La cavalcata arrancante dei Nazgul: MORGUL BLADE – Heavy Metal Wraiths
Io ci ho provato. Giuro che ci ho provato. Ci avrò provato un milione di volte almeno, ascoltando a ripetizione Fell Sorcery Abounds, il primo full dei Morgul Blade. Persino comprandolo presso la benedetta No Remorse Records, etichetta che sta dietro al sempre più florido revival del metallo classico, facendo uscire roba nuova spesso interessante e ristampando vecchi classici o gemme semisconosciute del passato.
La prima volta che li vidi, il nome, il concept, la copertina e tutto, mi convinsi che questi sarebbero potuti essere uno dei miei nuovi gruppi preferiti, potenzialmente. Ci vuole davvero poco: Morgul + Blade + tizi incappucciati in copertina vestiti all’ultima moda Nazgul e voilà, fate di me ciò che volete.
Ecco, io per i tizi incappucciati, a cavallo o meno, che possano in qualche modo riportare alla prima incarnazione dei Nove Servitori, Spettri dell’Anello, ho un sincero debole. Un po’ come Ciccio quando vede copertine con grosse bestie sottomarine che attaccano brigantini, vascelli e caravelle.
Hanno davvero tutti i crismi, eppure non riescono mai a decollare nel mio sensibile cuore d’acciaio. Mai.
Fell Sorcery Abounds lo comprai perchè mi bastò sentire la prima canzone, intitolata appunto The Morgul Blade, per bagnarmi le mutande e convincermi che mi trovavo davanti ad un gruppone. Quello è in effetti, anche riascoltato a distanza di anni, un pezzone della madonna. Malvagio, epico e chi più ne ha più ne metta. Talmente perfetto che passai sopra pure alla commistione heavy metal di matrice classica/voce black metal, che non è esattamente la mia tazza di tè. Il resto, ahimè, non era nemmeno lontanamente su quegli standard, e, per quanto piacevole, poteva essere relegato a “musica di sottofondo” a cui non prestare più di tanta attenzione.
Mi sembra che oggi, a tre anni di distanza da quel disco, la solfa non sia cambiata granchè. Dopo i primi ascolti fatico in effetti a trovare un pezzo che sia brutto ma, e forse è pure peggio, non ne trovo nemmeno di particolarmente degni di nota. Insomma, non c’è una The Morgul Blade qua. Anzi, cercano pure di giustificare la voce in screaming del cantante con qualche accelerazioncina qua e là che, condita da tremolo riff, serve ancora di più a dare la sensazione che la proposta degli americani non sia né carne né pesce. D’altronde, un album del genere o ti conquista subito oppure mah. Non stiamo sicuramente parlando di un’opera cervellotica, quindi non c’è una terza possibilità.
Francamente non credo che il problema sia lo stesso dei Visigoth, che inizialmente su disco non mi convinsero ma che dal vivo mi hanno fatto radicalmente cambiare opinione. La differenza è che, anche senza sentirli dal vivo, ci si accorge che i Visigoth i pezzi ce li hanno eccome. Coi Morgul Blade si ha l’impressione che possano decollare da un momento all’altro ma poi dopo trenta minuti si è ancora sull’asfalto, e non si va da nessuna parte. Peccato, davvero. (Piero Tola)


Ho ascoltato l’album 3-4 volte, concordo pienamente.
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molto bello lo sto ascoltando in sto giorni 🖤🖤
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a me sta prendendo alla grande
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