Teenage Rebel, il nuovo dei NESTOR è un inno alla serialità anni ’80
Torno spesso sull’argomento, ma sono cresciuto guardando un sacco di tv. Telefilm e film, commedie, azione. Erano i primi ’90, quindi molto di quello che trasmetteva la tv era ancora degli ’80. Che si trattasse di un nuovo episodio o della nuova stagione di un telefilm, oppure ancora del sequel di una pellicola, c’erano alcuni schemi che venivano sempre rispettati. Uno fra tutti: se nell’episodio/stagione/film precedente l’Eroe aveva risolto per il bene un conflitto della sua sfera personale, all’inizio del nuovo capitolo scopriamo sempre che la situazione in realtà è tornata quella di partenza. Higgins e Magnum forse hanno imparato in fondo a stimarsi, ma litigano come sempre. Il capo di Axel Foley, laggiù a Detroit, non ne può più di nuovo dei suoi metodi, anche se l’anno prima ha risolto un’indagine impossibile. Oppure, se alla fine della vostra storia avete un adolescente che ha abbracciato il genitore che l’ha redarguito per tutta la stagione, al primo minuto del sequel quel genitore dovrà per forza essere tornato a rimproverarlo. All’inizio del nuovo anno scolastico, lo sfigato è sempre sfigato, anche se ha in più il bagaglio insegnatogli dall’avventura precedente. Potremmo farne mille altri esempi. È una legge, una legge della serialità, del tempo che va avanti ciclicamente e pare cambi, evolva, un po’ forse sembra lo faccia davvero, ma in realtà resta immobile (altrimenti è Dramma). Anche le serie di oggi, quelle serie, rispettano questa legge. Prendete Stranger Things, ad esempio. O prendete i Nestor, che ok, fanno dischi, suonano musica, non girano film o telefilm, ma se lo facessero sai che spettacolo. Ve li ricordate, vero? Io ero uscito totalmente scemo per Kids in a Ghost Town. E quindi cosa volete che mi aspettassi dal sequel di quel piccolo miracolo? Quantomeno che fosse al livello della stagione precedente, no?

Eccolo, Teenage Rebel si intitola. I ragazzini che si erano persi nella città fantasma sono ora seduti in cameretta, per questo incipit. Un po’ cresciuti, ma sempre teens. E, tra una locandina con Stallone in Cobra e una con la maschera di Venerdì 13, hanno pure il poster di Kids in a Ghost Town. All’inizio del disco si sente pure il tema di 1989 in versione arcade, ed è il gancio perfetto per incollare lo spettatore a un metro dallo schermo, già dai primi minuti della visione. Vi dico la sincerità, all’inizio non ne stavo uscendo pazzo, di Teenage Rebel. Il miracolo vero lo fai una volta, pensavo. La seconda volta al massimo è una ripetizione. Kids in a Ghost Town aveva quei due-tre brani impossibili, perfetti, che non smetteresti di ascoltare, perfetti, mi ripeto, senza tempo. Quelli che tiri il freno a mano in tangenziale per poi provare a fermare fomentato le altre auto, cantandoli. Ai primi tre/quattro ascolti di Teenage Rebel non ci trovavo una 1989, o a una These Days. Forse in effetti non ce ne sono, a quel livello. Ma per andare a cercare dei momenti di assoluta perfezione non mi stavo quasi rendendo conto che qua ogni episodio gira da Dio, sceneggiato da Dio, cantato e suonato da Dio. E pure che in realtà non c’è un solo momento di fiacca, o riempitivo. Nemmeno uno. Ed in questo, questo disco qui, è forse quasi meglio del precedente, che aveva dei signori picchi, ma a volte cercava un po’ troppo il gancio facile (Demi Moore, Samantha Fox). Quindi, in sintesi, Teenage Rebel è un altro tripudio di nostalgia e musica grandiosa, scritta da una band che pare davvero essere saltata fuori dal nulla e che è forse la sola in grado di portare il revival di questi anni ’80 ad un livello così alto. Un livello pazzesco, pure questa volta.

Dicevo del tema stile arcade di 1989. Non dicevo invece che nell’introduzione fa spazio quasi subito, nel girare le frequenze di una radio, ad un altro tema per pianoforte, un tema quasi horror. Quasi Halloween. Bene, quel tema diventa poi la prima canzone vera e propria, We Come Alive, tesissima, tra chitarre barocche, synth, Bon Jovi, AOR ruffiana e fonata. La chitarra è eccellente, per tutto il disco, uno come Ritchie Sambora sarebbe felice di metterci la firma, credo, e lui ne ha messe di firme su episodi straordinari. We Come Alive, melodicissima e da cantare a squarciagola, è forse meno ruffiana di quanto mi sarei aspettato, un pelino meno, perché forse più tesa, più preoccupata, di quanto non fossero i Nestor tre anni fa. Poi Teenage Rebel, quella che dà il titolo al disco, resta su quel livello di velocità ed energia, ma è più ginnica, se mi passate la definizione: spandex sgargianti, polsini e fascette di spugna. Che gioia gaia ti mette una canzone così. Chiaro che dopo tanta energia alla terza DEVE PER FORZA esserci già una ballata (regola della Serialità pure questa?). È Last to Know ed è una specie di Every Breath You Take meno magica, ok, ma pure meno ambigua. Meno magica ma, ovviamente, perfetta. La tentazione di menzionarle tutte, le canzoni, di fare una recensione track to track, a questo punto è fortissima. Fatemi dire almeno che c’è la ricompensa delle fatiche dell’eroe (Victorious), un’altra semi-ballad ancora più bella della prima e dall’arrangiamento semplicemente perfetto (Caroline), la ballata che Bryan Adams avrebbe potuto scrivere per il seguito di Robin Hood (The One That Got Away, ma occhio a quella specie di percussione elettronica che fa tanto Distretto 13 – le Brigate della Morte). E le rimanenti quattro sono pure tutte ottime, a questo livello qui, per lo meno (poi ognuno avrà le sue preferite, scommetto che Unchain My Heart lo sarà per qualcuno). Lasciatemi dire insomma che il miracolo che risponde al nome Nestor è confermato ancora una volta, per un’altra stagione. Ancora una volta ad un livello tra l’eccellente ed il pazzesco. (Lorenzo Centini)

devo ascoltarlo come si deve, tra i singoli appunto non ho trovato una 1989 o una on the run… ma siamo a livelli altissimi.
"Mi piace"Piace a 1 persona
A me il disco precedente non aveva detto molto, a parte un paio di pezzi. Questo, invece, mi sembra perfetto. È forse l’unica uscita odierna di area AOR/hard rock melodico che ha una solida ragion d’essere. Uno dei dischi dell’anno, per quanto mi riguarda (assieme ai Necrot, ma vediamo cosa ci riserva la seconda parte dell’anno).
"Mi piace""Mi piace"
Eccellente, ma il debutto era perfetto. Averne…
"Mi piace""Mi piace"
!Band ENORME! Con 2 soli album hanno già conquistato il podio dei miei gruppi preferiti (gli altri sono gli inglesi FM, TEN, GUILDOFAGES/CITA, HEARTLAND,..).
Questo secondo necessita forse di qualche ascolto in più ma il risultato è un album solido(e melodico) come una roccia!
La questione dei cosiddetti “plagi” (anche qui si sentono forti echi della Africa dei Toto, NikKershaw dagli anni ’80 e addirittura il famoso giro di keys dell’Esorcista(#!#) si può comunque de-rubricare(come dicono nelle alule di Tribunale) a innocenti “omaggi” tanta è la passione, energia e sincero rispetto verso suddetti artisti e verso quell’epoca dorata degli ’80 che i nestor sembrano venerare profondamente 🙂
"Mi piace""Mi piace"
Ciao!
Mi sto completamente abbandonando tra le note dei Nestor.
I grandi classici AOR li conosco ma alcune band che hai citato non le avevo mai sentite nominare.
Quali album mi consiglieresti tra quelle che hai elencato: “FM, TEN, GUILDOFAGES/CITA, HEARTLAND”?
"Mi piace""Mi piace"
Dei The Night Flight Orchestra ho provato ad ascoltare qualcosina ma mi lasciano sempre l’impressione di trovarmi di fronte ad una mascherata venuta poco bene…impressione nemmeno lontanamente percepita con i Nestor.
"Mi piace""Mi piace"
Ciao, Capisco perfettamente quello che dici sui NFO che sono comunque dei signori musicisti e hanno per primi intrapreso questa “strada revival anni80”! Massimo rispetto per loro!
I Nestor, che sono amici dei NFO avendo co-prodotto l’album KidsInAGhostTown credo, però hanno portato all’estremo questo concetto di “Revival ’80s” mettendo su anche una bella immagine, look, più moderna glam e esplosiva dei NFO(e qui secondo me si sono ispirati ai Kiss e alle Glam bands dell’epoca) tutto studiato alla perfezione (il cantante Tobias viene da anni di esperienza da produttore nell’ambiente discografico svedese! Lavora anche in una famosa casa di videogiochi!!) ma t’assicuro che i NFO,anche se con mezzi più limitati, sono un progetto serio.
Riguardo alle band consigliate.. beh gli FM sono forse la band più “incompresa” e “sottovalutata” della storia del rock! Sempre in quella linea immaginaria tra hardrock e rock “da film” per tutta la loro carriera (14 album l’ultimo uscito quest anno!) e una voce.. unica! Gli altri nomi Ten, Heartland, aggiungo i moderni SEVEN vai sul sicuro, hanno tutti in comune la presenza di cantanti favolosi unici e sopra la media:)
Fammi sapere se ti sono piaciuti
"Mi piace""Mi piace"