I soliti raccomandati: BE’LAKOR – Of Breath and Bone (Rockstar Rec)

Continua l’operazione revival death anni ’90 coi Be’Lakor. Formazione australiana di evidentissima ispirazione scandinava che propone il classico death melodico che tanto mi fa girar la testa e che sforna un album apparentemente impeccabile. Riesco a mandar giù quasi tutto quello che viene prodotto sotto il cappello del death alla svedese, a prescindere dalla effettiva provenienza geografica della band, ma con questi australiani ammetto di star facendo non poca fatica. Nel senso che dopo un primo ascolto che conferisce immediato piacere sensibile alle orecchie, via via che ci si addentra in Of Breath and Bone ci si accorge di quanto sia ricoperto di cere e trucchi superficiali che rischiano di sciogliersi ai primi caldi. Un noto sito di settore che non fatico a linkare, in quanto più volte è stato per il sottoscritto una buona misura di confronto, li elogia a più non posso e li inserisce al primo posto nella classifica dei migliori album del 2012 (oltre che di quelli più venduti). De gustibus dom sathanas, come siamo soliti dire a Metal Skunk, quindi non entrerò in polemica con gli esimi colleghi, ma il dubbio che i Be’Lakor abbiano amici influenti non mi ha ancora del tutto abbandonato.

“Culattoni e raccomandati!”

Detto ciò non avrei avuto molto altro da aggiungere e mi sarei forse fermato alla battuta di spirito. Ma poi vado in giro a raccogliere maggiori informazioni -perché la curiosità non è soltanto femmina- e ti scopro che gli esimi colleghi di cui sopra sono in ottima compagnia in questo lavoro di frenetico incensamento della band australiana. Anzi vedo che i Be’Lakor hanno ottenuto giudizi dalla critica internazionale di settore che sfiorano quasi tutti l’ottimo, tanto da candidarli fin da oggi a una delle migliori uscite del 2012, quanto meno in campo death. È come se si facesse a gara a chi ne scrive prima e meglio. Ora, sinceramente parlando, me ne frego e non mi sento in dovere di argomentare in modo più approfondito perché la diatriba non mi appassiona per nulla però mi conforta vedere che non siamo i soli a non essere cascati nell’impazzimento generale. Comunque giudicate voi la fattura del disco e verificate l’applicazione certosina degli stilemi del death melodico, la precisione nei vari passaggi nonché la pulizia del suono e della produzione. A me, ripeto, il fenomeno Be’Lakor non esalta e se il primo incanta, il secondo strega mi trovo al contrario a ridefinire man mano il mio voto verso il basso e il secondo lascia perplessi,il terzo annoia, il quarto trita le palle e così via. Al quinto l’ho percepito solo come vago rumore di fondo la qual cosa mi significa che basta poco a far venire fuori tutta la piattezza intrinseca a questo disco che seppur formalmente impeccabile non va molto oltre il concetto di Bignami del death melodico. Capisco che possa piacere molto perché è estremamente catchy, come il precedente Stone’s Reach, e so che a voler confrontare l’originale e la copia non si arriva da nessuna parte come nemmeno a sostenere che in campo musicale sia stato già detto più o meno tutto (la qual cosa suona alquanto retorica per ciò che riguarda il death melodico), perché si rischia solo di inibire le nuove idee quando ve ne sono di buone. E siamo al quaglio di tutta la faccenda: qui nuove idee zero. Tirando le fila insomma, la manovella gira ben oliata ma manca quel quid di innovazione -o soltanto un minimo di personalizzazione- che me li avrebbe fatti piacere molto di più. (Charles)

23 commenti

  • MorphineChild
    Avatar di MorphineChild

    perché un ordinario disco di death melodico strasentito come questo deve raccogliere consensi ovunque e i Ne Obliviscaris non se li fila nessuno? eppure sono australiani pure loro… perché il nuovo disco dei Gojira invece prima mi ha fatto schifo e ora mi piace? boh!

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  • Avatar di Nervi

    Ma cos’è questa moda del capucetto rosso esoterico? Almeno questi non hanno fatto uscire un doppio cd come i Moonspell. Concordo al 100% con la recensione.

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  • Avatar di Snaghi

    non c’entra niente con l’articolo, ma in quel sito che hai linkato (molto carino e che non conoscevo) c’è nella home una sezione con i dischi più famosi di tutti i tempi… a me sinceramente gli opeth sono (o forse erano) sempre piaciuti, ma sono così fighi da avere 47 dischi ella top ten? sono importanti quanto metallica, slayer e iron maiden? più di in flames, megadeth o manowar? mi sono perso qualche puntata?

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  • MorphineChild
    Avatar di MorphineChild

    sì il sito è molto carino

    per quanto riguarda gli Opeth… sul momento la cosa ha sorpreso anche me, poi ragionandoci un attimo sopra ho capito che la cosa ha una sua logica: il tempo passa, le generazioni di ascoltatori crescono e i gusti ugualmente cambiano. non si può pretendere che per i ragazzini i nomi di riferimento siano sempre quelli… so che molti delle firme di MS non saranno d’accordo, ma gli Opeth rappresentano un modo di intendere la musica che ha inciso molto, magari privo della carica viscerale che è comune a tante band del periodo ’80/inizio ’90 ma per me altrettanto bello. non è poi così sbagliato che ora siano tra i “classici”, vista anche l’allucinante bellezza di un disco come Morningrise

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    • Avatar di lowfiles

      guarda, io “Orchid” e “Morningrise” li adoro, ed in generale gli Opeth non mi hanno mai fatto schifo del tutto e si sono sempre inventati qualcosa, ma tra le migliori di sempre col caxxo che ci stanno…una volta un mio amico, di fronte alla mia faccia sgomenta, mi fece “tranquillo, i Death sono un gruppo di passaggio, prima o poi agli Opeth ci arrivi…” è questo che ti fa sbroccare come un matto, il vedere che non si riesce a discernere tra il bisogno viscerale di creare musica e tentativi di fare ponti addò non passa l’acqua….

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      • Avatar di Charles

        l’antica saggezza abruzzese! cmq (i miei 2 cents sull’argomento) adoro gli Opeth in (quasi) tutte le loro manifestazioni, compreso l’ultimo, ma riconosco che non sono fondamentali per la storia metal manco per un kaiser. importanti sì, ma fondamentali sono i Manowar per intenderci

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      • Avatar di trainspotting

        è per colpa di gente come il tuo amico che iddio ha mandato il diluvio universale sulla terra.

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    • Avatar di Ciccio Russo

      Io invece sono d’accordo con MorphineChild: sebbene mi piacciano davvero solo i primi due dischi, negli ultimi dieci anni gli Opeth hanno avuto un’influenza enorme sulla scena e sul modo di concepire l’heavy metal delle nuove generazioni, quasi ai livelli di In Flames e Mastodon. Che poi quello che è venuto dagli Opeth possa non piacerci è un altro discorso, però sotto quest’ottica sono molto più rilevanti di un gruppo come i Manowar, un unicum che anche nel piccolo orticello dell’epic metal ha fatto meno proseliti, per dire, dei Virgin Steele. Più o meno per gli stessi motivi per cui i Korn sono stati molto più fondamentali dei Rammstein, per citare un’altra band che non mi ha mai interessato e un altro gruppo che amo alla follia. Poi ovvio che al posto di lowfiles mi sarei dovuto trattenere per non prendere a randellate l’amico. Come disse il panzone in canottiera della Festa dell’Unità di “Berlinguer ti voglio bene”, “che s’apra il dibattito”

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      • Avatar di lowfiles

        hanno una fan base spropositata e trasversale, è vero, ma sull’influenza…non so, quanti gruppi suonano “alla Opeth”?
        che magari non siano facilmente replicabili è un punto a loro favore sicuramente, ma quanto hanno inciso sul modo di suonare tout-court?

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      • Avatar di Charles

        devo dissentire. è sempre giusto che l’importanza di un gruppo venga valutata solo sul numero di emuli che produce? l’importanza dei Manowar è imparagonabile a quella degli Opeth proprio perché è un unicum impossibile da riprodurre. il nu-metal poi (e parlo da europeo) è solo un fenomeno sociologico del cavolo che non ha nulla a che fare con la musica metal, vuoi davvero sostenere che i Korn siano fondamentali? allora pure gli Alcest sono da annoverare fra i fondamentali perché hanno 1000 copie in giro per il mondo. ma non è così (e lo dice uno che per gli Alcest esce pazzo)

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      • Avatar di Ciccio Russo

        @lowfiles: se facciamo un discorso stilistico tout-court ti do ragione ma se parliamo anche di suoni e attitudine è un altro paio di maniche, pensa alla moda delle produzioni ‘wilsoniane’ e soprattutto all’avvento di quello sciagurato ossimoro che è il “metallaro intellettuale”

        @ charles: certo che non è giusto ma qua è al mero proselitismo che sto restringendo il discorso.

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      • Avatar di masullomarco

        Quando si parla di Steven Wilson non posso esimermi dal commentare. Premessa: sono un grande fan di Wilson e dei Porcupine Tree, ma le produsioni wilsoniane hanno veramente rotto il cazzo, sul serio possono starci bene su un disco prog alla Porcupine Tree e passi pure che il nuovo Anathema suoni dannatamente wilsoniano, ma sinceramente quando sento un disco degli Opeth suonare a quella maniera mi sale la bile. Paradossalmente il ‘metallaro intelletuale’ spesso e volentieri non lo conosce neanche Steven Wilson, ma assorbe passivamente il suo operato, ignorando completamente chi ci sia dietro quei dischi che gli piacciono tanto. Per il resto io sono d’accordo con Ciccio, l’impatto e l’influenza si misurano nel numero di cloni che un gruppo si ritrova in giro per il globo, mi viene da pensare ad esempio ai Darkthrone degli esordi e a tutte le band clone che per anni hanno affollato la scena. Gli Alcest sono tra i fondamentali OGGI, tanto quanto lo sono i Mastodon, gli Opeth e i Korn per gli anni ’90. E negli anni a venire non credo che le cose miglioreranno, per come la vedo io tra un lustro o poco più troveremo il mercato saturo di band clone dei Gojira, avete visto quanto diavolo stanno vendendo?

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      • Avatar di Ciccio Russo

        Per quanto riguarda i Porcupine è interessante anche come siano cambiati, e non in meglio, da quando Wilson ha scoperto il metal. Non che i dischi da Fear Of A Blank Planet in poi non siano apprezzabili ma, beh, non sono più la stessa cosa

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      • Avatar di masullomarco

        Concordo, tipo ‘Fear Of A Blank Planet’ è un gran disco, ma messo a paragone con un ‘The Sky Moves Sideways’ o un ‘Stupid Dream’ scompare completamente. Il mio preferito resta ‘Voyage 34’ : 30 minuti e rotta di viaggio allucinante che ti fa venire voglia di conoscere Martin McFly, per rubargli la macchina del tempo e tornare nel ’68 per calarti una dose di LSD (ed è importante che sia il ’68).

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      • Avatar di Nervi

        I Korn sono i Black Sabbath degli anni ’90. Hanno creato un mondo, un modo diverso di concepire la pesantezza musicale e l’oscurità.

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      • Avatar di trainspotting

        stavo per scrivere una cosa del genere.

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  • Avatar di lowfiles

    si infatti, giudicare dal numero di emuli è una forzatura, è solo che leggendo dei Korn mi sono venuti in mente quei quattro riff stoppati in croce che poi sono stati ripresi da tutti (anche al di fuori del numetal-della robba americana di quegli anni): a livello proprio di riff, di melodie, gruppi come gli Opeth non ne vedo. Sul lato produzioni-attitudine ha ragione Ciccio, ma sarebbe da mettersi d’accordo sul termine “influenza”(che può anche essere nefasta, allora in quel senso gli Alcest sono fondamentali e non si può leggere un certo sotto genere senza passare-purtoppo-dalle parti loro)…
    il “metallaro intellettuale” è un gran problemone dal quale temo che ormai non se ne uscirà più. meglio dedicarsi alla birra co ‘sto caldo.

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  • Avatar di Max_Helldorado

    Il “Metallaro intellettuale” è una definizione che secondo me, così com’è può essere applicata giusto a gente come Akerfeldt, gente che ha indubbie qualità e cose da dire, ma che irrita parecchio quando lo fa. Vuoi per il modo da puzza sotto al naso, vuoi perchè sembra che sappia tutto lui. Preferisco il Metallaro intelligente, è quello che sa porti delle domande, non darti le sue risposte prendendoti anche per scemo mentre lo fa. Quello che sa infilare la sua idea tra le pieghe del dubbio, magari con un pezzo che fa scapocciare e farti divertire. Avete presente Mille Petrozza o Chuck Schuldiner? Ecco…il resto è roba da puzzonazisti, gente che si guarda le scarpe e ti dice so tutto io, ti dico tutto io tu devi solo adorarmi e ritenermi intelligente.
    Non so se ho reso l’idea… :D

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  • MorphineChild
    Avatar di MorphineChild

    cominciamo col dire che vedere Ciccio Russo che sostiene la mia tesi mi inorgoglisce tutto! tra l’altro la parte sull’unicità dei Manowar volevo scriverla anch’io ma poi me la sono persa…

    in secundis, non toccatemi Steven “Prezzemolo” Wilson! un uomo che nonostante tutti i suoi sforzi non è mai riuscito a produrre un riff metal decente, ma che quando fa qualsiasi altra cosa incontra i miei favori incondizionatamente. cosa che probabilmente mi fa entrare di diritto nella categoria del metallaro intellettuale

    in ultimo, il discorso “classici”. la misura dell’impatto di una band a mio parere non sta tanto nei gruppi “clone”, quanto in una più generale influenza, la presenza di certi stilemi che si ripetono. è un discorso lunghetto e complesso, anche perché entra in campo la sensibilità personale

    last but not the least… ascoltavo oggi il nuovo disco dei Gojira e mi sono ritrovato a pensare quanto peso abbia avuto un gruppo come i Fear Factory!

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    • Avatar di Snaghi

      ho scatenato una cosa più grossa di me :D io però resto convinto che in un’ ipotetica classifica gruppi da mettere come importanza, influenza, modo di suonare più o meno innovativo davanti agli opeth ce ne sono… (qualcuno nei commenti precedenti citava i death…o gli in flames per rimanere in svezia…boh), anche se devo ammettere che la tua risposta è parecchio convincente.

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