perché una cassetta la puoi doppiare all’infinito e non ci vuole niente ad andare in una tipografia a farsi stampare un centinaio di J-Card).
La demo contiene quattro brani, aperti da una lunga intro ambient iperspaziale che precede la title track in cui la band si scatena e lancia il suo black grezzo ma melodico a velocità da cometa distruttrice di mondi. Nella scaletta vengono indicati come due pezzi distinti, ma sulla cassetta non v’è soluzione di continuità. Le tematiche proposte sono quelle tipiche del cosmic black metal e anche le sonorità ne risentono positivamente, grazie alle tastiere e agli arrangiamenti che fanno sembrare come se i riff provengano dalle più oscure ed ignote profondità del Cosmo. La demo deve aver solleticato i tipi della Dominance of Darkness (etichetta underground sempre tedesca, un po’ meno terra-terra della Narbentage), i quali hanno messo sotto contratto la band al volo producendogli il CD d’esordio Dark Interstellar Mysteries, nel quale sono inclusi tutti i pezzi presenti in Nocturnal Ascension (alcuni in versione differente, per esempio all’omonima manca la succitata intro ambient). I tre brani veri e propri – perché Abyssal è un breve interludio di sole tastiere – sono tutti interessanti, ben costruiti e ben suonati, e di questi tedeschi probabilmente sentiremo parlare ancora in termini onorevoli. Quando mi arriverà il CD del full due righe le scriverò di certo.
Passiamo ora ai marcissimi svedesi NIDAFJÄLLEN, anche loro esordienti con una lunga opera intitolata Evig Stillhet. Uscita solo in cassetta per Narbentage, su Metal Archives viene classificata come demo anche se a conti fatti dura quasi 40 minuti, visto che tutti i 4 brani presenti sono lunghissimi; l’unico che – di poco – non arriva ai nove minuti è Bortom De Djupa Skogarna (tra l’altro anche l’unico che contenga una parte più meditata arpeggio/tastiera più lunga di qualche istante), tutti gli altri vanno parecchio oltre.
Suonano raw black metal classico primissimi anni ’90, con pochi riff composti da poche note ripetuti in modo ossessivo e scaraventati in faccia al malcapitato ascoltatore a velocità assassina. Ricordano parecchio l’impostazione compositiva dei Niden Division 187 o degli Zyklon-B, solo che i loro brani sono molto più lunghi rispetto ai loro illustrissimi punti di riferimento del passato. Sono piacevoli gli arrangiamenti di tastiera che ogni tanto fanno capolino variando lievemente le atmosfere e alleggerendo un minimo quello che in definitiva è un puro massacro sonoro, un macello, una strage. Nei rari, rarissimi rallentamenti vanno ad omaggiare il caro Conte Grishnackh, ma sono proprio sporadici: Evig Stillhet è uno dei dischi più violenti che mi sia capitato di ascoltare quest’anno in ambito raw black metal ed è un gradito ritorno a un passato remoto nel quale chi suonava questo tipo di musica lo faceva con l’attitudine del mastino assetato di sangue. Poi è venuto il grande successo di pubblico e quell’attitudine un po’ si è persa; mai del tutto estinta tuttavia, e oggi sono di nuovo in molti a possederla.
Due parole anche per Altar of Moss Vol.1 – Amidst a Forgotten Glade dei gallesi YSBRYDNOS, già segnalati in precedenza su queste pagine come autori di un più che significativo raw black metal con influenze dungeon synth. Ebbene, questo disco è solo ed unicamente dungeon synth, quindi sono certo comprenderete che con il black metal non c’entra assolutamente niente.
Anche le loro tematiche, spesso incentrate sul folk e sulle leggende della loro terra, hanno ceduto il passo a titoli che si riferiscono palesemente al Signore degli Anelli. Non capisco perché non specificare il cambio netto di direzione musicale, così da non ingenerare incomprensioni ed evitare che uno acquisti qualcosa pensando di comprare tutt’altro, ma del resto (digitale a parte) in fisico esistono solo 20 copie in cassetta. Niente, quindi. Un nuovo lavoro è già in fase di sviluppo e dovrebbe uscire a novembre: spero che non sia anche questo dungeon synth puro perché, nonostante a piccole dosi mi riesca gradito, 44 minuti di questa musica per me sono già troppi. Se poi hanno deciso di cambiare genere e abbandonare il black, che almeno lo dicano. (Griffar)



