È ovvio che preferissimo lui a Dickinson. Era tutto urgenza ed espressività. E spirito autodistruttivo. Era rock’n’roll in tutto, senza filtri. Ricordiamolo con una birra e un vaffanculo a chi se lo merita.
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Doverosa celebrazione di un disco infinito, che ha cambiato la vita a molti di noi. Un album splendido che però non splende. Anzi, assorbe la luce. Una voragine senza speranza dove c’è morte ovunque.
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Celebrazione doverosa di un’opera poco considerata nella discografia di Mark Lanegan. E che però contiene la canzone perfetta per morire, al termine di certe notti.
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Questo disco avrebbe potuto consacrare gli Unida come il gruppo hard rock più esaltante dalla fine degli anni ’70. E invece non solo non è mai uscito, ma ufficialmente neanche esiste.
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Chissà cosa sarebbe successo a David Coverdale se, dopo lo scioglimento dei Deep Purple, non avesse incontrato sulla sua strada questo maestro delle sei corde che, insieme a Micky Moody, diede vita nei Whitesnake a una delle più formidabili coppie d’asce di sempre.
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