Carcass @Genova summer live – 06.07.2024
È una fatidica telefonata del giorno prima che mi ricorda dell’evento di oggi, perché nel weekend ci sarebbe stato il Metal Park a Vicenza e dunque si doveva tirare le somme sulla compagnia che avrebbe partecipato alla trasferta. “Vabbè poi ti dico domani, tanto ci vediamo ai Carcass…” CAZZO I CARCASS! E così, dopo alcuni balzelli acrobatici per adempiere gli impegni familiari, mi presento alle 18.30 con il mio bel muso alla biglietteria. In quel momento i NECROART si stanno esibendo e mi sembrano andare forte, peccato esserseli persi, speriamo per la prossima volta. Una volta dentro mi guardo intorno e vedo che c’è già una discreta affluenza di pubblico, e viva (Ronnie James) Dio, perché di queste cose a Genova si sente un gran bisogno; stavolta rendiamo grazie a Trevor, che si esibirà in giornata con i suoi Sadist, alla Nadir e a tutti gli altri che hanno contribuito.
I NODE saranno i prossimi ad esibirsi, ma io devo assolutamente tappare la fame, anche cercando di anticipare le future e inevitabili file, e dunque mi godo tranquillamente l’esibizione dai tavolini per il tempo necessario ad ingurgitare il sempiterno duo hamburger/birra. Loro sono presi benissimo, picchiano e suonano tenendo sempre alta l’attenzione, e il pubblico ricambia alzando corna e gridando. Tutto giusto dunque. Pure i FULCI tirano su uno spettacolo degno di nota: viste le opinioni entusiastiche dovevo assolutamente godermeli con calma, e ovviamente non me ne sono pentito. Le proiezioni sul megaschermo non possono non citare Zombi 2, motoseghe e teste di porco, mentre i campani suonano imperterriti di fronte ai numerosissimi fan venuti apposta per loro. Positivissima dunque l’affluenza di nuove leve, anche se proprio non riesco a capire la mania di sedersi in terra a remare sulla zattera della fantasia. Ebbene sì, amici, ho visto la gente remare pure con il brutal death. Nessun giudizio, sia chiaro, bella per voi e continuate supportare la nostra musica, che è la più figa dell’universo, però boh.
SIAMO METAL!
I SADIST quest’oggi si esibiscono con una formazione allargata, che vede l’attuale batterista Giorgio affiancato da Oinos (in formazione ai tempi di Crust), con tanto di personalissimo set di bonghi e tamburi e un hi-hat piccolino con cui coadiuverà le già intricate partiture del gruppo di Rossiglione. Nonostante io, sono sincero, non abbia mai fatto indigestione di loro dischi, i continui innesti ora tecnici ora tribali o al confine con la fusion mi appassionano, e dunque mi lascio trasportare senza perdermi un attimo attraverso tutta l’esibizione, che pesca un po’ da tutti i lavori della band. Trevor ringrazia tutti continuamente, è soddisfatto della giornata che sta andando bene, non solo per l’affluenza, ma anche per la partecipazione della platea. A spezzare la tensione si palesano gli enormi e inconsapevoli co-protagonisti della giornata: traghetti, portacontainer ed enormi navi da crociera che fanno manovra nel porto per accedere o lasciare gli scali. Immaginate giganteschi palazzotti galleggianti che si muovono a poche decine di metri dal palco con il loro lento incedere mentre i metallari brutti e cattivi li salutano a colpi di death metal. SIAMO METAL!, grida Trevor, lanciando cordialità agli inconsapevoli mostri marini.
I giovanissimi moldavi INFECTED RAIN saranno i successivi in scaletta, con tanta energia e voglia di fare. Saltano, si agitano, ammiccano, sono evidentemente carichi ma si fermano per qualche secondo a causa di un piccolo problema tecnico. Non li conoscevo minimamente, il nu metal che propongono è roba che oramai frequento assai poco, ma, se vi piacciono i loro dischi, sappiate che dal vivo hanno una resa compatta e assolutamente piena di energia. È vero che sono giovani (non più imberbi comunque) e quindi è giusto aspettarselo, ma certamente non è cosa scontata.
GRIMLY I DIG UP THE TURFS
Arriva il momento dei CARCASS e ovviamente tutti gli astanti si appropinquano preparandosi all’impatto. Che botta. Chiunque li abbia visti almeno una volta nella vita sa che i Carcass sono chirurgici nelle loro esibizioni; quest’oggi non fanno eccezione e dunque ci troviamo a contemplare l’ennesimo live incredibile con Jeff Walker che strilla troneggiando sull’ampli, col suo basso suonato sempre rigorosamente sul ponte, Bill Steer che saltella nervosamente durante tutto il tempo, tira calci, RIDE ed esegue gli assoli con una scioltezza rara. Mi stupisce sempre come, dal vivo, gli assoli di Steer siano così smaccatamente heavy e come la componente più classica si intrecci così strettamente con il death metal. Ovviamente mi parte una sincope sia sul riff di Tomorrow Belongs to Nowbodies sia su quello di Ruptured in Purulence, entrambe suonate all’interno di quei medley che formano mostri frankensteiniani di oscenità assortite. Il concerto si chiude con un bis: la gente aveva già iniziato a cantare le solite filastrocche di fine concerto ma loro si guardano, suonano, uccidono e poi vanno via ringraziando e sorridendo alla folla. Non si poteva chiedere di meglio. (Maurizio Diaz)

La nuova moda dei vogatori metal lascia parecchio perplesso anche me e francamente trovo la pratica imbarazzante, ma ehi, immagino che le vecchie guardie pensassero la stessa cosa del moshing negli anni Zero, dei wall of death nei ’90 e del pogo negli ’80 quindi che ve devo di’, bella per i ragazzini che finalmente son tornati ai concerti seri.
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