La finestra sul porcile: T2 – Trainspotting

La nostalgia è un sentimento comune e l’industria dell’intrattenimento sui vari revival ci campa da sempre, quindi nulla di cui scandalizzarsi (pure noi in qualche modo ci abbiamo costruito una rubrica). Idealizzare il passato è in qualche maniera inevitabile e nessuno ne è immune: la musica che ascoltavamo, i viaggi che abbiamo fatto, i vestiti che portavamo e via dicendo. Noi tutti lo sappiamo e stiamo tranquillamente al gioco con alterna convinzione: album e tour di reunion, remake e sequel sono parte integrante della nostra vita di consumi culturali. Insomma è tutto ok finché non si arriva a T2 (che poi non era già Terminator 2?) ossia a quel risultato orrendo che si viene a creare quando l’estetica del ricordo tipica della nostra epoca si unisce ad un marketing spudorato il cui prodotto finale è il nulla più assoluto.

Trainspotting 2 è un film pessimo in maniera subdola, tramite un inizio promettente, qualche scena azzeccata e moltissimo manico Danny Boyle riesce a mettere insieme un film che sembra non andare oltre la mediocrità ma che necessita di sedimentare un pochino per fare emergere la sua profonda bruttezza. Non è una questione di poca aderenza al libro di Welsh, è proprio l’affinità generale con l’originale ad essere inesistente. Trainspotting era un film molto a fuoco, aveva un tema chiaro (la dipendenza), una trama ben costruita e dei personaggi scritti in maniera fantastica. Una narrazione sempre in bilico nell’oscillare paradossale tra il tragico e il comico. Nel sequel non c’è nulla di tutto ciò, manca un tema, non c’è l’eroina, i rapporti tra i personaggi sono inconsistenti e le dinamiche che li animano non hanno senso.

È tutto finto e finito, gli elementi drammatici devono essere sempre esplicitati e il cazzeggio è portato all’inverosimile in maniera ridicola (il rapporto di Begbie con il figlio è privo di qualsivoglia credibilità). T2 è un film che non ha nulla da dire e come unica carta sfrutta la sua contiguità con il precedente, è un monumento all’autoreferenzialità talmente sfacciato da essere irritante. Abbiamo sovrapposizioni tra la prima e la nuova pellicola quasi sempre esclusivamente fini a se stesse. Il ‘choose life’ aggiornato all’epoca dei social media (scelta giusta ma telefonatissima) viene inserito in maniera così forzata in da risultare falso. Il capolavoro di masturbazione è però Begbie che racconta tutto soddisfatto le sue stesse gesta con le immagini dell’epoca che scorrono dietro. Un meccanismo di autocompiacimento troppo esplicito per essere godibile.

Trainspotting 2 non racconta nulla, si parla addosso e l’unica sensazione che sembra voler evocare è un qualche indefinito rimpianto del bel tempo che fu. Ma a questo punto la domanda che uno si pone in sostanza è: che cosa esattamente dovrei rimpiangere, per cosa dovrei essere così nostalgico? Del fatto che all’epoca mi bucassi? Ah no perché non l’ho mai fatto.  Sì però che dolcezza ripensare a Tommy sottoterra per essersi beccato la toxoplasmosi da un gatto! E come scordarsi di tutti quei ragazzini che dopo essere usciti dal cinema giocavano a fare i tossici e gli sbandati? Quanti bei ricordi ripensando alla piccola Dawn morta di fame… Mi dispiace ma con tematiche del genere l’opzione malinconia non ha nessun senso. Trainspotting, come tutta la narrativa di Welsh avrebbe moltissimo da dire (fra tutti mi permetto di consigliare Il Lercio e Tolleranza Zero) ma qui si riduce tutto ad un’insulsa operazione nostalgia, due ore di nulla finalizzate a sentire il remix di Lust For Life ad opera dei Prodigy. Uscito dal cinema mi sono sentito nulla più che un preciso target di marketing, secondo i piani di chi l’ha scritto e prodotto avrei dovuto provare gratificazione e appagamento ma alla fine ho provato solo fastidio. A quarant’anni sono già stato condannato a vivere nel passato. (Stefano Greco)

15 commenti

  • manuelcolombo

    Non l’ho visto e non lo vedrò. Piuttosto inizio a bucarmi fuori tempo massimo

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  • Mai sopportato Trainspotting…lo trovo una pessima provocazione radical chic, di sicuro non vedro questo

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    • Oramai la gente vede radical chic ovunque, forse un male peggiore dei radical chic stessi. Voti Beppegrillo?

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    • Bloody karma cretino

      Sei un povero cretino

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      • complimenti per la sua risposta…da vero gentleman che rispetta le opionioni altrui…cmq a me il film non piacque, lo vidi all’epoca quando uscì, e cmq sia non vedo il problema e tuttavia non giustifica insulti di questo tipo…se questo è il livello di una discussione, ossia insultare chi non è d’accordo con te, eviterò in futuro di mettere le mie personali opinioni.

        PS: e non voto 5 stelle…

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    • Si ma quando scrissero Traispotting i radical chic quasi non esistevano ancora (quindi dubito fossero il target del film…) o almeno, non erano super diffusi come oggi… e poi perché quattro bucomani di Edimburgo con le pezze al culo, sono una provocazione radical chic??
      P.s.
      Non centra nulla, ma la t shirt di Trainspotting, qua a Milano, per anni, è stata la preferita degli studenti fattoni del sud fuori sede.. non so come mai, ma era così… e se non avevano la t shirt, avevano il poster in camera..

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  • Domandone: io non sono il massimo esperto di Irvine Welsh.. ma il seguito di Trainspotting, non era Porno?? Il libro che racconta di come i ragazzi tentino di buttarsi nell’industria del porno per fare soldi, mentre Begbie è in prigione e non mi ricordo chi dei suoi soci, gli mandava le cassette porno gay per farlo infuriare???
    Me lo sono perso e hanno proprio scritto il libro Trainspotting 2??
    Comunque grazie per la recensione, hai confermato le mie paure in proposito e mi salvi i soldi del cinema.
    Il Lercio non l’ho letto, ma Tolleranza Zero è un libro bello tosto.

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    • trainspotting 2 è una sceneggiatura (non scritta da welsh) fatta apposta per il film, prende vari spunti/situazioni sia da porno che da skagboys ma il plot è completamente differente. credo che con porno sarebbe stato difficile fare un film ‘vendibile’ con il problema ulteriore che il reale protagonista è sickboy e renton è abbastanza in secondo piano. ed essendo ewan mc gregor di gran lunga l’attore più di successo fra i vari abbiano dovuto cambiare un po’ le cose

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      • ok, ti ringrazio della spiegazione!! Quindi, questo, al contrario del primo, nasce proprio a tavolino come un prodotto da vendere, manco come romanzo. Fantastico. Tutto chiaro!

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  • sergente kabukiman

    premessa: non ho letto i libri e non mi considero un esperto di cinema, fine premessa. secondo me questo film non deve essere bello o puntiglioso come il primo, questo film dovrebbe chiudere il cerchio, è un regolamento di conti tra un gruppo di “amici” e la vita che è avanzata senza che loro se ne accorgessero; non so spiegare, è come se la staticità della storia calzasse con il senso di delusione dei personaggi. poi ovvio che alcune parti sono un po’ troppo telefonate o inserite a forza con la vasellina per collegare il film al precedente, ma in generale non sono uscito insoddisfatto dal cinema.

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    • La penso grosso modo come te. T2 Trainspotting mi è sembrato un film sbagliato, paraculo, per certi versi inutile, ma non brutto: a suo modo, un atto d’affetto abbastanza sincero nei confronti di quei personaggi così iconici.

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      • sergente kabukiman

        meno male, pensavo d’aver scritto una valanga di puttanate dato che non sono assolutamente esperto di cinema alla fine. in un modo o nell’altro il cerchio si doveva chiudere e se non altro non mi è sembrato il peggiore dei finali

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  • amedeosturati

    Il film non é poi cosí malvagio, risulta pessimo se lo colleghi al precedente che era una perfetta istantanea ’90. Comunque Begbie torna in carcere alla fine e gli altri si salvano tutti. Spoiler radical chic.

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