Combattere il caldo estivo con Inevitable dei NONE

Un altro gruppo del quale non si parlerà mai bene abbastanza sono gli americani None, probabilmente una one man band anche se di questo non v’è alcuna certezza: in nessuno dei loro dischi è precisato chi suona cosa e in quanti siano a farlo. Sopravvivremo a questa disdetta, in fin dei conti chissenefrega. Ciò che conta è la musica che possiamo gustarci in santa pace, e qui i nostri palati potranno deliziarsi di autentiche prelibatezze.

Inevitable è il quarto full del gruppo e arriva a quattro anni di distanza dall’acclamato Damp Chill of Life che, per un certo periodo di tempo, sembrava averli proiettati nell’Olimpo delle star da Santo Graal, salvo ritornare abbastanza repentinamente nella nicchia delle cult band stimate da un pubblico devoto ma ahimè decisamente ristretto in proporzione ai reali meriti artistici del progetto. Damp Chill of Life era uno dei dischi dell’anno 2019; si dice che internet non abbia memoria ma non dimentichi nulla, e cercando in rete qualche classifica risalente a quel periodo non lo si trova menzionato in alcuna di esse. Un’autentica ingiustizia, dal mio punto di vista. Oh, va da sé: i due album precedenti non erano da meno, sebbene meno artisticamente rifiniti di quanto proposto in seguito.

Un soffice riff di chitarra pulita, accompagnata da un altrettanto soffice riff che ha un responso sonoro simile al finger-picking, apre il disco ghirlandando la stupenda opener Never Came Home, dolce, suadente, avvolgente come una dolce nebbiolina autunnale che poi si rivelerà venefica e letale man mano che viene inalata. Il fatto è che, sebbene i None vengano etichettati come DSBM (starebbe per depressive suicidal black metal, per i non addentro) in realtà non lo sono quasi per niente. Se è ben vero che nella loro musica ci sono evidenti influenze Burzum, nelle divagazioni lontane dal metal è prevalente il post-rock. Poi suonano in prevalenza black metal lento e cadenzato, ma questa caratteristica non mi pare sufficiente a giudicarli come DSBM, e tanti saluti a Grazia, Graziella e grazie al cazzo. Ascoltatevi la prima parte di A Reason to Be, brano da dieci minuti e mezzo con una lunga parte iniziale atmosferica che col metal non ha nulla a che fare e che va in crescendo come ti aspetteresti in un disco dei Mogwai. Prima che si ritorni al (black) metal passano tre minuti, e ciò fa capire come il suddetto pezzo non sia una intro agganciata lì per caso tanto per allungare il brodo ma faccia parte di uno stile musicale volutamente incorporato nelle partiture: ai None aggrada scrivere passaggi delicati ed intimisti che poi diventano brani metal partendo da tutt’altro. Poi esplodono, certo, ma possiamo parlare a ragion veduta di commistione tra generi diversi, non di alternanza. I brani di Inevitable hanno senso perché sono strutturati in questo modo dalla prima genesi, non sono per nulla un mosaico di sezioni slegate ed avulse una dall’altra come spesso capita di ascoltare in gruppi post-black metal che, pur mettendoci tutto l’impegno possibile e immaginabile, non possiedono neanche la metà della classe dei None. Una classe che gli consente di includere in Inevitable un brano di pura ambient music (Locked, Empty Room) e farlo sembrare normale, quasi indispensabile.

Ci troviamo allora in mano un altro dei dischi impossibili da non includere nelle poll di fine anno: i sei brani presenti sul disco, tutti lunghi o molto lunghi (5 su 6 sono al di sopra dei 9 minuti, ben tre durano dieci minuti e mezzo) presi singolarmente sono pezzi da urlo variegati e cangianti come solo i fenomeni sono in grado di comporre, e riescono nella non semplicissima impresa di rimanere tali anche quando ascoltati tutti di seguito (come, a dirla tutta, bisognerebbe fare sempre) sebbene la durata complessiva di 56 minuti non sia indifferente. Inevitable è un album capace di abbassare la temperatura percepita anche quando all’esterno ci sono 40 e più gradi, è un disco raffinato, tenue, languido e sensibile e, per favore, non chiamatelo depressive black metal, perché non c’entra assolutamente niente. (Griffar)

Un commento

  • Avatar di Schnell

    In assoluto uno dei gruppi più piacevolmente deprimenti in circolazione. In effetti il black metal è talmente “di contorno” che non so quanto questa etichetta vada ancora bene. Sicuramente per l’attitudine, quello si.

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