I Rage divorziano

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Apprendo che i Rage si separano. O meglio, che Peavy Wagner e Victor Smolski, rispettivamente cantante/bassista e chitarrista del gruppo hanno deciso di comune accordo di andare ognuno per fatti propri, lasciando per strada pure il batterista, Andre Hilgers.

Spero che Peavy non scompaia, musicalmente parlando. Ci sono cresciuto con i Rage e mi dispiacerebbe immensamente, appunto perché i Rage sono Peter “Peavy” Wagner. Artista unico e con un senso melodico fuori dal comune, in power trio con Manni Schmidt alla chitarra e Chris Efthimiadis dietro le pelli ha tirato fuori dischi fantastici, delle gemme di rara bellezza e ricercatezza partorite da una delle formazioni più creative dell’epoca. Anche quelli post Schmidt (con il fratello di Chris, Spiros Efthimiadis, e Sven Fischer alle chitarre) sono dei gran dischi, almeno i primi due, Black In Mind ed End Of All Days, come pure il successivo progetto orchestrale a nome Lingua Mortis.

Vabbè, Peavy è arrivato col fiato corto, dopo trent’anni di carriera è pure comprensibile. Gli ultimi album in pratica erano composti quasi esclusivamente da Smolski, che è un cazzo di russo fanaticissimo ed inquadrato, stoico ed affidabile fino alla morte, solo che bisogna fare tutto come vuole lui. E Peavy, che in un certo senso ha avuto il culo salvo grazie al russo – avendolo preso a bordo in un momento assai difficile dopo l’abbandono dei tre quarti della formazione precedente – gli ha dato nel corso degli anni sempre più spazio fino a che, evidentemente, s’è reso conto che non c’entrava più un cazzo.

Ricordo una volta che li andai a vedere a Rimini, mi pare che il locale si chiamasse Velvet, una buco con, boh?, forse una trentina di persone dentro per i Rage da Amburgo. Era il primo tour con Smolski, quello del tour di Welcome To The Other Side, credo fosse il duemila o giù di lì. C’era anche Mike Terrana. Uno spettacolo memorabile. Eravamo quattro gatti ma per loro fu come se fossimo stati quattrocentomila, un’ora e mezzo di concerto impeccabile ma soprattutto SENTITO, suonato con tanta e tanta passione genuina.

La delusione venne proprio da Smolski. Finito il concerto i nostri si fermarono a salutarci gentili e disponibili, Peavy un grande (letteralmente, sarà alto uno e novantacinque per un quintale e rotti abbondante), Terrana pure, Smolski tendenzialmente disponibile ma un po’ più freddo. Stavamo appunto parlando io e Smolski, roba di chitarre se non ricordo male, quando si avvicinò un ragazzo tutto entusiasta con una copia di Execution Guaranteed chiedendogli se poteva autografarglielo. Lui non volle. Motivazione: non ci suono io lì sopra, quindi non te lo firmo. Il ragazzo ovviamente ci rimase malissimo. Allora mi resi conto che, con ogni probabilità, bravo e tutto Victor Smolski lo sarà pure, com’è sicuramente uno stronzo. Per questo non mi spiace troppo che abbia mollato i Rage, sperando che Peavy non abbandoni la musica o gli stessi Rage. Altrimenti avrebbero comunque chiuso meglio di tanti altri, e scusate se è poco. (Cesare Carrozzi)

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