Timbrare il cartellino: KREATOR – Gods of Violence
Gods of Violence è il disco più brutto mai inciso dai Kreator, pure peggio di Hordes of Chaos. Segue la scia del precedente Phantom Antichrist. Più melodia, meno thrash crucco classico (ahem), strizzate d’occhio al death svedese, plagi imbarazzanti (l’intro della title-track ricorda un po’ troppo Fade to Black). Con la differenza che Phantom Antichrist, quantomeno, i pezzi li aveva. Rispetto all’ultimo dei Destruction è un capolavoro, per carità. Il mestiere c’è sempre, forse è pure meno palloso di Decision Day, il che non è certo un complimento. Però io rispetto più Tom Angelripper, che sta in una fase di calo creativo ma al quale, a livello di attitudine, non si può dire niente, che Mille Petrozza. Petrozza, dopo Coma of Souls, è diventato un paraculo che cerca di volta in volta di rincorrere la tendenza del momento. Tipo Robb Flynn. E manco questo è un complimento.
Le derive “alternative” dei primi anni ’90 con Renewal (che è meglio di come l’avessero dipinto all’epoca, un po’ come The Ritual dei Testament), il neo thrash panterizzato con Cause for Conflict (che però era una ficata, quanto menava Joe Cangelosi), il gothic metal (e già) con Endorama, il ritorno al thrash generalizzato con Violent Revolution e così via. Il problema è che le tendenze di oggi fanno schifo ai cani. World War Now non attacca manco male ma di bordate da pogo ce ne saranno poche altre. E premetto che a me i Kreator commerciali possono pure divertire, a patto che azzecchino le canzoni come su Outcast (vabbé, lì c’era Tommy dei Coroner alla chitarra). Su Totalitarian Terror arriva il ponte da emuli scemi degli In Flames. Non sarà l’ultimo tentativo maldestro di provare a rincorrere quello che va di moda oggi tra i ragazzini guasti. Certi riff sono da death svedese di serie C. È il classico metallo da festival generalista fatto per piacere ai blogger americani più decorticati. Caliamo il velo pietoso di prammatica sui testi da centro sociale di provincia. Almeno ai tempi di Cause for Conflict c’era ancora quella vena veterocomunista che li rendeva, tutto sommato, simpatici. Come i Destruction (il Messicano ha promesso di scrivere un pezzo sulla faccenda di Foggia), i Kreator sono diventati impiegati della Nuclear Blast che vanno avanti a timbrare il cartellino per guadagnarsi la pensione e il bratwurst quotidiano. Da questo punto di vista, in effetti, chi sono io per criticarli. (Ciccio Russo)
La cosa più bella di questo articolo è sapere che Il Messicano scriverà un articolo sulla faccenda di Foggia.
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solita merda ruffiana e plasticosa dei kreator, così come il precedente. la cosa bella è che a me ” hordes” era pure discretamente piaciuto
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Da poser che sono, “Enemy Of God” mi dà ancora soddisfazione ad ogni ascolto. Della roba dopo non ho mai ascoltato un disco intero.
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Purtroppo è vero, piatti… boh. Non è un brutto album, però finisce nel gorgo dei 1000 album che lo superano.
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L’urlo di Mille Petrozza in Outcast (il brano omonimo all’album) era vero, però. Altro che moda. Ed è ancora oggi l’urlo di un miliardo di reietti di tutto il mondo.
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Dai il duetto con Schmier su “Santàl is real” merita però
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Io li ascoltavo negli anni 80, avevo il sovracchiodo di jeans con la MEGASCRITTA sulle spalle KREATOR. infatti il mio soprannome ora che ho 51 anni è ancora “KRE” e tutti mi chiedono, perché KRE??? e io gli rispondo…è una lunga storia, lascia perdere!! Bei tempi…. ora solo merda!!
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