DEATH WOLF – II: Black Armoured Death (Century Media)

deathwolf-secondMi sono imbattuto nei Death Wolf per la prima volta qualche mese fa quando, in quel di un negozietto di dischi padovano, mi imbattei in una copia di II: Black Armoured Death (che da allora chiamerò per semplicità: Lupacchiotti) e, stregato dall’artwork tanto minimale quanto intrigante, fui tentato dall’acquisto. Lasciai perdere dopo essermi reso conto che lo vendevano a 20 euro, neanche fosse mezzo etto di fiorentina, ma la curiosità rimase. Qualche tempo dopo, i miracoli di Spotify mi consentirono di dare un ascolto al disco, e quasi quasi mi pentii di non averli spesi quei 20 euro.

Lupacchiotti è il secondo full di questa band svedese che vede tra le sue fila nientepopodimenoche Morgan. No, non il buffone che ha come unico pregio nella vita quello di essersi bombato Asia Argento. Parlo del chitarrista dei Marduk, che qui troviamo in veste di bassista. Al che mi sono chiesto se mi stessi trovando davanti all’ennesimo clone swedish black tutto satanassi e blast beat. Macché. II: Black Armoured Death è un concentrato esplosivo di heavy metal (qualcosina), punk (tantissimo), doom (a tratti) e crust: l’album parte a cannone con l’accoppiata Noche De Brujas e World Serpent, la prima più epica e cadenzata, la seconda un’autentica sberla in faccia tutta devota al punk e al casino incondizionato. E l’intero album subisce questa alternanza, passando da pezzi doom (la successiva Lord Of Putrefaction) alla furia catartica e iconoclasta del punk-hardcore (Sudden Bloodletter). Un disco che mescola al suo interno elementi neanche troppo estranei gli uni agli altri ma che lo fa con una classe e una freschezza da farsi eleggere ad album definitivo sia per quando fuori piove e vi fa tutto schifo sia quando c’è il sole e vi volete sparare un viaggio in macchina con birra e bafometti. La componente black fa capolino molto raramente, amalgamandosi al tutto in un crescendo di sconcerto per l’ascoltatore che si trova ad ascoltare canzoni che partono heavy, diventano doom e finiscono punk. Il tutto non necessariamente in quest’ordine. Un lavoro da apprezzare per le numerose sfaccettature di cui gode. E poi dai, tutti i gruppi che hanno la parola “wolf” nel moniker sono fighi, questi c’hanno pure “death”, era matematico che venisse fuori un discone.

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