Alcol, depravazione, droga, violenza: MUTZHI MAMBO – Il Male è Dentro
Un Altro Giorno Almeno, la canzone che trovate pure in fondo all’articolo, parte come una normale ballata anni ’50, ballo del mattone, contrabbasso, elettrica dolce, cori tipo Platters o comunque quella roba lì. Roba da Summer Jamboree, in piazza, insieme a migliaia di tedeschi coi soldi fin dentro il culo, i lifting e i capelli impomatati. La strofa iniziale è la preghiera di un uomo timorato di Dio, forse un pastore, uno che ha paura del Diavolo, del Male che si diffonde là fuori, fuori dalla chiesa. Un uomo innocente e timorato. La seconda strofa:
“Dalla chiesa sono uscito in armi / e ho sparato senza fermarmi. / Morti, morti, morti, senza cuore, / tutti morti per il mio Signore”.
Signori, vi presentiamo i Mutzhi Mambo, da Firenze. Suonano psychobilly e sono i più pulp di tutti. La banda più assurda e maleducata d’Italia, nera come un romanzetto da due soldi a base di gang giovanili, motociclette, serramanici, marijuana, alcol e prostituzione. Depravati come un vecchio fumettaccio italiano, quelli con le vampire che succhiano ed altre oscenità. Signori, i Mutzhi Mambo sono i più bastardi in circolazione.

Li ascoltavo parecchio quindici anni fa, più o meno. I tempi del loro secondo disco, Veniamo per Te, e di Storie Nere, lo split coi miei concittadini Bone Machine. Da Billy’s Bones recuperai pure La Terra Brucia, il primo album. Ma soprattutto li vidi a Garbatella. Una serataccia. Ci eravamo messi in testa pure noi, con degli amici, di suonare psychobilly. Ce n’era tanto nei dintorni, ai tempi, e ne avevamo di strada da fare, anche solo per suonare tutto un pezzo come si deve, senza cali, solo pezza. Ma, quando vedemmo i Mutzhi Mambo, compresi che una cosa così non l’avremmo fatta mai. Serviva follia. A pacchi. E pelo sullo stomaco. Non è un caso che i Mambo siano toscani, fiorentini. Gente per cui sono prelibatezze parti animali che altrove nemmeno si nominano. Quella sera i Mambo erano invasati, violenti. Lascivi. Gente che ti lavi la mano dopo avergliela stretta. Gente pericolosa, a un passo così dal ridicolo. Cercato, anzi inseguito, con un gioco perverso che non alleggerisce né sdrammatizza nulla, anzi. Lewis Balsamo, per dire, urlava come un ossesso, da perdere la voce, tenendo un pollo giocattolo di gomma in mano. Stritolandolo. Prendendolo a calci. Poi sdraiato sul pavimento del locale, lercio da far schifo, a simulare atti osceni col manico di una delle due chitarre. Sotto gli occhi allibiti, quando non del tutto scandalizzati, dei presenti. Un’illuminazione, per me. Era pure meglio di quello che si sentiva su disco. Necrofilia e fellatio (Vampira). Eroina ed impotenza (Il re del Kung-Fu). Vecchie glorie grasse e decadute (Diva del varietà). Reduci di guerra annebbiati dall’alcol (Un’altra birra). La saga della polizia contro Chicken John, spacciatore bastardo e violento (da cui il pollo). La più “inaccettabile” di tutte, forse la più bella: L’amore è cieco. Faceva accapponare la pelle, raccontava di un incesto forzato e delle sue conseguenze. Ci sta che non la troviate su internet, sparita. Dovete cercarla su CD. Insomma, questi erano i Mutzhi Mambo che ricordavo. Fino a che, bighellonando in giro, pochi giorni fa, scopro che hanno fatto uscire un nuovo album, Il Male è Dentro, a luglio dell’anno scorso, a quattordici anni dal precedente. E li ho ritrovati esattamente come li ricordavo.

Già la copertina. Graficamente brutta, pare una graphic novel tirata fuori a caso dallo scaffale della Feltrinelli. Ma non è edificante, ti rendi conto che il protagonista non è la bambina con la bambola di pezza. È l’ombra del mostro. Dentro di schiaffi ce ne sono pure di più, e la galleria di mostri e depravazione si amplia. Onanismo, nel twist spassoso di Mondo azzurro (“e la mano va SU-UH-UH / e poi ritorna GIÙ-UH-UH“). Sepolti vivi (Morto cortese, pare proprio un pezzo dei Bone Machine). Invasati religiosi dal grilletto facile, dotati di Bibbia e caricatori (abbiamo già visto). Uno scienziato pazzo che vuole conquistare il mondo creando un’armata di ritardati che poi gli si ribella contro. Madonne venusiane dalle forme generose. Torna pure Chicken John (“Chicken John è tornato / col suo carico di merda /ormai è destinato /ad avvelenar la Terra”). Il testo di Salsa Zombi è irriproducibile, sicuro che se si diffondesse gli farebbero passare dei guai. A loro pare non fregare. Con Surf del Rais prendono per culo pure i siciliani. C’è pure una cover spassosa di Whiskey Facile di Fred Buscaglione, ma con Tonino Carotone alla voce (lui). Buscaglione era un figo. Buscaglione era un duro. Un dritto. Credo che per i suoi tempi abbia fatto scandalizzare parecchie persone. Era popolare. Se i Mutzhi Mambo lo fossero quanto lui, oggi, avrebbero bisogno di avvocati. (Lorenzo Centini)

Oh cazzo ! Oh cazzo ! E questi non li conoscevo mica ( al contrario dei bone machine , che adoro) qua c’è roba per un vecchio maiale , erotomane e alcoolizzato , un vecchio rocker arrugginito a cavallo del suo razzo , sporco e lercio come me. Corro subito a recuperarli !!!
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Questi vanno nell’umido
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