Avere vent’anni: lo split Horna/Behexen e la musica che puzza di morte

Ho dei ricordi agrodolci in merito a questo disco. All’epoca ero il cuoco in un ristorante nelle Langhe dove si servivano funghi e tartufi, il locale era a gestione familiare di proprietà di Renato, un’istituzione nel campo della ristorazione della zona. Non c’era neanche bisogno del cognome, Renato bastava. Nomen omen. Uno di quei patron che avevano iniziato a lavorare da giovanissimi e non avevano fatto altro nella vita oltre a lavorare (facendosi con onore dei gran soldi, questo per rendere merito a un imprenditore che probabilmente avrebbe ancora tanto da insegnare a tanta gente), dal carattere duro, spigoloso ma dal quale c’era sempre qualcosa di nuovo da imparare.

Di ritorno dal giorno di chiusura avevo portato con me al ristorante i nuovi dischi ritirati presso il negozio di Andrea, Pagan Moon, tra di essi anche lo split Horna/Behexen, e me lo stavo rigirando tra le mani mentre si faceva pausa. Non era stato semplice trovarlo, nemmeno per Andrea: era uscito in sole 500 copie per Grievantee Records, una piccola etichetta finlandese oggi scomparsa, con distribuzione poco capillare, le cui pubblicazioni diventavano rarità da collezione quasi immediatamente dopo l’uscita, perché erano tirate in quantità molto limitata rispetto all’effettiva domanda potenziale di ogni titolo. E quindi me lo stavo coccolando come una reliquia quando arriva Renato che, in tono assai burbero, mi disse: “Ma tu la smetterai mai di comprare roba che puzza solo di morte?”. Lo ricordo come fosse ieri, oramai sono passati vent’anni, ma ci sono cose che rimangono impresse nella memoria per sempre, anche se non saprei spiegarne bene il motivo. Voglio dire: che ai nostri genitori (o ai loro coetanei) la musica che ascoltiamo faccia ribrezzo non è mai stato un problema comprenderlo; di più: lo trovo logico, e sarebbe innaturale il contrario. Ma quel commento così spregiativo non so dire perché, ma mi colpì particolarmente.

Non molto tempo dopo lasciai quel lavoro e me ne andai altrove, pur rimanendo in buoni rapporti con Renato, che oramai è già mancato da diversi anni e, quando accadde, fu come se una parte della mia gioventù fosse finita per sempre, e quando ce se ne rende conto è comunque traumatico. Mi resta quel disco, quel disco che puzza di morte. È verissimo, sacrosanto: lo split tra due delle più importanti entità black metal finlandesi evoca miasmi dall’oltretomba a partire dall’oscurissima copertina. Il lato degli Horna è più ruvido, i brani sono più brevi e le sonorità più grezze, il lato dei Behexen è più cadenzato, occulto e satanico. In entrambi i casi non si può dire che la musica contenuta in questo split sia differente da quanto siamo abituati ad ascoltare nei dischi delle rispettive band, ma in questo caso i brani sono così tanto coerenti, convinti e convincenti che mi pare doveroso segnalarveli dicendo che li considero ai vertici delle rispettive produzioni.

Questo disco puzza davvero di morte, e proprio questo lo rende un oggetto imperdibile. L’originale lo si trova ancora, a prezzi non economici ma neanche proibitivi, il che è abbastanza curioso visto il livello dell’opera e quanto era raro già in illo tempore; è stato comunque ristampato più volte in vari formati, sicché oggi si trova ovunque senza svenarsi. Inutile dire che vale la spesa, qualunque essa sia. (Griffar)

2 commenti

  • Avatar di Bonzo79

    mah a me non sembra neanche un insulto, perché è (anche) quello l’effetto voluto… io lo uso per descrivere perché preferisco i disegni di Salinas a Gomez in Dago (per chi si intende di fumetti). Tecnicamente, Gomez è tanto migliore di Salinas… ma in Salinas senti il fetore del sangue e della morte, a volte mi veniva da lavarmi le mani dopo aver sfogliato certe storie

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  • Avatar di mazzo

    cringe..

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