La finestra sul porcile: Zerocalcare – Questo Mondo non mi Renderà Cattivo

Dopo lo straordinario e meritato successo di Strappare Lungo i Bordi, Zerocalcare torna e raddoppia con una nuova serie su Netflix. O quasi: perché Questo Mondo non mi Renderà Cattivo, che prende il nome dal bel pezzo combat-folk di Path, non è una “seconda stagione” o un seguito della precedente serie, pur condividendone spirito e personaggi. Questa volta il cuore della narrazione è diverso e la serie è volutamente – e coraggiosamente – più netta e divisiva.

Ma facciamo un passo indietro, proprio come nella narrazione spesso irregolare e non lineare dell’autore romano. Zerocalcare, che continua a superare record di copie vendute in Italia con le sue graphic novel, dopo la prova generale di Rebibbia Quarantine, andata in onda su Propaganda Live durante il confinamento, ha fatto il salto di qualità anche nell’animazione con Strappare Lungo i Bordi. Una serie che è, a tutti gli effetti, un grandioso zibaldone della sua poetica e del suo stile visivo e narrativo e che richiama, per molti aspetti, le tematiche trattate nel suo esordio sugli scaffali, La Profezia dell’Armadillo.

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La serie ha avuto un enorme successo trasversale e ha fatto breccia persino all’estero, nonostante le differenze linguistiche e culturali, per una semplice ragione: Zerocalcare dà voce ad un’intera generazione. Una voce che può piacere, non piacere, essere ritenuta sincera, paracula, vicina, o lontana, ma è una voce con cui è agevole confrontarsi e che dipinge, in modo estremamente diretto, situazioni e sensazioni in cui è molto semplice rivedersi. Un autore generazionale che, però, ha un’espressione talmente diretta da aver conquistato anche un pubblico molto diverso, come testimonia il fatto che Dimentica il Mio Nome campeggia sia sul comodino della mia nipotina di 15 anni che su quello di mia madre di 70.

Stilisticamente, invece, nonostante la semplicità nel tratto, la serie di Zerocalcare – così come i suoi fumetti – è un’esplosione di creatività, di rimandi pop, di narrazione fatta di incastri, parentesi, scatole cinesi anche di pochi secondi che, a volte, possono risultare dispersive rispetto a quello che è  il racconto principale (ed è questo il “rimprovero” che spesso vedo muovere a Rech), ma nella stragrande maggioranza dei casi tiene sempre viva l’attenzione ed è davvero stimolante.

Ritorniamo al presente.

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Strappare Lungo i Bordi, volendo sintetizzare in modo brutale, era la storia di Zero, Secco e Sara che capiscono come crescere, convivere con la propria coscienza e venire a patti con qualcosa di più grande di loro in un contesto, molto importante, della periferia romana. In Questo Mondo non mi Renderà Cattivo, invece, pur ritrovando gli stessi personaggi, il contesto è la serie, diventa l’aspetto fondamentale. Non solo a livello di luogo, ma, ovviamente, a livello sociale e politico.

Perché se anche questa volta Zero, Secco e Sara si trovano ad affrontare le difficoltà della vita, il cuore della vicenda umana e sociale ha le fattezze di Cesare, vecchio amico di Zero, molto diverso dalle sue amicizie, che ritorna dopo anni passati altrove, quando nel quartiere scoppia una scissione legata all’ospitalità di alcuni rifugiati siriani.

Ed è qui che la serie diventa divisiva, perché, pur avendo Rech l’intelligenza di non banalizzare una questione così complessa con un petaloso messaggio sociale, e nonostante lui entri in crisi quando vede che anche persone a lui vicine esprimono opinioni che non si aspettava, quando si tratta di andare “al sodo”, è nettissimo. Così tanto netto che non è da tutti. E non è da serie Netflix di prima fascia.

Perché, nonostante sia oltremodo nota l’appartenenza di Zerocalcare alla sinistra dei movimenti, in questo caso non ha usato esattamente il fioretto e ha chiamato tutti con il nome appropriato, ma senza cadere in facili catalogazioni. I fascisti – anzi, nazisti, visto che “fascista” è inflazionato – vengono chiamati così, perché hanno dimostrato di esserlo, si rifugge – e si fa autocritica – da tutti quelli che sono gli stereotipi del rifugiato e si evita una stupida bipartizione tra “buoni” e “cattivi”, perché si riconosce che la vita ha reso ognuno di noi diverso.

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Ma al tempo stesso, quando c’è da mettersi in gioco e prendere posizioni, la scelta, anche sotto un punto di vista morale, è nettissima, talmente poco democristiana che non richiede alcuna interpretazione. E questa cosa, ovviamente, ha fatto discutere e ha fatto anche incazzare molti che, evidentemente, si sono sentiti punti nel vivo, mentre rappresenta un’ulteriore prova dell’onestà dell’autore romano, rimasto quello che era quando vendeva gli autoprodotti portandoseli sul treno da Formia a Roma e che non ha paura di perdere una parte più trasversale del suo pubblico.

Stilisticamente la serie è ancora più riuscita della precedente, con una commistione di generi e stili davvero azzeccata che fa da ottimo mezzo per una narrazione come sempre assai frammentata e che abbraccia registri profondamente diversi, ma sempre capaci di emozionare. Perché se c’è una qualità che davvero non si può negare a Zerocalcare è la capacità di toccare certe corde nello spettatore, di non lasciarlo mai indifferente, anche in mezzo a tante risate.

E anche questa volta, tra una gag dell’armadillo e una battuta di Secco, ci si ritrova in più occasioni con l’occhio lucido: per ragioni diverse rispetto a Strappare Lungo i Bordi, ma con la stessa intensità. (L’Azzeccagarbugli)

23 commenti

  • Avatar di max

    questo racconta che lancia le bombe carta, partecia agli scontri (e le piglia di brutto) è dovrebbe essere un esempio?

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    • Avatar di L'Azzeccagarbugli

      Ognuno fa le sue valutazioni etiche e morali. L'”insegnamento” non penso che sia una finalità che persegue la serie, né, in generale, una finalità che dovrebbe essere obbligatoriamente cercata in un’opera artistica di qualunque natura. Zerocalcare prende una posizione, se ne assume la paternità e può essere condivisa o meno.

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    • Avatar di Botafogo

      Metallari duri & puri™ sempre lì a dire che il mondo è diventato troppo soffice e politicamente corretto che ora si mettono a frignare e fare i moralisti perché uno si oppone ai fasci. Piagni stellina, piagni ❤️

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  • Avatar di Orgio

    Peraltro, Mastandrea è sontuoso nel dare voce all’armadillo.

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    • Avatar di aijanai

      a me veramente l’Armadillo sembra la nota piu` stonata dell’intera serie: sul fumetto Armadillo e` nevrotico e paranoico, qua invece pare proprio una seconda personalita` cinica e antagonista che lo tratta a pesci in faccia. Boh.

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      • Avatar di Orgio

        In disparte il fatto che io mi riferivo al doppiaggio, la serie e i fumetti non sono la stessa cosa e non hanno lo stesso stile, quindi ci sta che anche i personaggi si comportino in modo diverso. Scelte autoriali. Resta il fatto che il lavoro di Mastandrea nel dare voce all’armadillo è eccellente.

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  • Avatar di Fanta

    Visto in questi giorni di vacanza a Siena. Mia figlia continuava a ripetere in loop “venire a cena da noi stasera puoi?”. Ma sulle parolacce nessun problema. Non le dice manco sotto tortura. Il che da un altro punto di vista è comunque un problema. Il nano piccolo invece sottolineava ripetendo divertito ogni singolo “cojone”, “cazzo”, “levate dar cazzo” (il suo preferito) e “vaffanculo” (a nastro).

    Piaciuta moltissimo, proprio perché coraggiosa e molto più scomoda della prima.

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  • Avatar di Fabio

    serie buonista e moralista, la descrizione dei migranti come vittime indifese assaltate da bande violente e riottose è decisamente faziosa.
    Ma almeno la parentesi sulla giraffa de sinistra che accondiscende per far sì che ci siano feriti tra “nazisti” e “zecche” così da scalzare chi sta al potere mi sembra una critica anche piuttosto esplicita a quel modo di interpretare la politica della sinistra no? Anzi oserei dire che qui si demonizza l’uomo de borgata de estrema destra ma politicamente si sottolinea l’ipocrisia della classe politica di sinistra, non di quella di destra rappresentata da trichechi che tutt’al più rimangono immobili nelle loro posizioni. Ma nell’insieme questa continua sequenza di lamentele e morale spiccia ha decisamente triturato i coglioni.

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  • Avatar di Schnell

    Senza discutere il messaggio o le posizioni prese dall’autore, sorge però lo stesso dubbio dell’effetto “Tom Morello”: combattere il sistema dall’interno (leggasi paraculaggine). Mi spiego meglio e la mia non vuol essere una provocazione, ma davvero una riflessione sulla moralità di chi ha sempre bazzicato nella logica diy dei centri sociali e, una volta fatto il salto di carriera, ha iniziato a destreggiarsi tra tv e netflix. Ripeto, non voglio essere provocatorio, mi chiedo solo se non manchi un po’ di coerenza da parte sua.

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  • anonimo veneziano
    Avatar di anonimo veneziano

    ma voi sinistrosi sapete argomentare o solo insultare?

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    • Avatar di Fanta

      Ma di che cazzo vuoi discutere? Qua c’è ancora gente che sbandiera parallelismi tra l’essere poveracci e l’essere di sinistra. Manco a quattordici anni, per dio, ho sentito stronzate di tale risma. Come se esistesse ancora la lotta di classe o meglio: una coscienza di classe generatrice di steccati e fantasmatici desideri consumistici sospesi tra senso d’esclusione e brama di realizzarli. Tipo i sogni di Giacinto Mazzarella in Brutti, sporchi e cattivi.
      Essere di sinistra nell’epoca ipermoderna significa solo essere dalla parte delle minoranze, delle persone marginalizzate, di chi non ha avuto il culo di nascere nel posto giusto, al momento giusto.
      E non serve coprirsi di stracci, avere una Bianchina fantozziana o il portafoglio vuoto. Serve avere compassione e fare qualcosa insieme a chi se la passa peggio di te. Pensare a come generare integrazione. Non inclusione, attenzione. Parlo di integrare differenze, riconoscerle e farle incontrare produttivamente. E serve potere economico anche per imparare a pensare. Certamente. Ma non basta visto il vuoto siderale di intellettuali in Italia.
      Viviamo in uno dei Paesi più vecchi d’Europa, con una cazzo di età media di 47 anni e rotti ma ancora guardiamo a chi viene qua come qualcuno che ci sta togliendo qualche cosa.
      Non lo so se Zerocalcare è ricco. Non me ne frega un cazzo. Di fatto ha qualcosa da dire e lo fa.
      E sarebbe ora di smetterla di cospargere merda su tutto, utilizzando categorie di lettura della realtà che farebbero impallidire un ritardato.

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      • Avatar di max

        Essere di sinistra nell’epoca ipermoderna significa solo essere dalla parte delle minoranze, delle persone marginalizzate

        bingo questo è il motivo perchè non vi vota più nessuno, la gente gli interessa abbassare le tasse, sicurezza, lavoro, opere pubbliche ecc

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      • anonimo veneziano
        Avatar di anonimo veneziano

        sveglia!!! a nessuno piace il riccastro di sinistra che vive nella villa nel quartire in che fa l’accoglione. A lui che gli frega? Mica gli vanno a spacciare o a creare degrado sotto casa o al giardinetto. Questo non mi entra proprio nella zucca . L’accoglione alla gente gli stà bne se è povero.

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      • Avatar di KevinFunari

        Ragazz* mi avete aperto gli occhi, lo Sveglia!1!!! ha fatto il suo effetto!!! ;-)
        1) caro Maximo, L’ho votato l’ultima volta ma questa volta col cazzo che prende il mio voto Zerocalcare,
        2) Oltre ad avermi fatto scoprire che aver fatto i soldi è una colpa, a meno che non tu sia un calciatore o una che ha fatto dei bocchini a uno ricco, ringrazio l’anonimo di Venezia che ha notizie certe che il nostro buon Zerocalcare ora vive in una megavilla ai Parioli, in attesa di comprarsi un attico a New York di fianco a Saviano!

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      • Avatar di Mala the old

        @Max …”bingo questo è il motivo perchè non vi vota più nessuno, la gente gli interessa abbassare le tasse, sicurezza, lavoro, opere pubbliche ecc”

        è per quello che vota a DX ? ah ah ah ah ah ah ah ah ah

        ma ci credi anche ? e credi che la dx fa tutto quello ?

        ah ah ah ah ah

        ma va va … che votate a dx solo

        perprimaglitalianilapatriagliimmigraticitolgonoillavorolhadettoiltelegiornaleporccoddddueilduce…

        Detto da uno che non vota e non voterebbe questa sx manco scannato

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  • Avatar di Fanta

    Sicurezza max, sicurezza. Comprati un fucile a pompa e spara in testa al corriere che ha sbagliato indirizzo entrandoti nel giardino. Oppure ferma le challenge deliranti dei ventenni italici di YouTube, se ne sei capace.
    Fra cinquant’anni chi lavorerà più in un paese culturalmente autarchico e sovranista? I pensionati di novant’anni?
    Li mettiamo sulla Roma-L’Aquila a manutenere ponti, viadotti e gallerie.
    Altro che tasse, useremo l’intero stipendio per pagare le pensioni entro la prospettiva che implicitamente paventi.
    Bel futuro.
    Comunque stupido io a parlare di sta roba.
    Viva la fregna.

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  • Avatar di riccardo

    Carina, Spiega bene come le persone possano essere portate a “stare dalla parte sbagliata”. Poi ci sono alcune cose che non mi sono piaciute, tipo per esempio che è troppo da centri sociali per i miei gusti personali e quindi quando si arriva agli scontri di piazza con il volto coperto, anche no, grazie.
    Dopo aver visto questa opera che parla di lotta e ribellione verso ciò che non troviamo giusto, sono andato a vedermi cosa ne pensa Zerocalcare della situazione Ucraina. Devo dire che sono rimasto molto deluso. Lui ci prova anche a dire che gli ucraini hanno il diritto di lottare contro l’invasore, ma poi rendendosi conto che la sua fanbase è di comunisti con la maglia di Che Guevara e la bandiera dell’u.r.s.s. sopra al letto, fa una mega supercazzola dicendo che sì, gli ucraini hanno il diritto di difendersi però non sa se è giusto inviare le armi… A coglione, con che cazzo si devono difendere dai missili se non con i patriot? Con l’ombrello aperto?

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    • Avatar di Mark

      Beh, potresti andare anche tu ad aiutare i fan di Bandera e Shukevich (e dei pogrom contro le minoranze magiare, russe, ebraiche, ecc) invece di stare sul web a commentare…

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  • Avatar di gastone

    zerocalcare Il meglio del peggio dei giovani di sinistra frignoni, felpa griffata e bermuda engagé, quarant’anni e lamentarsi ancora che la colpa è der sistema, Zerocalcare e un milione di fumetti venduti è l’apologia di una generazione triste. So’ di Centocelle, vivevo di traduzioni, siamo sfigati… Er Secco, Tor sta Ceppa, stop motion, piangersi addosso, pija male, i migranti che nessuno se vole accollà e l’armadillo de ‘sto ca**o. Stacce.

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  • anonimo veneziano
    Avatar di anonimo veneziano

    ci è arrivato miracolo

    https://www.iltempo.it/personaggi/2024/01/19/news/giovanna-pedretti-zerocalcare-selvaggia-lucarelli-esercizio-ego-pd-social-38156532/

    Gli appelli non funzionano. Contengono le parole giuste e i concetti nobili, ma alla gente trasmettono l’immagine degli intellettuali che fanno la morale dai loro appartamenti in centro”, ha premesso.

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