The Old Ways Remain: e se i BLOOD CEREMONY fossero sopravvalutati?

Con mezzo Senato di Metal Skunk che pende dalle labbra di Alia O’Brien, sembrerebbe un autogol non celebrare i Blood Ceremony. Roba che poi te ne penti quando bussi all’ufficio di Charles per chiedere un aumento. Ora, poi, pure il solitamente critico Tola si è ricreduto, per lo meno nella dimensione dal vivo, riguardo al gruppo canadese. Eppure, secondo voci di corridoio, The Old Ways Remain pare non abbia convinto troppo neppure la vecchia guardia, qua dentro. Quindi figuratevi me, che li ho sempre trovati un gruppo sopravvalutato, anche nel caso di album celebrati. Confermo ora l’opinione con l’ascolto di quest’ultimo long playing. Rock vintage che di oscuro ha ben poco. Suoni di chitarra anni ’60 che mi vanno pure bene, ma non entra in testa granché. Alia poi canta abbastanza bene, ok, ma di personalità per me ne ha pochina. No, per favore, non scomodate Ian Anderson perché suona pure un flauto. Non è che se uno suona il basso e canta è Sting.

Insomma, abbiamo capito che a me questo disco non piace. Fatemi argomentare un poco, ché di estimatori dei Blood Ceremony credo ce ne siano diversi. Fiacco e ammiccante. Scorre a fatica pur avendo il peso specifico di una Nastro Azzurro. Occhio, non parlo di pesantezza e basta, ma di impatto. Una canzonetta come Ipsissimus, così yé-yé da vanificare qualsiasi sentire esoterico, beh, ad impatto non sta messa benissimo. In generale, la fissazione dei canadesi per quell’esoterismo rurale britannico evocato dal filone folk horror del cinema horror UK anni ’70 li sta portando in una direzione nella quale non hanno più molto da dire. Salvo continuare con sempre maggiore attenzione alla filologia, ma con meno cose da dire. Sarebbe buona l’ultima Song of the Morrow, ma giunti alla fine del disco ci vorrebbe altro per cambiare il giudizio generale.

E no, per favore, non tirate fuori la magia, il paganesimo, la stregoneria. Ci vogliono le canzoni belle sempre e comunque, sennò bastano i titoli giusti, un suono vintage e un po’ di accessori di abbigliamento giusti e via, il rock stregonesco è tutto lì. No, ci sono (stati) interpreti molto più evocativi dei Blood Ceremony, a mio avviso. (Lorenzo Centini)

9 commenti

  • Avatar di Zac

    Vero, verissimo. Condivido e concordo con te, Lorenzo.
    Sono riuscito a vederli dal vivo anni fa, in una delle prime calate italiche e devo dire che mi erano garbati assai, all’epoca ero davvero fomentato e in fissa col loro album d’esordio, anno 2008.
    Tuttavia sono sempre rimasto convito che l’aurea sulfurea, esoterico-pagana l’hanno persa progressivamente dopo il primo disco, quando hanno cominciato ad avere un certo seguito.. come se il pifferaio magico avesse perso la sua magia all’aumentare degli adepti al seguito…
    Vale più o meno lo stesso discorso per gli Witchcraft dove l’album di debutto (ed in generale i primi tre dischi) li considero tre perle stupende, poi via via il contenuto è andato svanendo ed è rimasta solo la forma, l’apparenza…

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  • Avatar di Pepato

    Condivido in pieno, questo disco mi ha molto deluso esattamente per i motivi che dici tu. Molle, fiacco e banale. Mi erano piaciuti i primi dischi proprio perché avevano un’atmosfera più grezza e malvagia, ma qui è tutto blando, poco interessante.

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  • Avatar di fabio rossi

    Un Ian Anderson al femminile lo trovo in Francis Tobolsky. Niente di stregonesco ,neanche nel nome della band che è Wucan.Si è più dalle parti dei Blues Pills.

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  • Avatar di lucaciuti

    Di questo filone i The Devil’s Blood erano davvero una spanna sopra, destinati a grandi cose. Sappiamo poi com’è finita.

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  • Avatar di ipercubo

    In Metal Skunk trovare qualcuno che capisca qualcosa di musica non è semplice. Solo ragazzine mestruate e ignoranti che vogliono togliersi sassolini dalla scarpe.

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    • Avatar di fabio rossi

      Illuminaci tu,allora.

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    • Avatar di Mark

      Ipercubo, ogni tuo commento è una manciata di parole di vuota critica alla redazione, senza nessuna argomentazione…mi viene il dubbio che tu abbia davvero un po’ rotto il cazzo. che ci stai a fare su un sito che detesti?

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    • Avatar di griffar

      Ok, è assodato, sei un troll.
      Ragazzine mestruate? Nessuno di noi è femmina. (Vedi di non prendere la cosa come pretesto per il sessismo che hai già perso).
      Quello che mi chiedo è perché? A cosa serve? Che senso ha, di dove sei, con che ti fai, perché lo fai? È vero, non bisognerebbe darti peso però magari a qualcuna di queste domande darai una risposta (difficilmente sensata, ma la speranza è l’ultima a morire), e chissà mai che avrai il tuo momento di celebrità che potrai raccontare ai nipotini, accoccolato davanti al caminetto mentre fuori imperversa la tempesta e nel vecchio stereo un ormai usurato vinile di Pure Holocaust fa ancora la sua doverosa parte.

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  • Avatar di Giovanni

    Giusto chi non li ha mai visti dal vivo può pensare siano sopravvalutati . Ma d’altronde viviamo in un epoca in cui internet da diritto di parola a chiunque, me per primo.

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