Questa non è una recensione di The Book of Souls

Puntualmente a ogni nuova uscita degli Iron Maiden mi segnalano una serie di perle da forum e gruppi facebook di fan degli Iron Maiden, che uno all’inizio pensa “Anche io sono fan degli Iron Maiden, questi ritrovi virtuali non potranno essere poi così male”, e invece col cazzo. Per qualche motivo pare che i Maiden attirino una gran quantità di gente messa malissimo che interpreta la cosa un po’ troppo seriamente, contribuendo a costruire lo stereotipo di una categoria di fan simile a quelle di Bruce Springsteen, degli Oasis, dei Pink Floyd o di Vasco Rossi: gente convintissima che la musica inizi e finisca con quella partorita dai propri beniamini, che sono musicisti con ancora tantissimo da dire e i cui prossimi dischi saranno sicuramente all’altezza di quelli storici; della qual cosa peraltro si discuterà copiosamente nelle conventicole virtuali di cui sopra. Questa gente riesce a prendere sul serio anche le interviste della band stessa, e quando l’anziano cantante o chitarrista di turno dichiara “Crediamo veramente molto in questo album. Lo abbiamo creato con l’anima, ricreando un feeling che non provavamo dai tempi del 19XX, e crediamo sia il migliore che abbiamo mai composto” mica pensano che sta sparando una cazzata, o che ormai è un bolso borghesuccio vegetariano che gioca a golf e non racconta barzellette sessiste per non offendere il ruolo della donna nella società: lo prendono sul serio. Tutto ciò, ripeto, è molto strano, perché io ho frequentato molto intensamente i forum metal per oltre quindici anni (sempre al fianco del miserabile Carrozzi, peraltro) e la categoria di fan degli Iron Maiden non esisteva perché, vedi un po’! si era tutti fan degli Iron Maiden.

Ad esempio esistevano i fan dei Metallica, soggetti piuttosto borderline e molto simili alla descrizione qui sopra: ed esistevano perché mica si era tutti fan dei Metallica post-anni ottanta né tantomeno disposti a berci qualsiasi stronzata pronunciata dal fanfarone danese o a giustificare la sua crociata contro Napster, quindi in qualche modo loro si differenziavano. All’epoca c’era Lars Ulrich che diceva che St. Anger sarebbe stato “un ritorno al thrash”, un “incrocio tra Meshuggah ed Entombed” (testuale); e c’erano quei soggettoni che lo prendevano sul serio mentre tutti gli altri, giustamente, li schernivano. Poi il disco è uscito, si è rivelato essere ben oltre i più bui timori e i suddetti fan dei Metallica riuscivano a parlarne, a scrivere dite quello che volete ma a me sta cominciando a piacere XD e tutti gli altri, giustamente, li schernivano. Aveva dunque senso la categoria di fan dei Metallica, perché costituiva una minoranza di fanatici assolutisti presi a male che tendevano a fare gruppo tra di loro, così da poter parlare tranquilli di Reload senza che nessuno li schernisse. Ma mai nessuno, da che io ricordi, ha mai interpretato il personaggio di fan degli Iron Maiden nello stesso senso descritto sopra. Perché i Maiden non avevano ancora tirato troppo la corda, diciamo così, e per tutti i metallari, nonostante tutto, rappresentavano ancora una cosa molto simile a quella che rappresentavano quando eravamo piccoli. Forse è per questo che la categoria è venuta fuori adesso, anzi sì, dev’essere proprio questo il motivo. 

Quindi immaginatevi la reazione di certi personaggi alla recensione di Carrozzi in cui quest’ultimo sostiene non solo che The Book of Souls fa schifo, ma anche che è assurdo che ci sia così tanta gente ancora disposta a regalare soldi agli Iron Maiden nel 2015 comprandosi ogni disco, live, raccolta, videogioco o ammennicolo su cui ci sia stampato il nome IRON MAIDEN sopra. A parte il giudizio sul disco (per me è solo noioso e a tratti fastidioso, ma non fa schifo), a parte il giudizio sul disco, dunque, non è che Carrozzi abbia tutti i torti. Cioè, ha centrato il punto: non si tratta neanche tanto di farsi piacere gli ultimi loro dischi quanto il prendere tutto così sul serio; il non capire che un conto è trattare a quel modo Piece of Mind (o Symbolic, o Defenders of the Faith, o Hell Awaits), altro conto è parlare così di Book of Souls ; il blocco mentale di non riuscire a trattare gli Iron Maiden per quello che sono, ovvero un gruppo creativamente finito dal 1987 e che, dopo un rigurgito di dignità con l’esperimento-Blaze (peraltro finito nel peggior modo possibile, da parecchi punti di vista), ha sempre pubblicato dischi a scadenza regolare, per esigenze commerciali, e che peraltro è diventato una multinazionale con introiti mostruosi che probabilmente nessun altro gruppo metal al momento può sognarsi di raggiungere. Hanno questi introiti mostruosi perché fanno la migliore musica del mondo? Ovviamente no, altrimenti Justin Biberon sarebbe il più grande cantante degli ultimi dieci secoli: hanno questi introiti perché sono un’azienda di cui Steve Harris è presidente e amministratore delegato, e noi siamo il target di mercato. Sono più o meno questi i termini in cui parlare di gruppi come i Maiden, o gli Slayer, o i Dream Theater, eccetera. Quindi farsi il travaso di bile perché un pelato de L’Aquila ha parlato male dell’ultimo dischetto prodotto in serie dagli Iron Maiden mi sembra grottesco e deprecabile quanto accoltellarsi per un parcheggio in centro. Io quando leggo di due che si sono accoltellati per un parcheggio penso sempre: “Eh, che trimoni”.

Però vorrei discutere anche della cosa che più mi sconvolge in queste periodiche alzate di scudi in difesa dell’onore del proprio gruppo preferito: il concetto di INVIDIA. Non ti piace il nuovo disco del mio gruppo preferito? Sei invidioso. Con il corollario: non ti piace il demo del mio gruppo? Sei invidioso. Ma scusate, invidioso di che? Non l’ho mai capito. Lo capirei se si stesse parlando, non so, di Dan Bilzerian; ma degli Iron Maiden perché dovrei essere invidioso? Esistono milioni di gruppi musicali a sto mondo, perché dovrei essere geloso proprio degli Iron Maiden? Per essere invidioso dovrei, quantomeno, essere in competizione con gli stessi. Ho forse io un gruppo musicale? Suono forse io uno strumento? E anche se fosse, quale sorta di testa bacata e piena di candeggina potrebbe mai pensare di mettersi in competizione con gli Iron Maiden? Soggetti borderline da sit-com americana, orsù ditemi: di cosa esattamente dovrei essere invidioso? Perché dovrei essere invidioso degli Iron Maiden e non, boh, di un altro gruppo a caso? E perché questa invidia ce l’ho solo per i loro galattici ultimi dischi, mannaggia, e non per Powerslave? Com’è questo fatto, ditemelo voi amici! Secondo il vostro ragionamento, e invoco i Grandi Antichi dal loro sonno nelle profondità spaziali affinché possano risucchiarvi l’anima se non mi rispondete, secondo il vostro ragionamento dunque io non dovrei ascoltare NIENTE, visto che potrei essere geloso anche dei Gamma Ray o dell’ultimo gruppo scrauso che suona alle 8 di sera al Sinister Noise in apertura a qualche tossico giapponese alle soglie dell’overdose. Dai, mortacci vostra. Che noi tutti gli Iron Maiden li si è amati da sempre e li si amerà per sempre, che abbiamo polverizzato intere foreste per tutti i poster che abbiamo appeso in camera, e non ci saremmo mai sognati di disertare un loro concerto nel raggio di quantomeno 300 chilometri di distanza. E con ‘noi’ non intendo noi di Metal Skunk, intendo noi metallari nati tra il 1970 e il 1990 (suppongo). Come potremmo mai essere invidiosi degli Iron Maiden? Possiamo essere delusi, affranti, rassegnati per il loro tristo declino; ma invidiosi?

Il Maracanà dedica poi la sua ola più fragorosa a quei soggetti che hanno trasportato il concetto di HATERS dal mondo del rap al mondo del rock. Bravi, bravi. Un concetto intelligente, una cosa intelligente da dire. Un bellissimo mondo, peraltro, quello del rap. Pieno di gente intelligentissima, con tante cose intelligenti da esprimere. Tanto tempo fa, quando fiumi di latte scorrevano dalle montagne e gli alberi erano fatti di cioccolato con le nocciole, se i bimbi dicevano una cosa stupida i genitori mollavano loro un piccolo manrovescio sulla bocca, non molto forte ma neanche pianissimo, affinché il fanciullo la prossima volta pensasse meglio alle parole da pronunciare e non diventasse, da adulto, un coglione. Ecco: se un giorno mio figlio, in una discussione del genere, usasse la parola haters in questa stessa accezione, io mi ritroverò costretto a dargli un piccolo buffetto sulla bocca, non molto forte ma neanche pianissimo, così che da grande possa avere qualche chance di non diventare lo scemo del villaggio. Non mi dilungo oltre perché l’idiozia del concetto di haters, così come usato in questo contesto, spero sia evidente e immediato per tutti.

La mia opinione sul disco in sé è che è noioso e a tratti fastidioso, come già detto. Noioso perché mi sembra la solita sbobba riscaldata degli Iron Maiden da un po’ di anni a questa parte, e fastidioso sia perché troppo lungo sia per la peggior prestazione vocale della carriera di Bruce Dickinson, che si sforza perennemente di tenere tonalità altissime che non riesce più a tenere, tanto che il primo moto è di tenerezza nei suoi confronti e il secondo, e definitivo, è di fastidio perché non posso stare un’ora e mezza a sentire a te che ti strozzi per fare la caricatura di quello che eri e che, nei nostri cuori, comunque continui a essere. Ti vorremo sempre bene, Bruce Bruce, anche se certe volte ti comporti un po’ da borioso inglesotto pizzarrone. Prestazione vocale a parte i buoni spunti qua e là ci sono, ma non sono mai niente di eccezionale e purtroppo galleggiano in quest’ora e mezza di mattone di disco. La meno peggio è The Red and the Black: è il pezzo più vicino a The X Factor, che è del 1995, e forse lo hanno chiamato così perché volevano ricordare di quando il Milan era forte. Non mi dilungherò oltre sul disco sia perché lo ha fatto già Charles sia perché è su Spotify da settimane e l’avrete già ascoltato tutti fino alla nausea. Se non l’avete fatto, comunque, non vi state perdendo niente. (barg)

21 commenti

  • Sarò strano io, ma ho sempre apprezzato Metal Skunk non per la fredda e distaccata lucidità con cui tratta dischi e recensioni. A dire il vero, personalmente l’80% della roba che recensite qui mi fa cagare a spruzzo, mentre molte cose che mi piacciono me le demolite (vedi l’ultimo degli Helloween o dei Blind Guardian). La ragione per cui vi leggo da oltre due anni è il vostro stile competente ma sanguigno, non vi prendete sul serio, non sentite il dovere di giustificarvi se un disco vi fa vomitare il cenone di Capodanno del ’97, e su queste pagine non respiro l’atmosfera di un’enciclopedia scientifica ma di un’uscita al pub, dove se si è in disaccordo sul valore di un album ci si manda a cagare ridendo e poi si ordina un’altra birra.
    Per questo non trovo concepibile come tanta gente si prenda malissimo, fino ad arrivare alle minacce (mi è capitato parlando dei GHOST, manco dei Black Sabbath), se non si parla bene dei beniamini. Poi mi ricordo che su internet partono le minacce di morte a chi difende i vaccini, e alzo le spalle.

    P.S: The Book Of Souls mi è piaciuto.

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    • E’ lo stesso spirito con cui anche io leggo queste pagine, e credo sia anche l’idea con cui vengono scritte.

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    • Seguo Metal Skunk esattamente per i tuoi stessi motivi, dato che l’ambiente metal è infettato da un virus terribile che è quello del prendersi troppo sul serio. Ho sempre detestato il tono pseudointellettuale, l’attitudine alla predicazione e l’approccio politicamente corretto della quasi totalità dei siti metal, mi disgusta e mi fa passare la voglia di ascoltare musica. Colgo l’occasione per ringraziare Roberto per le digressioni su invidia ed hater. Sono due termini da invertebrato che hanno veramente rotto i coglioni. Alle volte un disco o una band fanno cagare e basta, non c’è sempre un complotto dei rettiliani dietro.

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    • Sono d’accordo.
      Dopo circa 20 giorni di assiduo ascolto mi sento di promuovere quest’album, e soprattutto la scelta stilistica scelta per l’occasione.
      Abbiamo criticato la “svolta” prog post reunion del 2000, abbiamo criticato la troppa fuffa, abbiamo criticato l’hard rock oriented di The Final Frontier, ma stavolta mi pare proprio che il risultato sia quantomeno degno di nota.
      Non so voi, ma in pratica hanno cercato di fare un mix tra le parti prog del passato (pre 2000) e il sound dell’ultimo decennio, implorando Bruce di mantenere gli stessi standard degli anni precedenti, pur con tutti i suoi problemi di salute.
      E secondo me ci sono riusciti.
      Tanto per citare, in ordine sparso: ottime e opposte nel loro genere le prime 2, la prima (bellissima) sullo stile delle migliori di A Matter…, la seconda più hard rock, stile The Final Frontier.
      The Red and the black killer song, nonostante la lunghezza scorre che è un piacere, e la title track, palesemente Powerslave (la canzone) oriented sono ottime canzoni.
      Sul lato B Death or Glory riprende ottimamente il discordo melodico e testuale di Aces High, mentre Shadows ripropone egregiamente un mix tra Somewere e Brave new World (guarda caso uniti da un groove palesemente più commerciale del solito)
      L’ultima canzone è la definitiva consacrazione al prog, ci hanno voluto provare, ci sono riusciti diciamo a metà…..
      Il resto sono praticamente filler, come ogni album che si rispetti (Beatles inclusi).
      Se riusciamo a uscire dal pregiudizio sulla durata delle canzoni, e riusciamo a inquadrare meglio il fatto che qualsiasi gruppo (teoricamente) segue un proprio processo evolutivo, non per forza similare alle origini, o che almeno che non possa piacere a tutti i fans della prima ora, ritengo che il risultato sia più che buono, specie se rapportato alle uscite dell’ultimo ventennio di musica dei Maiden,
      Fate conto un 7 pieno.

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  • “Chi è Cesare Carrozzi” è stato già detto?

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  • si ma quella foto della versace mi ha fatto perdere diversi anni di vita dallo spavento, siete delle merde!

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  • A me The Book of Souls piace, però preferisco Meliora dei Ghost, per cui potete farvi un’idea sui miei gusti

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  • sergente kabukiman

    tutto giustissimo!purtroppo il fanboy medio dei maiden ormai considera la qualità delle loro canzoni odierne direttamente proporzionale alla loro lunghezza, altrimenti non si spiegherebbe il successo che sta avendo empire of clouds che se l’avessero scritta 20 anni fa si sarebbero presi i sassi in faccia. e poi sto kevin shirley ha rotto il cazzo

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    • In quel lasso di tempo hanno scritto ciofeche che non meriterebbero di stare manco nei dischi dei backstreet boys (vogliamo ricordarci di weekend warrior, the angel and the gambler, unbelivier, the apparition) questi commenti del se l’avessero fatto un tot di anni fa chissà gli insulti mi sembrano dei ragionamenti abbastanza forzati.Il pezzo è piaciuto perchè è piaciuto.

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  • Il video in calce è il massimo della morbidezza. E sottoscrivo ogni parola.

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  • Sempre lucidissimi e pienamente condivisibili. Per me ogni uscita degli Iron successiva a Seventh Son è sempre stata un trauma, con la sola eccezione di Fear of the Dark e qualche canzone sparsa negli oceani del tempo. The Book of Souls è prolisso, noioso, facilmente dimenticabile. È prodotto e suonato da gente vecchia e lo si sente.
    Enorme rispetto per quello che hanno fatto per il metal, anzi per essere stati IL METAL durante la nostra gioventù, ma adesso nessuno di noi è costretto a farsi piacere questa roba.

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  • Pensiero che a me sembra pretenzioso, sterile e a larghi tratti inconsistente.Partendo dal presupposto che parti già con un approccio totalmente sbagliato (solo già dire che i maiden non fanno niente di buono da somewhere intendendo implicitamente che anche seventh son of a seventh son sia un brutto disco è tutto dire su certe competenze musicali.Visto però lo spirito della discussione passo oltre) il tuo più che un modo di scagionare il pensiero del tuo compare sembra quasi un girare il coltello nella piaga.Voglio dire, l’utilità di questo tuo lungo commento qual è se non per decretare in maniera intesa quasi come oggettiva una tua opinione abbastanza discutibile (non vi perdete niente, siamo tristi per la loro decaduta e via dicendo) ma scusate a parte che l’album ha riscontrato parecchi voti positivi da siti importanti, indipendenti e blogger (questo per chi la vuole menare sulle mazzette) e anche da siti abbastanza severi che hanno promosso l’album e che non vedevano di buon occhio i maiden tutta questa ppardella mi spieghi che senso ha scusa?Sembra quasi un buttare ulteriormente benzina sul fuoco tanto per far capire a tutti la tua posizione in modo abbastanza egocentrico.Senza contare che non mi pare di avere visto nessuno che ti abbia minacciato o cosa in giro per la rete secondo me tutto questo è un finto vittimismo ed esibizionismo che lascia il tempo che trova.Con tutto il rispetto ma certa gente dovrebbe imparare a scrivere certe opnioni in modo più pertinente alla premessa che fa dai primi righi.Magari la tua intenzione è buona ma quello che ne esce fuori è pessimo a dire il vero.

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  • Lorenzo (l´altro)

    Solidarietá incondizionata al Carrozzi. Se ti dovessi trovare accerchiato dagli zombie sulle pendici di Rocca Calascio fai un fischio.

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  • Ragazzi da chi ama gli Iron Maiden dal 1989 e che ancora consuma i loro vinili nel mitico perla nera posso dire una sola cosa : gli Iron Maiden di oggi fanno schifo al cazzo e mai avrei pensato di dirlo.
    Ho comprato il cd e con il solito rituale mi sono chiuso nella mia stanza segreta dove ritorno fanciullo e pregando mia moglie di non disturbare per nessun motivo al mondo ho premuto play e mi sono immerso nel primo cd.
    Mentre la musica scorreva inesorabile pregava i grandi antichi che succedesse qualcosa, un sussulto di vita, uno scatto di orgoglio qualsiasi cosa è invece niente.
    Finito il primo cd ho spento e sono andato via.
    Mia moglie mi chiede com’era ma il mio viso diceva già tutto.
    L’indomani con molto timore e poche speranze ho inserito il secondo cd….niente…..il nulla cosmico.
    Finito il pezzone da mille milioni di minuti ho spento e mi sono chiesto : ma davvero sono loro e mi stanno prendendo per il culo?
    Allora sono giunto ad una triste conclusione è cioè che sta roba sicuramente piacerà a molti sparsi in giro per il mondo ma sicuramente non a me. E ne vado fiero perché quelli non sono gli Iron Maiden ma un gruppo di vecchietti che hanno abbondantemente rotto i coglioni.
    Scusate lo sfogo ma non c’è la facevo più e chi difende queste operazioni allora non ha provato l’emozione di cantare heaven can wait al Monsters of Rock del 92.
    Quelli erano altro.

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  • Trattate le band per quello che erano e che sono diventate: ecco perchè amo seguirvi da anni (dal num.400 di quando scrivevate)! Se un disco è merdoso ed una band non ha più una cippa da dire, voi lo dite! Per i maiden, qualche loro fan terminale arriverà a dire che l’unica birra al mondo da bere è la loro Trooper e che gli altri che bevono ichnusa sono dei poveracci che non sanno bere…ahahahhahah

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  • Se chi ha scritto questa porcata di articolo avesse letto con attenzione la storia di un gruppo come i Pink Floyd (dei quali peraltro disprezza i fan senza un’apparente ragione) capirebbe come il suo intervento sia dannoso anche per il genere musicale che lui ama, per due ragioni:
    1° Sono musicisti e fanno musica, se siete così esperti da giudicare i fan di altri gruppi o gli stessi Maiden, invece di ergervi sopra la massa per giudicare (sia a favore che contro il disco), scrivete voi stessi canzoni rock o metal e provate a tirare avanti in un mercato nel quale regna lo schifo commerciale da ormai 20 anni. Non date la colpa ad un gruppo che tira fuori un disco metal nel 2015 e fa ancora parlare di se…
    2° Dato che ha citato i Pink Floyd, le spiego gli effetti che articoli come questo hanno causcato a gruppi come i Pink Floyd o gli Oasis. Ogni volta che esce un disco vedi già fenomeni virali che si sperticano le dita, lesionandosi i legamenti delle mani, pur di dire la loro… io vorrei vagamente sapere chi di voi ha mai iniziato ad ascoltare The Book of Souls senza volergli e dovergli dare un parere alla fine, e magari lo abbia ascoltato tutto rischiando ADDIRITTURA di non essere il primo a scrivere. Il tuo articolo sarà letto da persone che magari volevano acquistare un disco, alimentando un mercato che grazie al cielo esiste ancora. Se di soldi parli, ti dico che è molto meglio spenderli per un disco giudicato schifoso da un tizio di nome Carrozzi e ascoltarlo con cura, che comprarci una bella scala per salire in alto a dire la propria e inutile opinione.

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    • Io non ho ben capito. A te l’album piace, al recensore no. Ma dov’è il problema? Perché non dovrebbe recensire un album che non gli è piaciuto?

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