De fluxu et refluxu metalli

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Siamo onesti, ogni tanto piace a tutti fare dialoghi sui massimi sistemi, magari alla sesta birra da 66(6), insieme a quei due-tre amici coi quali puoi parlare di musica per ore, con una bella base sotto, tipo, che so, l’ultimo disco dei Manilla Road; e infilarsi in filosofie che inevitabilmente finiscono per essere dimenticate la mattina dopo perché sei troppo impegnato a far fronte a un bel mal di testa e ti tocca pure far finta di lavorare. Il bello ma anche il brutto di queste piacevoli chiacchiere tra metallari è che quasi sempre si va a parare sulle ‘solite banalità’ alle quali poi ripensi a mente fredda per dirti che, oh, in fondo non sono banalità manco per niente. E se si parte dal quesito cosmogonico del ‘è nato prima Tony Iommi o Satana?’ o più banalmente da uno scettico ‘quest’anno non sta uscendo niente di buono’, si finirà sempre per andare di approfondimenti epistemologici sull’evoluzione stilistica del tale gruppo e chiosare col classico eudemonismo alla ‘chissenefrega, se mi piace vuol dire che è ok’. E il cazzeggiar m’è dolce, insomma.

Cazzeggiando cazzeggiando, dunque, mi facevo la solita domanda banale, che poi banale non è, appunto, su quale sarà il tipo di heavy metal con cui negli anni a venire identificheremo questi anni ’10. Se per gli anni ’80 la faccenda è assai ardua, nel decennio successivo la matassa comincia a dipanarsi più facilmente. Se, quindi, identifico nel mio immaginario il primo lustro degli ’80 nel classic HM, doom e NWOBHM, l’ultimo sarà più power e thrash che altro. E pure se penso a questi ultimi due come ‘generi’ a cavallo, ritrovandomeli anche nel lustro successivo, secondo me i ’90 restano fondamentalmente gli anni d’oro del death e del black metal (e una infatuazione per il gothic: l’amore impossibile che ti lascia più cicatrici che bei ricordi). All’alternative metal, che prendeva corpo sempre in quella fine ’90 e che diventa poi nu-metal, con cui si può identificare un periodazzo bello lungo in cui pare non si riuscisse ad ascoltare altro, aggiungo il cd. post-metal per identificare gli anni ‘00. Ok, sta arrivando la domandona (e non ditemi che non ve la siete mai fatta): per cosa ricorderemo questo decennio? Di certo non per la moda del black metal fighetto, che è già finita. Lo djent? Per carità. E, almeno da questa parte dell’oceano, nemmeno per mathcore et similia. Neanche guardando al recente passato trovo un filo comune. Però, anche se probabilmente non mi vedrete mai scrivere una puntata di Music to light your joints to, mi rendo conto che personalmente trovo soddisfazione costante nell’ascolto di quei dischi che fanno del recupero di vecchie sonorità la propria bandiera e starò pure invecchiando male e precocemente ma secondo me quei millemila gruppi lì che fanno sludge/stoner, comunque inalveolati nel mondo doom e un po’ passatisti se volete ma che raramente deludono, sono talmente efficaci nella loro forma così genuina, partendo da una sostanza fatta di tre accordi e suoni strasaturi, che potrebbero rappresentare l’unica cosa vera e decente che ascolteremo nei prossimi anni. E poi ci sta che in un momento di stanca evolutiva si guardi al passato. Certo, da qui all’identificarli con un intero decennio ne passa, ma al momento non mi viene in mente nient’altro.

 

17 commenti

  • Riguardo al genere sludge doom/sludge sono d’accordo, ma aggiungerei un elemento che trascende il genere di musica e passa dall’evento sociale in se. Quantomeno in Italia negli ultimi anni c’è stato un crescendo di organizzazioni di tipo paesano/sagra della porchetta in cui è approdato il metal riportando il genere a una dimensione più di nicchia e ristretta, per quanto maggiormente distribuita. Tutto ciò sta avendo l’effetto di riportare il genere al grado zero, ovvero le moto, la birra e il maiale arrosto, cosa che peraltro è bellissima. Certo magari la qualità dei gruppi non è sempre eccelsa, quanti festival ‘minori’ portano gruppi folk/power dozzinali o che di certo non faranno la storia (tipo Pantera per dire), però ti prendi bene ed è forse il contesto migliore in assoluto, almeno per me. Penso che questi anni li ricorderò come quelli dei festival estivi low-cost e dei club medio-piccoli che riesumano la nicchia e in cui magari c’è poca gente, però che brividi..

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    • D’accordissimo, a un evento come il Tube Cult a Pescara, dove il gruppo più grosso erano i Belzebong, mi sono divertito proprio perché c’era questo genere di contesto e di dimensione.

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      • Grandi i Belzebong, l’anno scorso sono venuti a Genova e dopo il concerto un mio amico gli ha chiesto se avevano ancora LP da vendergli. Gli hanno risposto che no, li avevano finiti tutti e hanno aggiunto qualcosa tipo ‘sai poi non è molto bello vendere la nostra musica.. La nostra musica è nell’aria!’. Dopo di che gli hanno offerto della torta. Idoli incontrastati.

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    • Straconcordo. Esco da poco dal Blood In Gerenzano per esempio. Anche per me gli anni ’10 sono la riscoperta del metal tutto ma in locali e/o festival di taglia umana e di gruppi che non saranno mai ricchi ma tiran fuori buoni album. Una specie di ritorno underground.

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  • effettivamente oggi l’unica forma di metallo in quanto tale che sia calata vagamente nel presente è quasi tutta riconducibile all’area del sound fra mastodon e high on fire

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  • sergente kabukiman

    il discorso stoner-doom-sludge secondo me è spiegabile col fatto che è un genere che ha delle basi alte. nel senso che è difficile sbagliare quando nasci sui riff di master of reality e holy mountain, se si prendono band underground come i black pyramid o gli honcho si può lo stesso livello qualitativo di band più famose come i kylesa o i black tusk, in pratica con le valvole e la sweet leaf non si sbaglia mai. questo decennio lo ricorderemo per le mode aberranti come il djent e il rincoglionimento di massa dei grandi nomi, partendo da mustaine per finire coi morbid angel, purtroppo non tutte le epoche musicali (ma anche storiche e sociali, ma a noi di questo non ci frega niente) sono famose in positivo, e tra 20 anni penseremo ai quarantenni che oggi vediamo ai concerti con la maglia dei dust e dicono cose come “eeeeh, io ho visto gli exciter-obituary-pantera-eyehategod-nomestoricorandom quando erano ai loro massimi” e proveremo solo invidia perchè appunto i grandi nomi che tirano la scena attuale sono mostruosità come i peryphery,i childer of bodom e i dischi vomitosi da genio del glande di devin townsend. che vita di merda

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  • Dovrei approfondire tutto questo filone doom sludge etc., ma i Pallbearer mi piacciono parecchio.
    Comunque agli anni ’90 io associo immediatamente il power, e poi il gothic. Sarà che non amo tantissimo il metal estremo ma in quegli anni è uscito il meglio di Gamma Ray Blind Guardian Stratovarius Angra…. e anche i nostri Rhapsody nella loro pacchianità avevano un loro perché. Per non parlare di gruppi non proprio power ma affini come i Virgin Steele che misero in fila 4 grandissimi album in 5 anni, gli Iced Earth, i primi Hammerfall….
    Per gli anni 00 forse andrebbe citato anche metalcore (che io considero più che altro una piaga, ma vabbè si parla di “sociologia”)

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    • inizialmente lo avevo pure inserito il metalcore, in riferimento agli anni ’00, ma poi ho pensato fosse meglio parlare solo delle cose che conosco

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    • Tralasciando le annotazioni filologiche da strapazzo sul fatto che con ‘metalcore’ all’inizio si intendesse tutta la roba strafica che usciva su Victory a fine anni ’90 (Deadguy, Earth Crisis, Snapcase e così via), il metalcore anni 00 non mi fa schifo per principio, capisco benissimo che gli Unearth o gli Shadows Fall si possono anche ascoltare ogni tanto. Il problema è che si tratta di un fenomeno dai confini stilistici estremamente limitati, nato dalla fusione di due generi già di per sè derivativi, come l’hardcore metallizzato di cui sopra e il death di Goteborg, (generi che amo moltissimo, peraltro), con canoni che sono diventati stereotipi grotteschi, come i breakdown (il successivo ‘deathcore’ è grossomodo lo stesso discorso) o i ritornelli puliti svenevoli. Non ne faccio una questione ideologica, è semplicemente roba noiosa.

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  • Cosa resterà di questi anni ’10? Ho controllato il mio iPod per vedere i migliori dischi usciti negli ultimi 5 anni e i nomi principali sono quelli di gruppi che già esistevano (e spopolavano nel loro campo) nel decennio precedente. Molto probabilmente, almeno negli USA, è proprio il djent il filone che è nato in questo periodo e che sta riscuotendo il maggior successo – nonostante sia un rimpasto di quanto fatto da altri (Meshuggah) ormai parecchio tempo fa. Che poi faccia abbastanza schifo è anche quello un dettaglio importante.

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  • Secondo me è il decennio del revival, in tutti i campi musicali, metal e non. In ambito metal i dischi capaci di dire qualcosa di nuovo negli ultimi 5 anni sono meno di 10, ma a memoria ne ricordo anche meno

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  • io continuo ad ascoltare la solita merda con solide radici 80/90, sia in campo classico che estremo. djent, bububu e musica da strafatti non sono proprio nelle mie corde. Adesso scusate ma devo correre a mettere su indecent and obscene prima di pranzo.

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