BLACK METAL – Oltre le tenebre (edizioni Arcana)

blackmetalNon sono mai stato un grande lettore di musica né, tantomeno, di libri sul black metal. Ho infatti sempre preferito il metodo empirico all’affidarmi alle teorizzazioni di qualcun altro. Per questo motivo però ho potuto approcciarmi a Black Metal – Oltre le tenebre, pubblicato in Italia da Arcana, libero da qualsiasi altro riferimento libresco, a parte le convinzioni personali che ogni consumatore accanito di musica del demonio si costruisce da sé ovviamente. Penso che questo testo, un collage di saggi scritti da mani diverse e che affrontano la materia da differenti punti di vista, non sia dedicato ai fortunati che hanno visto sbocciare i semi del bm o vissuto lo sviluppo della cosiddetta Seconda Ondata, né a tutti coloro che si sono già sorbiti testi su testi che concettualizzano ed approfondiscono in modo maniacale qualsiasi aspetto musical/folkloristico della faccenda, bensì potrebbe trovare maggiori riscontri tra coloro che cominciano ad affacciarsi al furore del bm per il puro gusto di farlo e che magari -detto per inciso- ritrovano più affinità e interesse nel nuovo stile nord americano che nella vecchia scuola europea. Questa grande attenzione nei confronti dell’usbm ho trovato sia un aspetto interessante e, perché no, innovativo. E lo dice uno che è attaccato alle sue origini fin nel midollo e che ha (quasi) sempre scansato, sbagliando o no, quella ‘scena’. Molta cura infatti è dedicata, in più di un saggio, alle differenze tra questo e quello, tra le basi concettuali e tra i vari ambienti di coltura e stili di riferimento, sorvolando sulla matrice comune perché non vuole essere una storia del bm. E poi, ovviamente, i fatti. I fatti sono quelli citati ovunque: la cronaca nera delle morti efferate, dei suicidi, delle chiese bruciate e dei fanatismi vari. L’idea di fondo che collega tra loro, volente o nolente, alcuni scritti di questo libro è quella secondo cui suddetti fatti furono all’origine di una storia nera che ha dato al black metal europeo la base culturale da cui partire, intesa come ‘culto’ delle persone, delle idee, delle azioni e dei simboli in esse contenuti. 

vlad tepes

Vlad Tepes

La violenza non a parole, il satanismo (forse) praticato, il suicidio come scelta nichilista per eccellenza e altri aspetti che hanno permesso a quella europea di diventare una comunità simbolica coesa intorno a qualcosa di ben noto e condiviso. Vuoi grazie anche a un territorio, la Norvegia, che si è prestato particolarmente sia da un punto di vista naturalistico che mitologico/culturale ad essere la culla di cotanto lerciume. La potenza evocativa di questi fatti ha tracimato i confini nazionali della Norvegia fino a contaminare altri paesi europei distanti e climaticamente agli antipodi. Ridurre tutto a una questione sociologica (ma questo adesso è il mio modesto parere) rischia di far perdere il senso della bussola che non è determinato solo dai fatti di cronaca nera ma anche dal modo di fare musica in quanto tale. Questo aspetto è colto in uno dei saggi che tratta la questione dell’identità culturale, il primo nello specifico, dove, dando il giusto peso alle parole e con la giusta prospettiva storica, si descrive l’evoluzione parallela di una Seconda Ondata minore, ma non meno importante, come quella greca in primis (ne siamo tutt’ora estasiati adulatori), quella francese, italiana, polacca, ceca e via dicendo. Il tutto raccontato per far passare un concetto molto semplice e che distingue il bm europeo da quello americano: in America nessuno ha mai avuto la follia di realizzare praticamente quanto andasse affermando nei testi delle sue canzoni, ovvero l’America non ha sperimentato la cronaca nera legata al bm come non ha sperimentato lo stesso fanatismo anticristiano. Quindi in generale può esistere una scena americana anche senza la mitologia dei massacri norvegesi? Questi aspetti, oltre al più che atavico individualismo americano, non hanno consentito all’usbm di ricalcare le orme europee. È come dire che è mancata la benzina sul fuoco e il collante per una vera comunità black metal che, sebbene il web abbia eliminato le enormi distanze geografiche che sarebbero tra i motivi all’origine della mancata ‘coesione sociale’, a tutt’oggi in America non esiste. Nel merito poi, l’affermazione più ficcante e che apre un capitolo d’analisi tutto nuovo e divertente la fa Dagon degli Inquisition: “Qui negli Stati Uniti non si può giocare col fuoco come fece la primissima scena norvegese. Con le continue minacce dei terroristi, l’ultima cosa che vuoi che accada nel nome del black metal è trasformarti in uno di loro proprio ora”.

mortuary drapeDopo di ciò e messi via paragoni e confronti tutta l’attenzione del libro è dirottata principalmente verso gli USA e suoi prodotti. Di interessante ho trovato il capitolo che collaziona parti di interviste raccolte in diversi periodi a gruppi americani, setacciate negli aspetti più utili e ricomposte quasi a voler fondare una piccola storia orale del McBlack Metal (termine coniato da Imperial dei Krieg). Da apprezzare lo sforzo. Dopo una partenza molto interessante alcuni leggeri cali di tono (certe affermazioni del redattore di Pitchfork, che si addentra in un campo –Burzum– che evidentemente non padroneggia a mestiere, e gli atti di un simposio sul black metal) non compromettono affatto la resa del libro che è arricchito da foto, ritratti e da un bel formato, impaginazione e copertina. E ancora: le label e la distribuzione del bm, le prime ‘zine, l’arte (loghi e copertine) e l’estetica (il look e le performance). (Charles)

3 commenti

  • fabriziomagno

    un libraccio, banale e superficiale, tante foto (alcune veramente belle) ma povero di contenuti. e per tutto il cazzo di libro la parola trash invece di tHrash, che rabbia! 24 euro da risparmiare assolutamente…molto meglio “black metal – il sangue nero di satana”, un autore italiano meritevole, 390 pagine a 15 euro, tanta carne al fuoco.

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    • E “Lords of chaos”? Ne ho sentito parlare bene

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    • Bè, ti ringrazio tanto del complimento, il libro che citi è proprio il mio! Fa piacere sapere che, nonostante sia il lavoro di una piccola casa editrice, quella del Foglio Letterario, qualcuno si interessi e lo reputi migliore di una ben più blasonata produzione Arcana. In effetti abbiamo voluto proprio basarci sul rapporto qualità-prezzo (nonchè quantità, intenso nel senso delle pagine), per cercare di interessare gli ipotetici lettori. Il mio libro è una guida introduttiva al genere visto con gli occhi ( o meglio le orecchie, ma non solo) di un appassionato e curioso fruitore musicale, nè più nè meno, che ha riscoperto il black metal dopo esserne stato solo appena sfiorato in adolescenza.

      Saluti a tutti,

      V.Trama
      http://www.blackmetaltrama.blogspot.it/

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