Ecco il primo singolo dei Luca Turilli’s Judas Priest

Vi avevamo edotto a suo tempo della nascita di un, diciamo, spin off dei Judas Priest fondato dal transfuga KK Downing insieme a Tim ‘Ripper’ Owens che avevamo battezzato per comodità Luca Turilli’s Judas Priest, così da distinguerlo dai più blasonati Judas Priest of Fire. Per dare ulteriore credibilità all’operazione era stato reclutato alla batteria in un primo momento Les Binks (che suonò su Stained Class, Killing Machine e il live Unleashed in the East), che però c’ha pure settant’anni. È quindi arrivato dietro le pelli Sean Elg in una formazione completata dal chitarrista degli Hostile, A.J. Mills, e da Tony Newton dei Voodoo Six alle quattro corde. 

Noi di Metal Skunk, che siamo sempre dalla parte degli sfigati, avevamo ovviamente benedetto subito l’operazione. Vuoi mettere vedere Halford a un festival da cento metri di distanza con due chitarristi spuri con la possibilità di beccare i Luca Turilli’s Judas Priest in una birreria della città per poi sbronzarsi con Ripper a fine concerto e parlare con lui di Donald Trump e armi da fuoco? È la stessa ragione per cui tra un set acustico di Blaze Bayley che canta tutto Virtual XI su uno sgabello malfermo in un pub lercio e il solito megaconcerto degli Iron Maiden con sempre la stessa scaletta sceglierò il primo senza pensarci due volte. 

L’album, il cui titolo è Sermons of The Sinner, già pronto da tempo, uscirà a breve per la Explorer1 Music Group. E il primo singolo, Hellfire Thunderbolt, non è manco male. Un pezzo lineare, buzzurro il giusto, con un riff semplice semplice, l’assolone, il video con KK che fa uscire i fulmini dalla chitarra, tutto quello che serve, insomma. Magari non verrà fuori Firepower ma qualcosa di migliore degli altri noiosissimi prodotti della reunion con Halford forse sì. E poi, dai, come si fa a non voler bene a Ripper? (Ciccio Russo)

4 commenti

  • Massì, il video è bellissimo: pelle nera, borchie, fulmini, fuoco, assoli con tapping, c’è tutto. Non hanno speso nemmeno tanto: è girato tutto in uno studio, tutto l’aggiunto è digitale.

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  • “È la stessa ragione per cui tra (…) Blaze Bayley che canta tutto Virtual XI su uno sgabello (…) e il solito megaconcerto degli Iron Maiden (…) sceglierò il primo senza pensarci due volte”.

    Una weltanshauung che non posso che sottoscrivere, concettualmente. Ma nella medesima situazione a Blaze je direi: Palla de là, viè qua che te firmo ‘n’autografo.

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  • “È la stessa ragione per cui tra (…) Blaze Bayley che canta tutto Virtual XI su uno sgabello (…) e il solito megaconcerto degli Iron Maiden (…) sceglierò il primo senza pensarci due volte”.

    Ricordo di un concerto di Paul di Anno, forse una decina di anni fa, nella profonda provincia padovana, in un locale con forse cinquanta persone, dopo un viaggio immerso nella nebbia.. che concerto immenso! Scaletta dai primi due album dei Maiden e fine concerto con Paul a parlare di canzoni concerti e tour.. indimenticabile e umilissimo, uno di noi!

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  • “È la stessa ragione per cui tra (…) Blaze Bayley che canta tutto Virtual XI su uno sgabello (…) e il solito megaconcerto degli Iron Maiden (…) sceglierò il primo senza pensarci due volte”.
    Se questa frase pare nobilissima e giusta, è solo perché essa sussume LA definizione de “la metalz”.
    Preoccupante sarebbe non identificarvisi.

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