La lista della spesa di Griffar: necromanteion
I Medieval Demon, un po’ meno greci del solito, il black svedese dei Malakhim, i frenetici Gjendod e gli Aeon Winds con le loro tastiere dungeon synth.
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I Medieval Demon, un po’ meno greci del solito, il black svedese dei Malakhim, i frenetici Gjendod e gli Aeon Winds con le loro tastiere dungeon synth.
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Tre dischi tradizionali usciti quest’anno: i greci Black Soul Horde e Reflection (più ottantiani i primi, più moderni i secondi) e i torinesi Airborn, tra le più belle realtà “nascoste” della nostra scena power.
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I Malhkebre che riportano in vita il suono marcio delle Black Legions, gli americani Uamh che rievocano boschi disabitati, l’esordio pagan black dei catalani Othger e l’atteso ritorno dei The Gloomy Radiance of the Moon.
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Più che un semplice gruppo, una capsula spazio-temporale. E loro rimangono sempre loro, al di là delle mode e delle tendenze che si succedono.
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I violentissimi giapponesi Samurai, l’epic folk ucraino degli Eskapism, i misteriosi americani Thy Woe, le atmosfere alpino-pagane degli Indren.
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