Due giovani gruppi polacchi arrivano al secondo Lp e lanciano un messaggio chiaro: non ci avrete mai, col vostro death metal coi marzianetti alla moda e il vostro black metal radical chic.
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Dopo un improvviso cambio di batterista, i maestri americani tirarono fuori uno degli episodi più peculiari della loro inattaccabile discografia, segnato da atmosfere meno orrorifiche e più crepuscolari.
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Non è stata la miglior serata per Corpsegrinder e soci, ma gli Immolation si sono confermati i migliori, e gli altri due gruppi sono stati un ottimo contorno. Ecco il nostro report della serata-evento milanese.
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Gli Immolation non hanno mai sbagliato un disco e Unholy Cult fu il loro ennesimo centro, al quale si perdona anche anche la copertina da gruppo war metal thailandese.
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Due punti di vista differenti sull’undicesimo lavoro degli Immolation: Acts of God nella prospettiva storica di Griffar e nella disamina musicologica di Mazza.
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