Johan Edlund sbotta polemico e abbandona i TIAMAT

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Sulla pagina facebook dei Tiamat è comparso un messaggio non firmato da nessuno, ma palesemente scritto da Johan Edlund, in cui la mente e anima degli svedesi dichiara di aver preso la decisione di lasciare il gruppo. In pratica una pronuncia di condanna a morte, non essendo concepibile vita per i Tiamat senza il suo fondatore. Oltre ad essere brutta la notizia in sé, è brutto anche il tono alquanto polemico e strafottente. Johan è uno scoppiato e un fattone di merda dal quale è lecito aspettarsi di tutto e, secondo me, ha scritto questa cosa in un momento di scarsa lucidità:

Ho deciso di lasciare i Tiamat. La mia salute, eccetera, non va più.

Dico ‘lasciare’ perché non avanzo pretese su nulla che riguardi i Tiamat.

Se gli altri ragazzi vogliono continuare è ok, andate avanti. Prendetevi un grandioso cantante di bell’aspetto, firmate con la Century Media, fatelo e basta. Ma io sono fuori e non ho nemmeno il minimo interesse, se non quello di augurare tutto il meglio alla band. Tutti i contratti verranno ceduti ad Anders (Iwers, basso), Lars (Sköld, batteria) e Roger (Öjersson, chitarra), se a loro va. Non ne voglio sapere nulla.

Sono stato privato fin troppo dell’essere un adulto. Diamo a qualcun altro un’occasione migliore.

Sarò presente ai quattro festival nei quali appariremo quest’estate.

Fatevene una ragione, esistono altre band, addirittura i Tiamat potrebbero migliorare!

Love, my brothers, and thank YOU for your support! KISSES!

Poi magari si verranno a sapere le reali motivazioni che stanno dietro questa decisione, tipo che Johan ha dei veri problemi di salute, e mi darete dello stronzo. Per quanto ne so, l’unico problema di salute ce l’ha in testa. Spero se ne penta amaramente, non fosse altro che i Tiamat di oggi, da patetica parodia di ciò che erano ai tempi di Clouds e Wildhoney, con The Scarred People mi stavano dando l’illusione di poter imboccare la via verso un recupero di credibilità. E poi che una delle mie band preferite di sempre se ne vada in vacca in questo modo mi dà oltremodo fastidio. A me sembra anche che a Edlund non freghi un granché di cosa sarà (se ci sarà) un dopo di lui. Quindi bravo, complimenti. Posto che le sinapsi gli si sono sconnesse quel dì, constato con amarezza la puzza di squallore che aleggia intorno a questa gente.

9 commenti

  • …decoction of Jimsonweed…

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  • non è che si è intrippato di brutto con la pittura e si è rotto il cazzo di suonare? abbiam forse un altro paolo catena?

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  • A me l’ultimo disco dei Tiamat ha fatto schifo all’80%. Per Johan l’unica via di salvezza artistica è darsi al cantautorato. Diciamo che un disco pieno di brani in stile “Love terrorists” e “The pentagram” sarebbe il massimo. Del resto anche “Wildhoney” consisteva praticamente nel singolo “Gaia”, con un contorno di peti spacciati per brani, tanto per dare l’idea che dietro al gruppo ci sono degli individui. Così come “A deeper kind of slumber” sarebbe tranquillamente potuto uscire solo come singolo di “Cold seed”. Ci sono questi cantanti, tipo quello dei Korn, Ville Valo o ancora Marilyn Manson (praticamente il caso di uno schiavo di una fossilizzata idea di se stesso), che si trascinano come dei poveri diavoli nel deserto sterile delle proprie band, quando è evidente. dai rari sprazzi di luce creativa che osano inserire nei dischi dei gruppi principali, che il meglio lo potrebbero dare in un contesto solista.

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    • rispondo io ma penso di parlare anche per ciccio e charles: non condivido il giudizio su ‘wildhoney’, a cui sono legatissimo e che considero un capolavoro proprio perché le canzoni sono tutte belle. peraltro la mia preferita non è gaia ma la prima e visionaire. per quanto riguarda deeper kind of slumber condivido, per il discorso del contesto solista io ricordo che per i lucyfire si costruì un altro personaggio con tanto di vestito di scena…

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      • Mi ero scordato dei Lucyfire, ma non è che quel progetto (il full è del 2001) si occupasse di musica poi tanto diversa di quella dei Tiamat dei dischi “Skeleton skeletron” (1999) e “Judas Christ” (2003). All’epoca il gothic metal andava ancora bene. La mia sensazione è che per Johan i Lucyfire fossero una sorta di secondo lavoro. Sulla pagina wiki del gruppo, pur essendo priva di citazioni dirette/fonti, si parla dei Lucyfire come di un progetto che raccoglie i brani che NON SI ADDICONO ai Tiamat. La tesi è ovviamente falsa, tanto che una canzone dei Lucyfire, “Thunder and lightning”, è stata pure inserita sull’ultimo disco della band madre, come riporta la stessa pagina wikipedia di cui sopra.

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    • ah ah, però quando Edlund scorreggia gli escono anche “whatever that hurts”, “the Ar”, “Visionaire”, “Teonanacatl” e “Phantasma de luxe”, mentre ad altri escono solo delle puttanate di commenti…

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  • Lascia i Tiamat?? Ma se è lui i Tiamat! Vabè, fatto sta che a mio parere sono secoli che i Tiamat sono morti. L’ultimo lavoro degno del loro nome fu “A Deeper Kind of Slumber” (1997!!!) quindi a mio avviso questa decisione è stata presa con almeno una decina di anni di ritardo…Fermo restando che un album come “Wildhoney” era, resta e rimarrà per sempre un capolavoro. Uno dei dischi più belli degli anni ’90. Poche storie.

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