Avere vent’anni: LUNAR AURORA – Mond

Mond è il settimo album dei grandiosi Lunar Aurora, a mio parere e spero non solo il mio uno dei più spettacolari gruppi black metal di ogni tempo. È probabilmente il loro più violento in assoluto, e in parte ridimensiona le sperimentazioni tecniche e progressive presenti nel precedente Zyklus proponendo partiture più dirette che custodiscono angoscianti melodie non immediate e, proprio per questo, ancora più efficaci. Ne consegue che l’atmosfera risulti tesissima nei sei brani presi singolarmente e portatrice di concreto disagio nel loro complesso, neanche mitigata da rare tastiere che, se non altro, apportano un po’ più di melodia, senza peraltro spostare di una virgola l’impatto distruttivo dell’opera.

Il disco esce nuovamente per la loro etichetta Cold Dimension, gode di una produzione cristallina, precisissima, ed è grandioso poter apprezzare un black metal tanto estremo con così alta precisione. Aver trovato una stabilità discografica, vista la loro storica sfiga che ne ha purtroppo caratterizzato la carriera, avrebbe potuto significare rinnovato entusiasmo, così da lanciare i tedeschi in quell’Olimpo dove meritano di stare e avrebbero dovuto arrivare molto tempo prima. Invece non è stato così, dal momento che Mond è l’ultimo album con la formazione storica Aran-Sindar-Whyrhd e di fatto segna l’inizio della fine della storia dei Lunar Aurora: il successivo Andacht è stato pubblicato quando la band era in via di scioglimento (il termine usato in inglese è hiatus e in sostanza significa che il gruppo esiste solo pro-forma ma non si adopera più in nulla di concreto), e, anche se la data ufficiale di cessata attività è indicata nel 2012, Hoagast fu di fatto pubblicato postumo con materiale composto svariati anni prima. Lasciando l’amaro in bocca a tutti coloro i quali ritengono – a ragione – che la perdita è stata irreparabile.

Ci resta dunque Mond come simbolico epilogo, nonostante quest’ultimo non vanti un pezzo che spicca al di sopra degli altri come poteva essere su un Seelenfeuer (Der Geist Der Grausamen), su un Elixir of Sorrow (Hier und Jetzt) o sul già citato Andacht (Gluck). Mond appresenta inoltre il terzo capitolo di un’ipotetica trilogia “filosofica”, mai ufficialmente dichiarata eppure evidente se si è seguito il gruppo da sempre, che ebbe inizio appena l’anno precedente con Elixir of Sorrow e proseguì lo stesso anno con Zyklus: le fasi del giorno come metafora delle fasi della vita, laddove Mond (Luna, in tedesco) simboleggia l’influenza cosmica sui comportamenti empi propri dell’essere umano. I Lunar Aurora erano compositori straordinari, assolutamente geniali, nonché attenti esploratori mai banali di argomenti oscurissimi applicabili quotidianamente al black metal. Non hanno avuto paragoni, e oggi, che vedo il genere lentamente declinare verso una preoccupante staticità specialmente da parte delle nuove leve (i gruppi del passato con uno stile già consolidato proseguono sulla loro strada, ma il ricambio generazionale propone a fatica progetti discosti dalla spirale infinita del mero riciclo) se ne sente più greve la mancanza e di conseguenza ne aumenta il rammarico. (Griffar)

Un commento

  • Avatar di Fanta

    Disco che adoro e ascolto spesso ancora oggi.

    P.s. Sto ascoltando da qualche giorno un disco piuttosto disturbante e pieno zeppo di idee interessanti. È ad opera degli sloveni Kamra e si intitola Unending Confluence.

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