Nessun culto, nessun tempio, lui è la Morte: ADE – Supplicium

Il metal epico con tematiche antiche lo fanno in molti, tanto che comincia a essere un connubio piuttosto inflazionato ma gli Ade riescono a concretizzare le loro idee con straordinaria efficacia e anche con verosimiglianza, specialmente nei loro ultimi album. Pubblicato il 14 marzo scorso da Time to Kill Records, Supplicium è il nuovo capitolo della storia dell’antica Roma scritta dalla band. Il gruppo capitolino sembra aver raggiunto un traguardo importante, ovvero un perfetto equilibrio fra il death metal aggressivo e già spettacolare del passato e uno stile più raffinato ed epico. Il precedente lavoro Rise of the Empire ci aveva mostrato un’evoluzione verso una maturità musicale già notevole e questo nuovo album conferma l’autorevole posizione degli Ade in questo segmento artistico.

Nel corso degli anni, la formazione ha subito diverse modifiche. Attualmente è composta da cinque membri, che hanno tutti nomi di imperatori o di consoli romani: Iulianus, basso; Severus, chitarra; Diocletianus, voce; Atticus, batteria e Fabius, ovvero Fabio Palazzola, alla chitarra, che è rimasto l’unico membro fondatore dal 2007. Una cosa che gli Ade hanno imparato a fare davvero bene è un death metal caratterizzato da elementi musicali e strumentali capace di evocare sul serio l’antica Roma. Questo effetto lo ottengono con metodi differenti a seconda delle circostanze: usano strumenti acustici e percussioni, riuscendo a integrarli molto bene nella dinamica delle canzoni e, là dove ci sono, ricreano scene epiche e atmosfere antiche. Le ritmiche, molto variegate e creative, sono veloci e tipicamente death metal, ma includono figure marziali che si adattano benissimo al tema del gruppo. Inoltre, le tonalità usate per le composizioni degli Ade sono molto adatte a questo scopo, dal momento che si rifanno spesso a scale greche e mediorientali, che siamo abituati ad associare all’antichità, anche perché i romani per davvero usavano questo tipo di sonorità, o per lo meno materiali musicali simili. 

Supplicium è oltretutto un concept sulle pratiche di tortura e violenza pubblica, i supplizi per l’appunto, praticate nell’impero romano sia a scopo punitivo che di intrattenimento. Fra i brani maggiormente degni di nota sono da segnalare il primo Ave Dis Pater, dedicato al dio romano degli inferi e della ricchezza, che apre la narrazione con il momento più marziale del disco e che ha un inno per ritornello, sia solenne che minaccioso, e che andrà fortissimo dal vivo. Ad Bestias! è il brano maggiormente rappresentativo del disco: parte veloce e brutale, con riff intriganti e serrati e l’aggiunta di strumenti acustici ed incastri ritmici originali, per poi stemperarsi su un finale cadenzato. Vinum è semplicemente bellissima: puro death metal ad alta velocità alternato a momenti più epici, così come Patibula, che sfoggia anche un groove sia violento che trascinante. La chiusura con Taedium Vivere è epica e oscura, giustamente, perché racconta il concetto di suicidio filosofico. Ma in ciascuno dei brani si possono trovare dettagli degni di ascolto e di attenzione, e Supplicium rivela un ulteriore passo avanti degli Ade nella loro capacità di coniugare la potenza del death metal con elementi storici di grande spessore, sia dal punto di vista musicale che culturale.

L’immagine in evidenza è tratta da un mosaico pavimentale del III secolo d.C., conservato al Museo archeologico di El Jem, Tunisia. (Stefano Mazza)

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