Riguardare il gol più bello di sempre per tirarsi su il morale: CENTINEX – With Guts and Glory
Ci sono cose delle quali non posso fare a meno. Una di queste è continuare a guardare il gol di Dejan Savićević nella finale di Champions del 1994. Per me, il gol più bello della Storia del calcio.
A sfidarsi ci sono Milan e Barcellona che avevano battuto entrambe per 3-0 rispettivamente Monaco e Porto in semifinale. Le settimane prima della partita, il Barcellona è dato per favorito. Aveva segnato ben 26 gol in 11 gare del torneo. Il Milan invece ha un grosso problema: Baresi e Costacurta, i difensori centrali, non saranno in finale perché squalificati. Capello e Cruijff, gli allenatori, si provocano a distanza, con commenti poco lusinghieri. Cruijff arriva addirittura a definire il Milan senza Baresi “una stella cadente”.
Arriva la sera della finale. Il Milan parte aggressivo. Viene annullato un gol a Panucci per fuorigioco di Massaro. La coppia di difensori centrali Galli-Maldini, pensata da Capello per sostituire gli squalificati, funziona bene, e Romario, l’attaccante centrale del Barcellona, non riesce a sfondare. Al ventiduesimo arriva il primo gol del Milan con Massaro, e nei minuti di recupero del primo tempo sempre Massaro segna il secondo. Bruno Pizzul, che commentava la partita per la televisione italiana, non si fa mancare di notare come Cruijff non fosse più così spavaldo ora.
Poco dopo l’inizio del secondo tempo ecco IL GOL. La partita ricomincia da dove era rimasta, con un Milan dominatore e un Barcellona bloccato sempre più dalla paura di commettere errori. Nadal, difensore della squadra spagnola, tenta di mettere a terra un pallone arrivatogli con un tiro a cazzo di Albertini, centrocampista del Milan. Solo che la palla rimbalza un po’ troppo alta, non riesce a metterla giù, nel frattempo arriva Savićević che, dopo una breve incertezza, allunga la gamba alzando il pallone quel tanto che basta per scavalcare lo scoordinato Nadal. Allora Savićević, non per niente chiamato “Il Genio”, non cade nello stesso errore di Nadal tentando di tenere a bada il pallone, e con questo che ancora rimbalza piuttosto alto calcia un pallonetto da fuori area che prende alla sprovvista un disattento Zubizarreta, portiere del Barcellona. Un gol folle. Un tiro che non mostra la minima incertezza. Pazzesco. È il gol del tre a zero. Zubizarreta, sconvolto, si arrabbia, prende il pallone dalla rete, lo scalcia a caso verso il centro del campo e urla furioso contro Nadal. Dopo soli altri 11 minuti Desailly infilerà il quarto gol, concludendo, di fatto, la partita con più di trenta minuti ancora da giocare.
Ho voluto cominciare con questo bel ricordo perché il disco dei Centinex mi ha messo tristezza. Non che ci fossero delle aspettative alte, però se paragonato anche solo all’ultimo, passabile, Death in Pieces quest’ultimo sembra un capolavoro.
Ad un primo ascolto With Guts and Glory ti frega. I pezzi sembrano carini e accattivanti. Poi arrivi in fondo al disco, e ti lascia quella sensazione di vuoto che hai quando esci da un ristorante dove hai pagato molto e mangiato poco. Le canzoni da sole funzionano; anzi, funzionicchiano. Ma sfido ad ascoltarlo tutto fino in fondo in un colpo solo. Non tanto perché è pesante o rindondante. No, proprio il contrario. È fin troppo scarno. Non c’è niente di male nei dischi semplici e minimali, sia chiaro. Ma qui siamo a livello elementare. Troppo elementare pure per gli stessi Centinex, che non hanno mai effettivamente strafatto.
Oltre a questo un’altra grossa pecca è quello di funzionare a compartimenti stagni: c’è il brano thrash, il brano punk, il brano stile Motorhead. Mai che uno stile si mischi con l’altro. No, ogni brano inizia e finisce col suo stile. Proprio come una band alle primissime armi che si trova un paio di sere a settimana e che dopo tre quattro anni ha finalmente messo insieme dei brani presentabili per poter suonare in apertura a qualche altra band locale. A quel punto, siccome la smania di voler suonare fuori è tanta te ne sbatti di avere una scaletta che è un’accozzaglia di generi senza troppo senso. È sconfortante sentire i Centinex ridotti così. Per questo, se volete, il video andate a vedervelo da voi su YouTube. Qui sotto metto il gol di Savićević. (Luca Venturini)




Un Milan incredibile, degno successore di quello coi tre fenomeni olandesi, autore di una serata indimenticabile raccontata dal grande Pizzul. Savicevic poi si è dimostrato un grandissimo, in campo e nella vita, come peraltro tanti giocatori jugoslavi, gente dalla schiena dritta come Mihailovic, ad esempio. Nulla a che vedere con i ricchioni miliardari tatuati di oggi.
Dei Centinex fotte sega.
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Mi ricordo bene quella finale: ero in 5° elementare e, da juventino, mi esaltai per la superiorità rossonera su quel Barcellona. Il gol del genio è, appunto, l’opera di un genio del calcio.
Il gruppo non so davvero chi sia.
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del disco in questione m’importa ‘na sega (cit.) però il gol è favoloso, non so quale mi abbia fatto più godere tra questo e quello di Tomasson/Inzaghi al 93° dei quarti di finale di champions nel 2003.
Certo che è dura per uno come me cresciuto da bambino col trio olandese scaldarsi con queste mezeseghe
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