Dialoghi platonici: pochi cazzi, GLI ALBERI tirano fuori il disco dell’anno
Ciccio: ce lo sapete che quest’anno Into Glory Ride fa 40 anni?
Piero Tola: quello e Heavy Metal Maniac a un mese di distanza l’uno dall’altro… Immagina che estate simpaticissima.
Ciccio: e Kill’em All.
Barg: e Piece of Mind.
Marco Belardi: mamma mia che annata.
Bartolo da Sassoferrato: quando viene l’estate ritorna sempre la voglia di sentirsi un po’ di doom, quello bello. Comunque mi rendo conto che sento sempre meno metal.
Charles: il mio disco dell’anno non è un disco metal in senso stretto. Mi è capitato per caso di ascoltare tali Gli Alberi. E niente: porco**o.
Barg: l’avevo pure messo io qui sopra perché è il gruppo di un nostro lettore. Mi aveva scritto che ci detesta perché non recensiamo dischi di gruppi emergenti e gli ho risposto che non lo facciamo perché se non descrivi un nuovo gruppo italiano come i nuovi Black Sabbath poi ti ritrovi addosso secchiate di insulti dagli stessi e che, avendolo fatto per anni su Metal Shock, dove eravamo costretti, col blog abbiamo deciso di recensire solo ciò che ascoltiamo personalmente, senza promo, accordi con case discografiche, recensioni su richiesta, etc.
Charles: Robbe’, gli puoi chiedere se è uscito nel 2022 o 2023?
Griffar: bè, ma sticazzi, chissenefrega. Se un disco merita sticazzi quando è uscito. Ma che, c’abbiamo musica a scadenza? Da consumare preferibilmente entro? Se è musica valida, non ha importanza quando se ne parla, l’importante è che se ne parli.
Barg: penso che Carlo volesse saperlo per poterlo inserire o meno nella poll di fine anno, a prescindere dalla recensione.
Griffar: eh, ma lo avevo capito. Lo stavo esortando in modo un po’ colorito a scriverne una rece coi fiocchi. Per la poll c’è tempo.
Bartolo da Sassoferrato: sono i nuovi Black Sabbath?
Barg: assolutamente sì.
E insomma, cari amici, Gli Alberi non saranno propriamente i nuovi Black Sabbath, però è vero: sticazzi di quando è uscito (dicembre 2022).
Reinhold è un concept album sulla scalata del Nanga Parbat dei fratelli Messner ed è un disco assolutamente da brividi, come la storia che racconta. È pieno zeppo di idee interessantissime, come da migliore scuola italiana, e brani che dire ispirati è riduttivo. Hiems, per citarne uno, mi ha fatto letteralmente rizzare i peli sulle braccia. Questa cosa non mi accadeva da una decina d’anni, cioè da quando cinque “ragazzi” di Liverpool tirarono fuori Untouchable. La scalata finale di Arianna Prette su Nanga Parbat II è una ascesa al Paradiso. E niente, è inutile stare qui a fare parallelismi o imbastire frasi altisonanti: ‘sto disco finisce direttamente sulla vetta della mia poll di fine anno. Ascoltatelo. Subito. (Charles)


Bravissimi! Mi farà schifo ma bravissimi!
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Il disco lo avevo ascoltato con attenzione tra dicembre e gennaio. È un album interessante e coraggioso, senza dubbio. Ma dal mio punto di vista è un’opera ancora molto acerba.
Il vero disco dell’anno non è un disco metal. Su questo sono d’accordo.
Il vero disco dell’anno è Take me back to Eden. Sleep Token. Negarlo è impossibile. Non sto dicendo che debba piacere necessariamente.
Sto dedicando che negarlo è stupido.
Fate voi.
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Ahahah me fai morì quando spari ste cazzate
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Mò te faccio ride ancora de più: mai stato così serio.
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Bravi sicuramente, qualche hanno fa un gruppo chiamato Kauan compose un disco “sorni nai” su un concept molto simile; un passeggiata sui monti Urali enella notte muoiono tutti gli alpinisti partecipanti. Il tutto tra pezzi lisergici, spinte ambient, musica celestiale e stacchi black metal; tutto con un suo disegno e un filo conduttore. Tutto puntato sul cuore e sulla connessione profonda che si instaura con chi ti sta cullando o calciando le orecchie. Servirebbe una recensione che di album ne hanno sparati fuori una decina.
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Stupendo album “Sorni Nai”, un concept album sul misterioso incidente accaduto al passo Dyatlov in cui morirono tutti i membri della spedizione in circostanze strane. Il disco è davvero ben fatto ma, se si conosce la storia, si leggono i documenti, si guardano le foto e successivamente si ascolta l’album, allora si scopre che è un lavoro davvero superlativo, dandoti addirittura la sensazione di essere li, con loro, ad avanzare faticosamente nelle montagne innevate degli Urali
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Anche per me il disco dell’ anno non è un disco metal, si chiama “Endocannibalismo” e gli autori sono gli STORMO da Feltre. Subito dopo viene “Domomental” dei Sabbia da Biella.
L’Italia sta tirando fuori dei gruppi enormi e necessari. Pochi. Cazzi.
Detto questo non li conoscevo e mi metterò all’ ascolto!
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“Endocannibalismo” disco clamoroso
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Folgorato sulla via di Damasco, d’accordissimo con Fanta: “Take Me Back To Eden” disco dell’anno, detto da un 44enne che vi segue da anni… metal o non metal e chissene 😘
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