TAAKE // SELVANS // DEWFALL // KYTERION @Traffic, Roma 07.11.2018

I Taake sono oramai una presenza piuttosto costante in terra italica. Solo un paio di settimane fa si erano esibiti a Milano, come aveva testimoniato il sempre ottimo Bargone. E quella di stasera è una di quelle occasioni speciali da non perdere per nessuna ragione: la band di Bergen infatti, per festeggiare il ventennale del primo disco Nattestid Ser Porten Vid, si cimenterà nell’esecuzione del suddetto album per tutta la sua interezza, con sommo godimento del sottoscritto e delle tante persone che affollano stasera il Traffic Club.

Faccio il mio ingresso nel locale quando è appena iniziato il concerto dei DEWFALL, combo pugliese oramai attivo da svariati anni che stasera presenta il nuovo album Hermeticus, giunto ben nove anni dopo il disco d’esordio V.I.T.R.I.O.L. Certo che la definizione black-death metal non rende pienamente giustizia o comunque ingloba solo una minima parte del sound proposto daI nostri, che su una base indubbiamente di stampo black metal includono elementi death-progressive fino all’epic-heavy metal più classico, rendendo la loro musica molto varia e multiforme con continui cambi di tempo e variazioni sul tema anche all’interno dello stesso brano. La band dimostra di sapere tenere il palco molto bene (anche in virtù di un attività live sempre più intensa) e i 40 minuti scarsi concessi loro scorrono come nulla fosse, tra gli applausi convinti del già numeroso pubblico presente.

Un veloce cambio di palco e subito parte l’intro di Faunalia, nuovissima fatica degli abruzzesi SELVANS, presente ovviamente in grandi quantità al merchandising della band in un curatissimo digipack formato A5. Già il solo fatto che una label importante come l’Avantgarde abbia scommesso così tanto sulla band abruzzese sarebbe cosa sufficiente a testimoniare la bontà della loro proposta musicale, che per semplificare è un atmospheric/folk black metal con liriche indissolubilmente legate ai miti e tradizioni della loro terra natìa. Così come mi avevano impressionato due anni fa, sempre qui al Traffic di spalla ai Kampfar, anche questa sera i Selvans danno vita ad uno show di tutto rispetto, all’interno del quale vengono privilegiati i brani del nuovo lavoro, tra i quali spicca Requiem Aprutii che nei suoi 14 minuti e passa rappresenta un po’ la summa del loro sound. Un sommario ascolto dal vivo è un po’ poco per farsi un’idea; così d’impatto Faunalia mi sembra un lavoro più eterogeneo rispetto al suo illustre predecessore, con atmosfere molto più crepuscolari e oscure che danno un tocco maggiormente dark alla proposta sonora, di base però sempre legata a un tipico black metal di stampo atmosferico.

Il tempo di farmi una birra e quattro chiacchiere con la folta rappresentanza della Metal Skunk crew che fanno il loro ingresso i TAAKE e si torna indietro di 20 anni, con l’inconfondibile riff iniziale di Nattestid part 1 che fa da preludio all’esecuzione per intero del loro indimenticato esordio. Niente black‘n’roll, niente banjo o puttanate simili, ma solo puro e incontaminato true norwegian black metal di fine anni 90. Hoest (per l’occasione rapato a zero) con il suo carisma innato e i suoi tipici movimenti a scatti prende subito in mano la situazione, incitando a più riprese il pubblico tra bestemmioni vari e sorsate sempre più frequenti di vino rosso. Con Nattestid part 2 si comincia a fare veramente sul serio. Se infatti la prima parte comunque ha sempre fatto parte delle rotazioni live, tutti i restanti brani del disco non sono mai stati riproposti prima dal vivo, aumentando la consapevolezza di assistere veramente a qualcosa di unico. Dopo la stupenda part 3, forse in assoluto il brano più malinconico dei Taake, è la volta dell’interamente strumentale part 4, in cui è lo stesso Hoest ad imbracciare il basso e a condurci con la mente in qualche sperduta montagna nei dintorni di Bergen avvolti da un cospicuo strato di nebbia. Il resto del disco viene sciorinato senza soluzioni di pausa, con Hoest coadiuvato a più riprese alla voce dal bassista V’gandr dei conterranei Helheim, una delle band norvegesi più sottovalutate della storia.

Terminata l’esecuzione del disco c’è una piccola pausa, dopo la quale un Hoest piuttosto alticcio con un sonoro grido “Fuckin’ cunts of antifa” decide di placare le polemiche relative alla loro presenza due giorni dopo a Bologna, dove pare li aspettino sonore proteste di vari improbabili “collettivi” che non vogliono fare suonare nella loro città questi nazistoni misogini cattivi che si dipingono le svastiche sul petto. Caliamo un velo pietoso su tutto ciò. Il concerto ovviamente continua ma fortunatamente sempre all’insegna del black metal incontaminato dei primi lavori, con la clamorosa Over Bjoergvin Graater Himmerik part 4 che viene riproposta in tutto il suo splendore: il riff che parte al minuto 4.00 è una delle cose più belle che il black metal abbia mai partorito, me lo sarò ascoltato un migliaio di volte e sentirmelo oggi dal vivo a tre metri di distanza è stata fonte per me di grandissima emozione. Il celebre incipit “Hellnosrk Svartmetall!” dà il via a Hordaland Doedskavd part 1, brano con cui si conclude questo viaggio a ritroso nel passato dei Taake, veramente un grandissimo concerto di quelli di cui ci si ricorderà per parecchio tempo. (Michele Romani)

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