Bestemmiare insieme a MARDUK, RAGNAROK e INFERNAL WAR @Colony, Brescia 10.05.2018

Non avevo tutta questa voglia di andare, perché il Colony dista un’ora e mezza da casa mia e la fine del concerto era fissata per mezzanotte e mezza, quindi lascio a voi fare i calcoli – sia del ritorno a casa sia del rompimento di coglioni da esso derivante. Invece tornerò sì stanchissimo ma in egual misura soddisfatto, perché quello di stasera è stato un concertone incredibile che rimarrà scolpito nella mia mente almeno quanto i vecchi tour delle bestemmie che passavano da Roma secoli fa e in cui, a rotazione, i Marduk figuravano tra i protagonisti insieme a gente come Vader, Deicide, Krisiun e degni compari, via via accoppiati tra loro con l’unico criterio dello sfondamento del record storico di bestemmie registrate in un’unica serata e non tenendo conto della premiere mondiale di Puttanic al Qube di Portonaccio a cui – ci tengo a specificare – io ero orgogliosamente presente insieme a Ciccio e a un altro paio di migliaia di persone.

Sarò breve perché la delegazione capitolina di Metal Skunk ha già detto tutto, e anche perché non c’è molto da dire. Quando arriviamo stanno suonando gli INFERNAL WAR, che sono istantaneamente diventati il mio gruppo preferito per il mese corrente. Precisi, potenti, sufficientemente ignoranti, mentre me li guardavo già pensavo a organizzare una trasferta apposita in Polonia solo per loro. Finiscono troppo presto e vorrei comprarmi una maglietta per testimoniargli la mia devozione precoce, ma purtroppo per loro oggi quello dei Marduk è il banco merchandising migliore mai visto: ci sono 8-9 magliette e sono TUTTE spettacolari, e non posso fare a meno di comprarne due, ma con la morte nel cuore, perché avrei voluto prenderle tutte. 

HAIL

Poi suonano i RAGNAROK, capocannonieri di insulti alla divinità cristiana. Loro sono brutti ed impresentabili, ma di quella bruttezza ed impresentabilità che nel metal è da sempre garanzia di qualità. Infatti spaccano a livelli incredibili, sono ubriachi marci e hanno un face painting talmente esagerato che sembra che si siano incollati il nastro da imballaggio in faccia. Del chitarrista ha già parlato Carlo ma ci tengo a dire anche io una cosa: voglio diventare suo amico. Basso, grasso, pelato, senza collo, con un pizzetto lunghissimo annodato fino al petto, una sorta di incrocio tra Gimli, Maurizio Costanzo e JU CINGHIALOTTU, sbronzo come pochi, esteticamente improbabile, con un enorme crocione rovesciato di legno massello appeso al suo non-collo, fermo lì incagnato sulla sua mattonella a guardare le sue manine tozze muoversi sulla chitarra a vomitare sequenze di accordi che più che riff sono sputi in faccia al Catechismo. Non voglio sminuire gli altri membri dei Ragnarok, anch’essi bruttissimi e panzoni, ma lui è immediatamente diventato il mio preferito. Non mi spingo a dire, come hanno fatto i miei sodali, che il loro concerto è stato migliore di quello dei Marduk, ma siamo quasi a quei livelli.

E infine arrivano i MARDUK, come detto uno dei motivi per cui sono sopravvissuto fino a qui senza restare ucciso in una sparatoria con la polizia in seguito ad aver fatto una strage di teste di cazzo con un fucile a canne mozze. La cosa bella dei Marduk è che loro sono perfettamente coscienti di ciò che sono e che rappresentano. Spesso i gruppi si sopravvalutano, si sottovalutano o, ancora più frequentemente, si fraintendono, ma loro no: loro sanno benissimo di essere il gruppo che la gente ascolta per riuscire a sopravvivere ai momenti più difficili della propria vita. Ad esempio oggi c’è Chiara che all’inizio aveva i nervi a fior di pelle: del resto di mestiere fa l’insegnante e, comprensibilmente, in cima ai suoi pensieri c’è sempre l’acquisto di un lanciagranate sul deep web. Alla fine del concerto invece era molto più tranquilla e sorrideva. Non aveva mai visto i Marduk dal vivo e non voleva assolutamente perdersi questo concerto, perché sentiva di averne bisogno. Poi questi attaccano con Panzer Division Marduk e Baptism by Fire, con annessi i campionamenti dei cacciabombardieri della Luftwaffe, e la gente chiaramente fa volare interi calendari su nell’Empireo, contentissima di essere metallara e di essere lì al Colony a vedere gli svedesi che parlano della guerra. Dal vivo i Marduk sono uno dei gruppi più devastanti che abbia mai visto: fanno sempre lo stesso concerto di un’ora di calci in bocca e mazzate assortite in faccia, ma mai in maniera anche lontanamente accademica, e quando esci stai invariabilmente molto più rilassato di prima. Risultato sperimentato e garantito al 100%. Io andando via do pacche sulle spalle degli estranei e gli dico: “Ragazzi, che bello il black metal”, e quelli annuiscono vigorosamente e bestemmiano in segno di approvazione. Come fai a spiegargliele alla gente normale, ‘ste cose? (barg)

 

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