La maledizione di Simpatiche canaglie e la tragica sorte di Alfa Alfa
Simpatiche canaglie (Our Gang o The Little Rascals nella versione originale statunitense), un serial cinematografico girato tra il 1922 ed il 1944, è probabilmente uno dei prodotti più riusciti e longevi di Hollywood. L’idea iniziale del produttore, Hal Roach (lo scopritore, tra gli altri, di Stanlio e Ollio), era mostrare al pubblico il comportamento naturale dei bambini tramite dei cortometraggi divertenti, spesso legati tra loro, della durata di circa trenta minuti ciascuno. La serie aveva diverse peculiarità: fu il primo prodotto cinematografico con un cast composto quasi interamente da bambini, nonché tra i primissimi ad annoverare nell’organico degli attori afroamericani, per giunta ingaggiati con un regolare contratto, in un periodo storico in cui spesso i pochissimi neri del cinema a stelle e strisce non venivano retribuiti o erano pesantemente sottopagati.
Simpatiche canaglie ebbe sin da subito un successo enorme negli Stati Uniti e continuò ad averne anche dopo la fine delle riprese: negli anni Cinquanta la serie fu trasmessa con profitto da diverse emittenti televisive americane, mentre intorno agli anni Ottanta varcò i confini nazionali, arrivando in molti Paesi del mondo, Italia compresa, riuscendo incredibilmente a replicare il clamore ottenuto in patria decenni prima. L’enorme popolarità della creatura di Hal Roach generò inoltre diversi spin-off e più di una rivisitazione: spicca per fama Piccole Canaglie (1994) di Penelope Spheeris, che vanta nel cast persino Donald Trump (il padre cinematografico di uno dei pestiferi marmocchi).
Sembra un quadro a dir poco idilliaco, ma non è tutto oro quel che luccica. Qualcuno, anni dopo, arrivò ad ipotizzare che su Simpatiche canaglie gravasse una sorta di maledizione: nessun componente del cast (oltre trenta bambini), nonostante la celebrità della serie, riuscì a diventare un attore professionista di buon livello e, per giunta, moltissimi piccoli interpreti finirono malissimo, tra povertà, tumori, infarti e morti violente, anche e soprattutto premature. L’unica eccezione che conferma la regola è Robert Blake (nome d’arte di Michael James Gubitosi, attore affermato – soprattutto in patria – per circa sei decenni, morto quasi novantenne nel marzo del 2023), anche se nel 2001 affrontò un processo per uxoricidio, al termine del quale fu assolto. Nemmeno lui, insomma, riuscì ad evitare al 100% il maleficio.
La storia di vita più controversa, tra le tante biografie da brivido dei giovanissimi interpreti della fortunata serie cinematografica hollywoodiana, è quasi certamente quella di Carl Switzer. Nato nel 1927 a Paris, un villaggio rurale dell’Illinois, il Nostro divenne il perno di Simpatiche canaglie in maniera del tutto casuale. Nel 1934 si recò insieme alla sua famiglia in California a far visita a dei parenti. Tra le tappe della gita c’erano gli Hal Roach Studios di Los Angeles. Ad un tratto lui e suo fratello maggiore Harold cominciarono a cantare e ballare come facevano spesso a casa, proprio nel momento in cui il produttore era nelle vicinanze. Il resto è facilmente immaginabile: furono ingaggiati entrambi e debuttarono nel 1935 nell’episodio intitolato La fortuna del principiante. Harold sparì dopo poche puntate, mentre Carl, al contrario, gradualmente divenne il protagonista assoluto di moltissimi cortometraggi, praticamente oscurando tutti gli altri imberbi colleghi, e prese il nome d’arte di Alfa Alfa. Nel 1940 Switzer abbandonò Simpatiche canaglie per sopraggiunti limiti d’età. Visto il picco di popolarità, sarebbe stato lecito ipotizzare per lui quantomeno una discreta carriera nel mondo di Hollywood anche da adulto, ma le cose andarono diversamente. Carl, come accade non di rado, rimase ingabbiato nel personaggio che l’aveva reso noto al grande pubblico. Dall’essere un buffo frugoletto col ciuffo ribelle, divertente e simpatico in quanto piccolo ed imbranato, Switzer si trasformò in un giovane uomo bruttino e dalle mediocri capacità attoriali, il tutto in un momento storico in cui nel cinema, soprattutto quello americano, i belli nella maggior parte dei casi erano i protagonisti, mentre gli altri erano frequentemente relegati a fare tutto il resto: i cameo, i cattivi, i ruoli di secondo piano, eccetera.
Carl arrancò tra comparsate e piccole parti, sino ad arrivare, nella prima metà degli anni Cinquanta, ad avere la necessità di trovare un lavoro convenzionale per mantenersi: nel 1954 divenne una guida forestale venatoria dell’area californiana della Sierra Nevada. Nello stesso anno, dopo un appuntamento al buio, sposò Diantha Collingwood, una delle eredi del patron della Collingwood Grain Inc.. Per l’ex child star quel matrimonio rappresentò una sorta di occasione per riscattarsi: la facoltosa famiglia di sua moglie, viste le pesanti difficoltà economiche della giovane coppia di sposi, per giunta con un figlio in arrivo, nel 1956 affidò a Carl e signora la gestione di una fattoria in Kansas. Durò ben poco: dopo appena un anno, nel 1957, i due divorziarono e Switzer si trasferì nuovamente in California, tornando a svolgere il suo vecchio mestiere e cercando inoltre di arrotondare lavorando anche in un bar di Studio City, un quartiere di Los Angeles ubicato nella San Fernando Valley.
Le molteplici vicissitudini fecero finire Carl nella morsa della depressione, a causa della quale sviluppò diverse dipendenze (alcol, anfetamine ed oppiacei), che accentuarono i tratti più sgradevoli del suo carattere, soprattutto l’aggressività. Nel gennaio del 1958, dopo una rissa, Switzer fu colpito da un proiettile mentre rincasava a bordo della sua auto. Pochi mesi dopo fu condannato ad un anno di reclusione per aver abbattuto illegalmente degli alberi protetti.
Agli inizi del 1959 Carl chiese in prestito ad un suo conoscente, Moses Samuel Bud Stiltz, un cane addestrato da utilizzare in una battuta di caccia all’orso. L’animale, lanciato all’inseguimento di una preda, si perse nel bosco. Switzer offrì un ricompensa di 35 dollari per il suo ritrovamento. Pochi giorni dopo un uomo riportò il prezioso cane da caccia a Carl presso il bar di Studio City in cui lavorava. L’ex protagonista di Simpatiche canaglie consegnò al benefattore i 35 dollari promessi e gliene offrì anche altri 15 in alcolici, per un totale di 50 dollari (oltre 500 dollari odierni). Tutto è bene quel che finisce bene, insomma. E invece no. Alfa Alfa Switzer sviluppò una convinzione: Bud Stiltz avrebbe dovuto restituirgli i soldi. Il 21 gennaio del 1959, intorno alle 19.00, Carl, insieme al suo amico Jack Piott, si presentò con fare molto minaccioso alla porta del domicilio di Stiltz, nella località di Mission Hills. La villa apparteneva alla moglie di Moses, in quel momento non presente, ed era abitata anche da Tom Corrigan, figlio di primo letto della donna e di Ray Crash Corrigan, attore di B-movies, soprattutto western, tra gli anni Trenta e gli anni Quaranta.
Fra i tre uomini nacque immediatamente una lite, al termine della quale Carl Switzer si ritrovò con proiettile nell’addome. Trasportato d’urgenza in ospedale, l’attore morì dissanguato poco dopo. Aveva 31 anni.

Bud Stiltz, in sede processuale, invocò la legittima difesa e raccontò la seguente versione. La sera del 21 gennaio 1959 Switzer piombò davanti all’ingresso di casa sua gridando: “Apri o sfondo la porta!”. Una volta entrato, seguito dal suo amico Piott, Carl avrebbe intimato a Stiltz di restituirgli il denaro. Dopo il suo rifiuto, i due intrusi avrebbero cominciato a picchiarlo, provocandogli una ferita alla testa. Bud, in preda al panico, si sarebbe rifugiato nella sua camera da letto, prendendo da un cassetto un revolver calibro 38, per poi ritornare di fronte ai suoi aggressori, con l’intenzione di cacciarli. A quel punto Carl avrebbe cercato di disarmarlo senza successo e subito dopo, in preda alla rabbia, Switzer, tirando fuori un coltello a scatto, avrebbe urlato: “Adesso ti ammazzo!”. Temendo per la sua vita, Stiltz avrebbe quindi aperto il fuoco contro l’attore, uccidendolo.
Il racconto di cui sopra divenne poi la versione ufficiale e l’assassino di Alfa Alfa fu assolto. Nel 2001 il già citato figliastro di Stiltz, Tom Corrigan, in un’intervista espose la sua versione dei fatti, abbastanza diversa da quella resa dal suo patrigno (morto nel 1983) in tribunale decenni prima. Tom confermò quasi tutto l’inizio della vicenda, ma smentì la parte cruciale che aveva permesso a Bud di ottenere l’assoluzione. Secondo Corrigan, Carl Switzer e Jack Piott avrebbero cercato di andare via dopo un colpo accidentale partito dalla pistola di Stiltz. Bud avrebbe quindi colpito il fuggitivo Switzer, per poi minacciare Piott, che si sarebbe salvato dalla morte solo al sopraggiungere dei soccorsi chiamati dai vicini. Il coltello a scatto citato in aula era probabilmente in realtà un temperino, tra l’altro forse scivolato accidentalmente dalla tasca di Carl mentre si accasciava (fu trovato chiuso sul pavimento, nel punto in cui cadde l’attore dopo essere stato attinto dal proiettile). Secondo Tom Corrigan, insomma, il 21 gennaio del 1959 il suo patrigno avrebbe quindi commesso un omicidio volontario.
Anche Harold, il fratello di Carl, pur avendo recitato solo in pochissimi episodi di Simpatiche canaglie, non sfuggì alla cosiddetta maledizione. In età adulta diventò un elettricista manutentore e nell’aprile del 1967 uccise un suo cliente dopo una discussione. Subito dopo, divorato dal pentimento, si diresse in auto verso una zona isolata e si suicidò. Aveva 42 anni.
Sulla controversa morte di Carl Alfa Alfa Switzer nacquero diverse leggende metropolitane/teorie del complotto, anche e soprattutto perché l’ex attore bambino era un massone. (Il Messicano)





Massone a quanto pare.
"Mi piace""Mi piace"
Era un massone. L’ho anche scritto.
"Mi piace""Mi piace"
Che era un Massone lo hai scritto?
"Mi piace""Mi piace"
No
"Mi piace""Mi piace"
Morire sparato è la fine più giusta per un cacciatore. D’orsi, poi
"Mi piace""Mi piace"
AHAHAHAH che cialtrone. Scrivilo qualche altra volta, dai.
Ottimo l’orso, puoi provarlo qui.
https://www.bijela-ruza.hr/it/
"Mi piace""Mi piace"
In pratica non sono riportate la cosa più interessante, ovvero le teorie del complotto. Due commenti su tre rimarcano che fosse massone. E quindi? Questo fatto non aggiunge nulla alla vita e alla morte di Switzer, a meno che non si creda appunto alle teorie del complotto.
"Mi piace""Mi piace"