La finestra sul porcile: GREENLAND

Un mesotto fa andammo a vedere Tenet e, tra i vari trailer che passavano prima del film, ci aveva preso particolarmente bene quello di Greenland. Perché proprio il trailer di Greenland e non un altro dei trailer proiettati in quell’occasione, tendenzialmente drammoni americani a lieto fine o storie di crisi di coppia con attori italiani che se incontro per strada con la macchina mi verrebbe di investire e di ripassarci sopra in retromarcia giusto per essere sicuro di potermi risparmiare l’ennesimo film con urla strazianti e canzoncine indie di sottofondo a sguardi nel vuoto con occhi gonfi di lacrime? Per il semplice motivo che il trailer di Greenland mostrava pezzi di cometa che precipitano dal cielo provocando enormi esplosioni, e inoltre il protagonista era l’ottimo bimbociccio Gerard Butler, bello grassoccio e pasciuto con le guanciotte da dargli i pizzicotti al punto che d’ora in avanti lo chiamerò per sempre Majin Bu-tler. Ci era sembrato un ottimo motivo per tornare al cinema.

E così siamo andati a vedere Greenland. I primi cinque-dieci minuti sono spettacolari: la catastrofe viene annunciata, i personaggi vengono contestualizzati, un pezzo di cometa grande quanto la panza del nostrissimo Majin Bu-tler distrugge Tampa coinvolgendo nell’onda d’urto tutta la Florida, con grande spolvero di effetti speciali. Bellissimo, grandioso, abbiamo proprio fatto bene a venire a vedere ‘sto film, che di sicuro ci regalerà grandi soddisfazioni. E invece.

E invece le successive due ore si concentrano esclusivamente sulla straziante e lacrimevole storia familiare di cicciobomba Majin Bu-tler, di sua moglie e del loro figliolo diabetico. Due ore di pianti, corse all’ultimo minuto, redenzioni conquistate, fiducie tradite e poi recuperate, chiacchierate a quattr’occhi da veri uomini con il suocero redneck in canottiera e anche un omicidio, quello del sosia del piccolo Gabriele Traversa nei panni di un infido stronzetto che vuole derubare il protagonista e finisce stecchito con un martello conficcato in testa. La famiglia si separa, il bambino viene rapito, il bambino viene ritrovato finché si incontrano tutti di nuovo, con incredibile tempismo, a casa del suocero che vive in un altro Stato (perché in una situazione del genere è normale dire “se ci perdiamo, ci vediamo tutti a casa del nonno che abita a 2000 km da qui”). E le esplosioni? E le immani catastrofi? E i milioni di persone bruciate vive e annientate dalla pioggia di corpi celesti che bombardano la Terra? Quasi niente, dato che se accorpassimo tutte le scene che riguardano anche solo di striscio tutto ciò arriveremmo forse a 10-15 minuti.

“Mi piace quella cometa. La trasformerò in un cioccolatino!”

Due cose: la prima è che so perfettamente che i film catastrofici pongono sempre in primo piano i rapporti personali tra i personaggi, e mai la catastrofe stessa. Un film catastrofico è tale in quanto mostra come una data catastrofe ha impatto sulla vita dei personaggi. Però a tutto c’è un limite, che cazzo. Io sono venuto a vedere un film di esplosioni e PRETENDO che le suddette esplosioni occupino una buona quantità di minutaggio e vengano rese con effetti speciali degni dell’anno 2020; se volevo vedere la lacrimevole storia di una famiglia distrutta che raggiunge faticosamente la redenzione andavo a vedere, che so, un film con Margherita Buy o Laura Morante che è sposata con Alessandro Haber o Sergio Castellitto e tutti hanno crisi isteriche e spaccano i piatti per terra. Qua peraltro c’è una sola scazzottata e manco si capisce niente. E non mi si può neanche dire che avessi capito male io: in quel trailer si vedevano solo disastri, catastrofi e spaventose deflagrazioni apocalittiche, quindi chi ha fatto il trailer sapeva benissimo che l’unico modo di attirare gente a vedere questo film era di ingannarla, perché a nessuno frega un cazzo di vedere due ore di commoventi redenzioni familiari.

La seconda cosa è che il film è troppo, troppo, troppo ansiogeno. Ti mette ansia per due ore, giocando peraltro sporco col meccanismo di costruzione della suspense, e non c’è mai un momento che spezzi la tensione. La mia compagna di merende mi faceva giustamente notare che Indipendence Day o Armageddon te li rivedi volentieri perché oltre a tutta la parte bum-bum ci sono le scenette simpatiche che rendono tollerabile la tensione, tipo Bruce Willis che insegue Ben Affleck sparandogli addosso o Will Smith che dice “Benvenuto sulla Terra” col sigaro in bocca mentre dà un pugno in testa all’alieno. Qui niente invece: solo ansia. Non dovrei essere io a comunicare questa incredibile rivelazione ad un regista di Hollywood, ma nessuno va a vedere un film catastrofico per andare in ansia. Basta guardare la lunga storia del genere per capirlo. Soprattutto quando a metterti in ansia non è la catastrofe in sé quanto le terribili sorti e regressive di una famigliola americana di cui non frega un cazzo a nessuno.

Fortunatamente quando siamo tornati a casa davano Il Re Scorpione in tv e ci siamo visti quello. Ci voleva proprio, per riprendersi. Vedete, Il Re Scorpione, nonostante sia un fumettone del cazzo a basso costo per famiglie in cui migliaia di persone muoiono per ferite da arma da taglio senza mai versare una sola goccia di sangue, è però un film onesto. Ti dà esattamente quello che promette. Se tu invece fai un trailer in cui esplode tutto e la gente muore bruciata viva tra inenarrabili agonie, poi non puoi darmi un film di commoventi abbracci e sguardi pregni di significato. Vaffanculo. Gerard, ti perdono solo se mi inviti ad un barbecue a casa tua. (barg)

21 commenti

  • A titolo informativo dico al regista di questo capolavoro che l’ onda d’ urto che si vede all’ inizio del trailer ti distrugge gli organi interni all’ istante e non ti rialzi come fa bimbocicciominkia e poi la stessa comincerebbe a propagarsi a velocità altissima già al primo impatto con l’ atmosfera a km di altezza e non avresti il tempo di alzare lo sguardo. Dai su ci diano un buon budget che un film decente lo giriamo noi del blog.

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    • E qui abbiamo il professore di impatti meteorici….considerando che il frammento è caduto a Tampa in Florida, e lui si trovava ad E
      Atlanta, a circa 750 km di distanza, dubito che potesse distruggerli gli organi interni, ma ognuno può dire la sua, viva la libertà

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      • Se parliamo di un meteorite grosso quanto l’ Everest ( come quello che sterminò i dinosauri ) 750 o più km non sono niente, non è mica na scoreggia ! I troll come te sono simpatici, si affacciano in vari blog e poi scompaiono proprio come una meteora.

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      • Io non sono un troll, il primo impatto di cui si parla, non è grande come l’everest, ma credo quanto uno stadio di football, l’hai visto il film almeno?

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      • Ovviamente no ! Sono un vecchio metallaro stronzo, cinico, inacidito e fancazzista e mi piace criticare a vanvera ! Mi hanno detto che intriga le ragazze.

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      • L’unica cosa che intriga è quella cazzo di mosca…hhahahhahahahha

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      • La mosca sul muro ! Sapevi che campa solo 28 giorni ? Giusto per dimostrarti che sono uno che sa un sacco di cose.

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  • Leggo dal trailer che il produttore è lo stesso dei film di John Wick.
    Il primo John Wick è esattamente il contrario di questo film: parte moscio, lento, depresso e dopo una decina di minuti diventa una tamarrata bellissima. Probabilmente cn Greenland avrà voluto pareggiare i conti.
    Ma poi “Greenland” non è il nome anglosassone della Groenlandia? Pensavo fosse un film coi vichinghi, la cometa che cazzo c’entra?

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    • Infatti il produttore in comune con quel capolavorone di John Wick mi aveva fatto ben sperare, mannaggia. Si chiama ‘Greenland’ perché per tutto il film cercano di raggiungere un rifugio antiatomico che si trova in Groenlandia.

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      • Ma che cazzo sti titoli peró.
        A sto punto giriamo un film che è un incrocio tra Machete e Sharknado, mettiamo nella storia che il protagonista (Bruce Willis) è originario di Arquà Petrarca, in una scena si vede lui bambino davanti alla tomba del poeta e lo intitoliamo “Ricordo di Petrarca”.

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    • John Wick è veramente insoportabile. Armageddon peggio, mi fa salire una bestia nera. Vado a vedermi un film di Aletta Ocean.

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  • Lassa perde Bargò. Lassa perde e rimetti su Tango e Cash.

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  • A quel punto mi rivedo 2012, trama che si tiene insieme con la spillatrice e una caterva di demolizioni stile Dragon ball.

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    • Andrew Old and Wise

      Ed è anche meno ansiogeno, perchè capisci subito che il secondo marito, peraltro molto più simpatico del primo, morirà in tempo per far riunire i coniugi originari, in nome dei buoni vecchi valori del cazzo

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  • Tanto se facevano un film tutto esplosioni e gente bruciata viva, avresti detto “che palle, il solito film americanata tutto esplosioni e gente bruciata viva”. Poi ti lamenti del fatto che è una sostanzialmente una storia d’amore, ma ti lamenti anche che è troppo ansiogeno…io l’ho trovato invece un buon film godibile, un po diverso dai soliti blockbuster, con una buona dose di tensione che ti tiene incollato fino alla fine. Criticare un regista perché ha scelto un punto di vista un po diverso dal solito e farlo con una recensione con le parolacce che fa più figo, non fa di te un recensore cinematografico, ma solo un altra persona a cui danno la possibilità di dire la sua, tanto oggi giorno ne è pieno il mondo. Saluti

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    • Esatto, avrei detto esattamente così.

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    • Andrew Old and Wise

      Insomma, mi pare che qui si scherzi, mica si redigono i Cahiers du Cinema ….o come cazzo si chiamavano ( ho messo la parolaccia per mantenere l’hype)

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      • Il problema è che poi si presume che la gente legga queste recensioni, come ho fatto io, quantomeno per orientarsi sull’andare o meno a vederlo, e mi dispiace vedere stroncato un buon film (non un capolavoro certamente) che merita di essere visto, in un periodo già di per sé povero di uscite e ancora più povero di film degni di nota….

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      • A me è dispiaciuto spendere due biglietti per una roba del genere quando potevamo stare a casa e guardare per l’ennesima volta “Il mio nome è nessuno”.

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