Pensieri sparsi di primavera

saurom - vidaHo passato una serie di periodi un po’ del cazzo questi ultimi tempi. Nel 2012 soprattutto pare esserci stata un’ecatombe generale, perché è stato un periodo un po’ del cazzo per quasi tutti quelli che conosco. Insomma, non è carino. Uno fa finta di niente, però non è carino. Certo, fortunatamente noi rispetto alla gente normale stiamo avvantaggiati perché abbiamo i Sentenced, Transilvanian Hunger e in generale tutta quella musica tendenzialmente tristissima che ci ascoltiamo noi, però comunque non è carino. Poi è arrivata l’apocalisse Maya, che dicevano che invece delle meteoriti infuocate sarebbe stata una cosa più del tipo rinnovamento spirituale o che so io, e in effetti le cose stanno andando meglio. O no? Un pochino, dai. L’aveva predetto il mio caro amico Fabio, ora insigne leguleio dal cuore di metallo, colui che a sedici anni disse ai genitori che andava a casa di un suo amico per il weekend e invece si fece mille chilometri da solo per vedere i Dream Theater. E in onore a questa aria di nuovo mondo, sappiate che questo che state leggendo è il mio primo articolo da giornalista professionista. Voi direte “che culo”, ma in realtà non riesco a immaginare una cosa più nobile che scrivere il primo pezzo da professionista su Metal Skunk, a voi venticinque lettori che siete cresciuti insieme a me, e parlare del metallo, della primavera e delle vicende giovanili del mio amico Fabio, che è sempre quello che una volta da adolescente rischiò i guai perché un suo molto ubriaco amico iniziò a prendere a calci una volante gridando POLIZIA BASTARDA con i poliziotti dentro che lo guardavano allibiti. Per questo offro il mio imene professionale a lui e ai Saurom, mirabolante gruppo di alcolizzati spagnoli che celebrano la vita, il vino, l’amore e la primavera.

Vida è un disco della madonna e davvero non mi capacito di come abbia io fatto finora a vivere senza i Saurom, che peraltro esistono da quindici anni col nome Saurom Lamderth e hanno alle spalle tipo sette dischi e due ep. Suonano una specie di hard-aor folkeggiante, una via di mezzo tra gli Elvenking, i Journey e Laura Pausini; la prima volta che li ho sentiti ho detto a Ciccio “In un mondo perfetto, i Saurom sarebbero l’equivalente delle canzonette sanremesi che passano alla radio”. Peraltro permettono anche a noi lugubri adoratori del Demonio di godere delle calde sfumature di passione della lingua spagnola, fin qui associata a Ricky Martin, Julio Iglesias e a mi me gusta bailar el ritmo vuelta baila baila el ritmo vuelta. Da oggi invece anche noi, che sacrifichiamo vergini indossando magliette dei Dimension Zero, possiamo far palpitare i nostri cuori cantando si vivieran los recuerdos / de tu besos este invierno, eccetera.

il medioevo secondo i Saurom

il medioevo secondo i Saurom

Vida è una celebrazione totale di tutto ciò che di bello c’è a questo mondo, ed è fantastico che i Saurom siano entrati nelle nostre vite proprio ora che sta arrivando la primavera e tutto si colora. Per capirli davvero bisogna guardare il video di La Lejenda de Gambrinus, un delirio di archetipi idillici da scampagnata alcolica del sabato pomeriggio, che passi il tempo a chiederti in ogni città c’è un pub che si chiama Gambrinus, ma alla fine chi cazzo era sto Gambrinus e intanto davanti agli occhi ti passano quattro minuti di metallari alcolizzati vestiti tipo film boccaccesco italiano anni ’70 che si fanno versare mestoli di vino in bocca da procaci mujeres con le tette al vento. Ma non c’è un’attitudine goliardica come nel folk metal germanico e finnico, no: in qualche modo è tutto incredibilmente molto lieve, passionale, intimo, quasi che ci credessero davvero nelle velleità trobadoriche, pure quando nel video una buzzicotta con l’ombretto blu addenta un cocomero: di sicuro i Saurom avevano in mente il Boccaccio quando hanno pensato la scena della buzzicotta, attraverso cui è stato omaggiato il Poeta che scrisse

trent’anni, bella e fresca e ritondetta che pareva una mela casolana

e magari il Boccaccio la ritondetta trentenne non se la immaginava che azzannava un cocomero con gli occhi di un ippopotamo mutante carnivoro che sgozza un piccolo agnellino e ne beve il sangue ancora caldo (di cui gli ippopotami mutanti carnivori sono ghiotti), però i Saurom ce la mettono tutta e a volte riescono a creare suggestioni degne della più dolce lirica carnascialesca:

y si ella no se enamoró, no pienses en llorar
pues hoy, mustio gazón, de suerte tú estas, te enseñaré a disfrutar
bebe para olvidar, luego el corazón dejará de suspirar por amor

Disco della primavera 2013, e magari si arriva pure all’estate. Ringraziatemi perché vi ho fatto scoprire i Saurom. Voglio bene a tutti. (barg)

20 commenti

Lascia un commento