STEVEN WILSON – The Raven That Refused to Sing (And Other Stories) (Kscope)
Il rock progressivo è ancora attualità. Ce lo dice Steven Wilson e bisogna credergli sulla parola. Terzo disco solista ufficiale, The Raven That Refused To Sing (And Other Stories), che già l’annuncio dello splendido titolo mi era bastato per fremere di gioia, terzo gran disco. Ma che dico gran disco, una bomba. Che al personaggio non riesca ad approcciarmi se non in maniera di parte è ormai cosa risaputa, che poi lui non riesca a deludere mai è tutto un altro discorso. Ho consumato Grace For Drowning, poi ho consumato l’ultimo live dei Porcupine Tree, Octane Twisted, ho logorato per l’ascolto anche Welcome to My DNA dei suoi Blackfield. Di conseguenza mi sono avvicinato a botta sicura a questa ennesima prova di maestria ma mai mi sarei aspettato un disco prog rock tout court. È tutto uno sfavillare di King Crimson, di Emerson, Lake and Palmer e Jethro Tull ma soprattutto di Genesis. E ci sono anche molti meno Pink Floyd di quanto potessi temere. E niente, sto corrodendo pure The Raven. Sei brani efficacissimi, alcuni sono delle accelerate progressive da paura, altri no, più lenti o elettronici. La produzione è moderna, gli strumenti vintage, lo stile è storia. Mi viene male dire che si tratta di un ‘omaggio’ al prog britannico, sarebbe una diminutio. Semmai è un ‘altro’ capitolo del prog britannico, nuova calce che va ad aggiungersi al solidissimo edificio inglese, con sue identità e dignità assolutamente a sé stanti, a parte gli ovvi distinguo e dunque il citazionismo (manco tanto spudorato alla fine) e i ricalchi di una struttura canzone standard. Struttura che però zompa allegramente in aria dopo i primi 4 brani. Hai già i peli rizzi sul braccio che il sound devia inevitabilmente verso lidi porcupiniani che si pongono in mezzo a due momenti di pura scioglievolezza (The Pin Drop e la title track finale). Un godibile momento di malinconico relax dal Wilson anathemico di questi ultimi tempi che qui conoscete bene. Al disco si accede come a un libro di storie fantasiose e allegorie popolari, è un concept che si racconta da sé. The Raven è prodotto da Alan Parsons. Mi sa che è davvero inutile aggiungere altro. Massimo dei voti. (Charles)

condivido l’incondizionato atteggiamento da fanboy nei confronti del personaggio, ho goduto come un riccio durante le 2 ore e 20 di concerto giovedì a Milano
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qui foto e breve recensione del concerto di Berlino: http://itsonlymusicbutlive.wordpress.com/2013/03/22/berlin-huxleys-neue-welt-steven-wilson/
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