Tutti amano Eddie Munson: l’obbligatorio pezzo sul metallaro di Stranger Things 4

DISCLAIMER: guardo serie TV da quando si chiamavano ancora “telefilm” e ho una concezione integralista sugli spoiler. Nel pezzo che vi accingete a leggere, non troverete riferimenti alla trama, agli sviluppi e ai colpi di scena di questa nuova stagione di Stranger Things, ma soltanto un giudizio globale sulla serie, il ritratto di un suo personaggio e un riferimento musicale presente in una scena del finale di stagione.

L’Azzeccagarbugli: La quarta stagione di Stranger Things è senza dubbio la migliore dopo la prima, nonostante abbia i suoi problemi: una gestione dei tempi non sempre coerente, delle sottotrame che hanno troppo spazio e un utilizzo di alcuni personaggi che acquisisce un minimo di senso solo nel finale. Ma al netto di tutto questo ha l’indubbio merito di creare un’atmosfera eccezionale, al di là della retromania anni ’80 che, pur prendendo a piene mani da certi riferimenti cinematografici e letterari (questa è la stagione più kinghiana in assoluto), è estremamente coinvolgente, sta trovando una chiave di volta davvero convincente e fa quello che deve fare: intrattenere, divertire, emozionare.

Ovviamente, come avviene per tutte le opere che nascono di “nicchia” e che inaspettatamente ottengono un grande successo commerciale, anche Stranger Things ha attirato una serie di critiche negative: a volte fondate e interessanti, altre provenienti da persone che non vedono l’ora di sparare a zero per il solo fatto che è diventata un fenomeno di massa. Cazzate spesso dette in malafede, perché Stranger Things è la migliore rappresentazione possibile del cinema girella – definizione che prima o poi verrà insegnata nelle università – ossia quel tipo di intrattenimento che ti fa tornare a “quei pomeriggi di maggio” da preadolescente, quando bastavano una merendina, una coca-cola e una tv sintonizzata su Italia 1 per viaggiare con la fantasia.

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Una delle ragioni principali del successo di questa stagione è dettata dall’introduzione di un personaggio “secondario” che troverete sulle bacheche di tutti i social del globo terracqueo: Eddie Munson, interpretato dall’ottimo attore inglese Joseph Quinn. Eddie è uno studente dell’Hawkins High School, pluriripetente, metallaro, dungeon master, presidente dell’Hellfire Club, al quale sono iscritti i nostri beniamini, e grande amico di Dustin Henderson (Gaten Materazzo). Un personaggio che, per citare una delle più grandi serie di tutti i tempi (magnificamente interpretata dal nostro Trainspotting), è sia un freak che un geek, malvisto dalle istituzioni scolastiche, dalla gente del posto, un po’ da tutti. Il classico personaggio emarginato, solo, che frequenta anche persone più piccole di lui: insomma un archetipo che si attaglia a innumerevoli persone presenti in ogni città del mondo.

L’arco narrativo che lo contraddistingue è altrettanto classico, una storia di riscatto e redenzione, di acquisizione di una maggiore consapevolezza delle proprie capacità e responsabilità, reso particolarmente intrigante proprio dalla caratterizzazione che Quinn riesce a dare a Munson.

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Un personaggio davvero ben scritto e, nonostante tutti gli stereotipi del caso, è impossibile non empatizzare per lui e non volergli bene: Eddie (nome non casuale) spiega ai suoi pari qual è la vera musica, mostrando orgogliosamente una cassetta di Piece Of Mind degli Iron Maiden,  sfoggia una toppa di Dio e, in un momento che è già un instant classic della televisione contemporanea, esegue in modo incredibilmente epico la celeberrima Master of Puppets dei Metallica (le parti di chitarra sono in realtà suonate da Ty Trujillo).

E, soprattutto, Eddie è umano: ha paura, non è un eroe ma, nonostante la brutta fama che si porta dietro, quasi come un personaggio springsteeniano, non si tira indietro quando c’è da aiutare i propri amici e la propria città. Quindi istintivamente verrebbe da dire che è normale un successo così grande, se non fosse che gli “Eddie Munson” del mondo reale, soprattutto negli Stati Uniti, vengono davvero emarginati, bullizzati, ostracizzati e, nella migliore delle ipotesi, ridicolizzati. Ed in questo i Duffer Brothers sono davvero bravi: perché portano a parteggiare per lui, ma ci ricordano costantemente qual è la sorte che nella realtà tocca a personaggi del genere.

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Lorenzo Centini: Questo è il pezzo con cui Metal Skunk intende lucrare sull’hype di Stranger Things, al fine dichiarato di traviare anime innocenti e consacrarle al Metallo. Lo si fa spesso e con mezzucci che non sto qui a dire. Qual miglior gancio stavolta della quarta stagione dei Duffer Brothers, però. Le precedenti le ho recuperate poco più di un mese fa che mi ha convinto mia moglie e aveva ragione, sono un gioiellino. Qui non parleremo però delle falle di sceneggiatura della quarta, che iniziano a diventare preoccupanti, o dello scostamento dalla categoria del credibile o del consequenziale di certe situazioni messe in scena. Il credibile è poi una categoria particolare, ve lo dice chi si era esaltato per una banda di monelli vestiti da gelatai che sconfiggono l’Armata Rossa come niente. La notizia (per noi) è un’altra, è l’entrata in scena di un personaggio metallaro vero. C’era già un metallaro nella terza, era il cattivo, l’antagonista. Però era un metallaro hair e alla fine si redimeva anche. In realtà, poteva bastarci. Poi arriva Eddie ed è il più figo e un tantino meno stereotipato di quanto è lecito aspettarsi in ambiente mainstream. In fondo Stranger Things aveva già come ragion d’essere lo sdoganamento del mondo nerd. Ora la cosa si amplia al mondo del Metallo. Attenzione, primo campo minato: l’equazione metallaro = sfigato non è dichiarata, né suggerita. Anzi. Semmai, metallaro = reietto, emarginato (come il nerd). Ecco che si abbassano i battiti e il sangue torna a fluire. Eddie poi è figo, mi pare di averlo già detto. Master D&D superlativo almeno quanto il mio, vive di espedienti nel prefabbricato dello zio, spaccia erba ai liceali. Fa appunto per vendere erba in un bosco proprio alla majorette più in vista della scuola e questa si illumina e capisce che davanti ha uno figo, figo vero, mica il bellimbusto del suo ragazzo, e se ne innamora.

STOP

DA QUA INIZIANO GLI SPOILER

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La trama della stagione parte da qui, quindi occhio che da ora in poi vi dico come va a finire. Bene, il metallaro è un figo vero, non deve conquistare la benevolenza degli adulti in quanto povero scemo disadattato come accade ad esempio in Metalhead ed entra di diritto tra gli eroi della serie. Eroi tutti nerd o quasi. Ma qui arriva il punto. Dovevano far morire proprio lui, mica un nerd tra i venti, di cui diversi soprammobili, del cast. Mica sacrificano il fan del reggae, per dire. Sacrificano il metallaro. Ci si può anche dire che insistiamo tanto co’ ‘sta Morte e sto Valhalla e poi ci lamentiamo. Vero. Però che fine di merda. Ok, c’è prima la gloria del concerto con Master of Puppets suonata contro uno stormo di pipistrelli infernali. Ok, banale la scelta dei Metallica. Mica devono risollevare la loro sorte commerciale come per Kate Bush. Semmai dovrebbero fare qualcosa per le sorti artistiche, ma servirebbero miracoli. Comunque chiaramente che gli vuoi dire a Master of Puppets. E poi che vi aspettavate, i Sarcófago su Netflix?

Dai che chiudo. Il migliore per me è Steve, il migliore della serie tutta, l’ex fighetto che ora se la fa con gli sfigati. Temevo facessero secco lui. Giusto due puntate prima viene squartato e seviziato dagli stessi pipistrelli infernali. Se la cava fasciandosi da solo come Rambo e manco un’infezione, un ascesso. Eddie invece lo fanno secco nella stessa maniera, dopo che gli hanno fatto prendere la decisione stupida di fare il kamikaze, senza che servisse a niente. Perché è figo ma fifone e si deve riscattare. Niente, fine da scemo. Lo sfigato, pure azzoppato, lo segue per constatare la morte e non lo punge manco una zanzara. Nel frattempo lo sceriffo dal cuore buono decapita un mostro con una spada medievale. Gli altri salvano il mondo. Insomma, doveva morire per forza il metallaro. Ma doveva per forza fare la fine dell’idiota?

3 commenti

  • Sì, i buchi e gli stiracchiamenti iniziano a essere preoccupanti. Ma, senza spoiler, la scelta di Master è abbastanza ovvia: basti pensare a chi è “l’arcinemico” della serie…

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  • Non sarebbe stata affatto male la suddetta scena con i Sarcófago! 😄
    Comunque, se sacrificio doveva essere, gli sceneggiatori potevano impegnarsi un po’ di più e far morire Eddie per una ragione un po’ più importante che per fare guadagnare qualche minuto ai suoi amici. Sì, ok, i pipistrelli avrebbero potuto attraversare il passaggio mettendo in pericolo Dustin e tutta Hawkins, però la sensazione che si ha guardando le scene è quella di un inutile atto da kamikaze. Sull’opportunità di fare morire proprio lui concordo in pieno, tanto più che invece Max viene miracolata. Tra l’altro, e la butto lì, che la serie sia un po’ troppo “rosa” (ora anche arcobaleno) mi sembra chiaro, e spesso lo è anche in modo forzato e risibile.

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  • premetto che non avendo netflix non ho visto nulla, ma ci avrei scommesso un rene che lo facevano morire. Il metallaro è peggio del negro, è il redshirt ideale. Da una serie tv ammeregana poi, va già bene così.

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