Dischi che ti entrano nel cranio come un proiettile: MOONSCAR – Blood Moon

In realtà Blood Moon è uscito da pochissimo ma ne scrivo perché mi è entrato nel cranio come un proiettile di 44 Magnum e l’ho già ascoltato una barca di volte, anche se ufficialmente è solo del 29 aprile. Io l’ho preso una settimana prima ma poco cambia. Il motivo è semplice: fin da subito mi ha ricordato un gruppo, uno di quelli della madonna di un po’ di tempo fa, uno di quelli che “aspetta, ma questo assomiglia a… a…”,  e non ti viene in mente il nome neanche a sbattere la testa contro uno spigolo per autopunirti di non avere più la memoria di qualche tempo fa, quando sarei potuto andare a Sarabanda e sbaragliare il campo se solo avessero messo metal estremo. Ci divento scemo quando ho il titolo di un disco o di un pezzo sulla punta della lingua e non mi viene… E allora giù di ascolti per farmi ricordare a chi somigliano.

maxresdefault

Alla fine ci sono riuscito tre giorni fa (o quattro? Malôra – in piemontese si scrive così e la o diventa una u lunga – l’alzheimer che galoppa) e mi è arrivata la botta: Blood Moon è preciso identico a Rape in Rapture degli svedesi melo-death/black Misteltein, disco uscito 21 anni fa (del secondo ed ultimo Divine. Desecrate. Complete vi anticipo che parlerò in modo meno entusiasta nel ventennale dell’ottobre prossimo). Orbene, Rape in Rapture fu un grandissimo disco di death/black melodico svedese e, lasciando perdere tutti i necro-blacksters che considerano questa roba troppo fri-fri per essere degna di esistere, nel giro della Torino black metal dell’epoca praticamente lo consumammo. Ricordo come fosse oggi un meeting a casa mia in alta montagna, alta Val di Susa, tra gli altri c’erano tutti gli Adversam e nello stereo girava il disco dei Misteltein, entra Twilight’s Sigh che in mezzo a quel gran disco è la stand-out track e Alessandro (il batterista, aka Summum Algor) mi fa: ”Minchia alza un po’ il volume di ‘sta roba!”. Quella sera l’avremo ascoltata cinquanta volte… roba da fanatismo.

Blood Moon non solo somiglia a Rape in Rapture, ma ne è la copia conforme. Grandi, grandissime melodie equamente suddivise tra pattern di tastiere arrangiate con effetti abbastanza diversificati e riff di chitarra velocissimi, con basso e batteria più o meno in perenne up tempo non distante dal blast beat vero e proprio. Le vocals sono veramente uguali a quelle di quel disco di 21 anni fa: io, che più o meno in vita mia un po’ di musica l’ho ascoltata, non credo che saprei distinguere le une dalle altre. Talvolta vengono anche passate attraverso un vocoder per dargli un effetto più stregonesco, ma sono momenti passeggeri, non prevalenti. Posso quindi affermare convintamente che me ne strafrego se il disco non è originale, visto che ne replica un altro che ho praticamente consumato e che conosco a memoria… Anche perché, dopo essermi detto “cazzo ma questi sono precisi precisi a Misteltein”, dallo juke-box polveroso che ho nel cervello sono riaffiorati grandi pezzi come Nevercome o Silvertears oltre a Twilight’s Sigh, e non c’è nulla, ma proprio nulla nei pezzi dei Moonscar che li renda meno efficaci, meno aggressivi, meno d’effetto. Rape in Rapture fu un capolavoro, Blood Moon va considerato al suo pari. Certo, non inventa niente. Ma se le copie sono di questo livello io non ho nulla da ridire, né oggi né mai. A pensarci bene qualcosa di diverso tra loro c’è: mentre i Misteltein erano un sestetto voce/basso/2 chitarre/batteria/tastiere, svedesi fino al midollo, Moonscar è un solo project di una ragazza greca che suona tutti gli strumenti, canta, scrive tutte le partiture e gli arrangiamenti. Minchia. Non fosse che si rischia di invitare a cena una vampiressa… (Griffar)

Un commento

  • Pensavo fossi l’unico italiano ad aver in collezione quei due dischi dei MISTELTEIN. Ora mi fiondo subito all’ascolto di questo “blood moon” per veder tale “magia” riemergere.

    "Mi piace"

Lascia un commento