NEHËMAH, i grandi dimenticati

C’era una volta una compagnia italiana di assaggiatori di black metal che se ne andava in giro per il mondo a degustare i “prodotti tipici” dei vari paesi. Un giorno, durante uno dei loro consueti tour gastronomici, l’aeroplano diretto in Norvegia (paese organizzatore dei tour) si guastò, e fu costretto ad un atterraggio d’emergenza nella Francia sud-orientale, tra le Alpi, col freddo spaccaossa e gli autoctoni che perculavano ogni singolo passeggero, alternando il nome di Wiltord a quello di Gigi Di Biagio. Mentre gli assaggiatori se ne stavano tutti intirizziti, stretti nelle loro coperte caprine, aspettando che i norvegesi si sbrigassero a mandare un altro aereo, con i montagnoli francesi che li sfottevano e soprattutto senza nessun gruppo black da ascoltare, arrivarono tre loschi figuri incappucciati, dalle facce poco rassicuranti e con otto strati di cerone bianco sulle guance. Uno di questi, con un sorrisetto satanico, fece cenno alla compagnia di seguirli. La compagnia, seppur con paura e riluttanza, si congedò dai piloti norvegesi e seguì i tre tizi pittati, che li condussero in una grotta scavata sul fianco della montagna, riparo sicuro dal vento di ghiaccio che sferzava le gengive. Un volta entrati, uno dei tre brutti ceffi si tolse il cappuccio e prese la parola:

Salve stranieri, siete degli assaggiatori di black metal, giusto?

Gli assaggiatori si guardarono perplessi… poi accennarono un sì con la testa.

Il tizio losco proseguì: “E dove vi stavate dirigendo? In Norvegia, forse?

Ehm… sì…

E perché mai?

Il più spigliato e loquace della compagnia si fece avanti:

Beh, non ce ne vogliate cari signori, ma oggi avevamo proprio voglia di vero black metal, quello oscuro, nichilista, feroce. Sapete, noi siamo tutti darkthroniani (anche se non lo diciamo troppo in giro sennò la Nuclear Blast ci toglie i fondi) e solo in Norvegia troviamo pane per i nostri denti. Senza offesa ma qui da voi boh, tra Seth e Anorexia Nervosa, c’è solo roba sinfonica pomposa con la puzza sotto al naso, a noi ci piace la violenza!

Il tizio losco si avvicinò al loquace assaggiatore, guardandolo dritto nelle palle degli occhi. Il suo sguardo gelava il sangue nelle vene.

Ti piace la violenza, eh? E visto che ti piace la violenza che ne diresti se io e i miei amici usassimo la violenza dopo tutte le puttanate che hai appena detto?

L’assaggiatore fece un passo indietro, tremando spaventato. Poi il tizio losco, calmatosi, tirò fuori da sotto una grossa pietra tre dischi e, porgendoli alla compagnia, disse:

Questi sono i nostri album. Si chiamano Light of a Dead Star, Shadows from the past e Requiem Tenebrae. Ascoltateli… e poi veniteci ancora a dire che solo in Norvegia fanno black metal come si deve, tzè!

La compagnia prese i dischi e girò i tacchi, in tutta fretta, in direzione dell’aereo sostitutivo, che stava per partire. Solo il loquace assaggiatore si trattenne sulla soglia della grotta. Gli tremava la voce:

Scu-scusate, co-me v-vi chia-mate?

Nehëmah!” –  gridò il tizio losco, mentre si rimetteva il cappuccio.

E con uno strattone scacciò il loquace assaggiatore via dalla grotta che, con le sue insolenze, aveva ignobilmente profanato.

Ok, la storiella è finita. La morale ovviamente non c’è, anzi sì, ed è: recuperatevi TUTTO dei Nehëmah.  

Come si intuiva dalla storiella sono stati i figli transalpini dei Darkthrone, e hanno sfornato un capolavoro dopo l’altro (menzione speciale per l’ultimo, Requiem Tenebrae, veramente notevole). Purtroppo sono rimasti un gruppo underground, e dopo la terza fatica sono spariti. Ma a me piace immaginare che siano ancora lì, nella loro grotta sulle Alpi, a suonare, registrare dischi e a lanciare occhiatacce sataniche agli ignari assaggiatori di black metal, dispersi e sferzati dai venti di ghiaccio (Gabriele Traversa)

6 commenti

  • Proprio quello di cui avevo bisogno oggi.
    Una rispolverata male non fa.

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  • Grandissimi e bravo tu a ricordarli. Firmarono per Avantgarde dopo il terzo disco e sparirono nel nulla dopo una serie di proclami andati a vuoto circa il nuovo album. Alcuni membri sono confluiti negli Evohé (metal archives li definisce black metal). Hanno da poco pubblicato, solo in digitale, “Deus sive natura”. Ascolterò con curiosità.

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    • Sui francesi ci si può inventare tutti gli sfottò che vogliamo ma quando decidono di fare una cosa la fanno bene e non solo in campo musicale (,mi vengono in mente anche i Gojira). Siamo piuttosto noi italiani ad avere problemi di credibilità ! (Scusate la divagazione poco musicale ).

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  • Edito solo per dire: lasciate stare ‘sti Evohé che in realtà fanno un pagan black molto generico e banale. Alla seconda traccia ho chiuso tutto e vaffanculo. Non c’è proprio storia.

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  • Tra i grandi dimenticati inserirei anche i Calvarium.

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  • Scoperti grazie al buon Roberto, che mise “Requiem Tenebrae” disco del mese. Inutile dire che aveva ragione.

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