Avere vent’anni: FANTOMAS – Delirium Cordia

Col senno di poi, Delìrium Còrdia è una pietra angolare: durata elefantiaca a parte, da un pezzo tutta la musica che ha accompagnato le nostre esistenze è diventata questo, i Fantômas sono arrivati prima marcando il territorio con la pisciata più lontana e più lunga di tutti (ininterrottamente per un’ora e un quarto). Con “questo” mi riferisco indistintamente alla musica che è stata per noi importante e formativa e speciale, con cui siamo cresciuti in tutti i sensi (anagrafico, mentale), di cui abbiamo letto e parlato con gli amici e in generale con persone che riconoscevamo simili a noi, così come a quella che abbiamo sempre detestato. Tutto quanto adesso è questo: un’unica poltiglia informe, indistinguibile, normativa, fatta di segmenti assemblati alla bell’e meglio di tante cose diverse tutte insieme che ci ricordano qualcosa di famigliare, antico e migliore ma senza il cuore, senza la vita che scorreva in mezzo (che è poi la parte che conta). I segmenti violenti hanno anima, ispirazione e coinvolgimento inferiori a un pomeriggio di cazzeggio in sala prove dove quello con le idee non si è presentato perché aveva da fare coi suoceri; comunque suonano rassicuranti, confortevoli e sicuri come pogare avvolti in kilometri di pluriball. Il resto paccottiglia senza valore a dipendere dai gusti di ognuno, ce n’è per tutti – ambient dronata, le musichette da sala d’attesa del dentista, un po’ di rumorini e le vocette buffe, oltre come detto a ogni sottogenere del metal – il tutto sfavillante in una produzione cristallina senza manco l’ombra di una sbavatura, dove perfino il fruscio degli ultimi solchi di fine lato di un vinile ripetuto per quasi venti minuti suona distaccato e distante come in una camera anecoica. Ricordi artificiali per chi ha presente com’era veramente o ricordi finti per chi ancora non c’era, in tutti i casi fluttuazioni burlesche di quella che una volta era la realtà, per dirla come Philip Dick che aveva già capito tutto parecchi decenni prima. Oggi tutto quanto è come Delìrium Còrdia, giusto più orecchiabile e ancora più inoffensivo. Dubito comunque i Fantômas avessero questo potere divinatorio, e soprattutto che abbiano assemblato il disco con gli stessi intenti e gli stessi propositi (c’è una qualche pretesa di concept alla base legato alla chirurgia senza anestesia, ma diciamo la verità chi mai si è preso la briga di fottersene qualcosa? L’importante era sentire Dave Lombardo che fa gli Slayer e Mike Patton che fa il matto). Citando Trapattoni, “Non ho la sensazione. Non ho nessuna sensazione. Io sono uno che guardo, questo è un foglio di carta (agitando in aria un foglio bianco) e quindi, le altre cose… chi è qui è qui, chi non è qui è un’altra cosa qua”. Delìrium Còrdia è qui ed è sempre lo stesso disco di merda che era nel 2004, per lo stesso motivo: è molto stupido quando i musicisti perculano chi perde del tempo ad ascoltarli. (Matteo Cortesi)

8 commenti

  • Avatar di TonyLG

    Erano gli anni in cui qualsiasi scorreggia usciva dal culo di Mike Patton veniva considerata chanel n. 5 .

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  • Avatar di nxero

    Ho sempre avuto un rapporto di amore/odio con i dischi con una traccia sola. Sono decisamente poco fruibili, alcune volte sono capolavori (vedi “Flood” dei Boris) altre volte una palla tremenda. Di sicuro ho sempre meno tempo per ascoltarli e farlo a puntate non ha senso. In questo contesto il disco dei Fantomas, al netto di tutti i pipponi pseudo-intellettuali, è un ottimo disco di sottofondo. Con i suoi limiti oggettivi a me non dispiace affatto. De gustibus.

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  • Avatar di fabio rossi

    Ritengo meno presa in giro questo disco che Prick e Colossus of Destiny.

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    • Avatar di nxero

      Ahahah Prick… che ricordi, credo che sia nello stile dei Melvins fare una cosa del genere, del resto c’erano di mezzo beghe con la casa discografica e altri casini, non a caso il nome è al contrario. È un disco atipico, ma almeno concettualmente ha un suo perché, Colossus invece rimane un mistero… loro dicono che si tratti di un disco fondamentale per capire la loro musica e a quel punto capisci di non aver capito. Ma sono i Melvins, li si ama lo stesso, anche se stanno facendo uscire troppa roba, il loro ultimo bassista è incagabile e la qualità delle loro uscite è in netto calo. C’è il serio richio che Dale Crover non si sieda più dietro ad una batteria e questa è una tragedia.

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  • Avatar di Gorogorogoro

    Non c’è più la musica di merda di una volta. Adesso anche la merda te la impacchettano bene.

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  • Avatar di Lillo

    Visti live preceduti da Tre Allegri Ragazzi Morti e Zu, da spararsi 🤣🤣🤣

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