Fartwork: le copertine fatte col culo #7

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Mentre cercavo di definire il tema principale della scorsa puntata di Fartwork, le croci in dar posto, mi sono imbattuto nei siti della simpaticissima Chiesa Battista di Westboro. Trattasi di una piccola setta, Wikipedia parla di circa 40 membri provenienti principalmente dalla famiglia di tale Fred Phelps. Questa credo sia gente pericolosissima e non mi voglio sbilanciare più di tanto, ‘che rischio di trovarmeli in casa di notte a torturare i miei poveri canetti. Il credo della Chiesa Battista di Westboro consiste in una specie di calvinismo modificato al latte+ e l’azione evangelica che ne consegue prevede sessioni di protesta con cartelli alla mano recanti frasi più o meno deliranti. Il tutto orbita intorno a un concetto molto semplice, di slayerana dottrina e che quindi è pienamente condivisibile nelle sue linee generali, cioè che Dio è odio e Dio ci odia a tutti quanti. E’ il come il KK-pensiero venga parcellizzato e riadattato a crearmi qualche perplessità: ebrei, induisti, gay, lesbiche e, mi sembra di capire, più o meno tutto quel resto di mondo che sta fuori dai confini comunali di Topeka, Kansas, sono tutti parimenti oggetto dell’odio e dell’oltraggio divino, tranne ovviamente i suddetti cittadini di Topeka, Kansas. Barack Obama, a detta loro, sarebbe l’Anticristo e membro della trinità del male, insieme a Benedetto XVI e Satana. Ora capirete bene che tutto questo ha una comicità intrinseca come solo gli americani sono in grado di fare e la storia sembra uscita dritta dritta da una puntata di South Park. Ci mancano solo Saddam Hussein, Adolf Hitler e Marcello Dell’Utri (Marcé si scherza, non mi  mandare i sicari te prego). Sto parlando dei battisti di Westboro non a vostro beneficio -voi, lettori accaniti, ci conoscete ormai a sufficienza da capire che siamo persone più o meno normali, ehm- ma lo faccio (come ebbe a intuire il leggiadro Bargone per il suo blog di donne belle) al fine di relativizzare l’opinione che il viandante casuale potrebbe farsi nei nostri confronti dopo essere incappato per sbaglio in questa rubrica. Il sapere che gente come i seguaci della Chiesa Battista di Westboro è a piede libero mi inquieta ma allo stesso tempo mi placa la coscienza. Dovete sapere che, per circa un anno di vita di questo blog ,chi entrava con un ipod sul sito tra le intestazioni (home, contatti etc.) poteva pure trovare questo simpatico link. Fu un “errore madonnato” a cui poi ponemmo rimedio. Dell’orrida copertina in questione parlammo sul primo numero della rubrica ove utilizzammo un accorto artificio per non offendere la sensibilità di nessuno, un prudente disclaimer, senza sapere che poi avremmo inavvertitamente piazzato l’orrida foto in bella vista sulla homepage. Vabbè, nessuno ha protestato e nessuno ci ha denunciati, quindi desumo che siate molto più ‘scafati’ di quanto potessimo immaginare un paio di anni fa.

The Glorification of Sexual Depravation degli Stoma! Il periodo natalizio è stato superato quasi indenne ma il pensiero va ancora all’odiato capitone, quel pesciaccio  che la zia si ostina a cucinare tutti i santi Natali. Non so come funziona da voi ma a casa mia – Terronia – c’è l’usanza di cucinare più o meno sempre le stesse cose, piatti della tradizione popolare che, a volte, dire rivoltanti è dire poco. Tra queste oscure e macabre prelibatezze del demonio vi è per l’appunto ‘o capitone: sudicio, impestato e inzuppato di un liquido acido e nauseabondo, il capitone è caratterizzato da un bouquet di olezzi che va dal rancido dell’urina di un bagno per soli metallari al maligno effluvio di carcassa di puzzola investita da un’auto, e noi alle puzzole ci teniamo e pure ai metallari. Insomma, capirete da soli che la glorificazione del capitone operata degli Stoma contribuisce a esacerbare il mio per nulla benevolo giudizio nei riguardi di siffatta pietanza natalizia mediterranea.

Qui, per chi volesse, il link alla copertina degli Stoma in tutto il suo splendore.

Ma andiamo avanti. Capisco che la piega brutal-porn-grind che ha preso ‘sta rubrica stia diventando quasi un marchio di fabbrica ma abbiate pazienza, ‘sta gente è un fiume in piena e poi quando uno trova una copertina come questa qui sopra come fa a non pubblicarla? Che io poi non ho la più pallida idea se questi gruppi esistano davvero, se abbiano un seguito, se c’è qualcuno che compri i loro dischi e se poi questo qualcuno vada a casa e si sorbisca quella che devo presumere sia una roba inascoltabile per il 99% della razza umana. Mi immagino la classica scena del ragazzetto che entra in un negozio di dischi e chiede alla commessa: <<Mi scusi signora, avete ancora la demo degli Abortion Autopsy?>>, <<Ma certo! Sei fortunato, guarda ho l’ultima copia proprio esposta in vetrina. Ecco a te giovinotto, il tuo bel Deep Throat. Fanno 20 euro>>. Clicca qui per vedere la copertina, ma sentiti libero anche di non farlo.

Chi non ha almeno un amico fissato con le giapponesi che serba in casa i peggiori video di tortura e bondage lo dica subito. La perversione per le donne orientali è molto diffusa ma, come quell’altra per i piedi e i peli sotto le ascelle, faccio fatica a comprenderla. Non so immaginare cosa debba scattare nella mente dell’italiano medio appassionato di anime e scolarette nipponiche. Dovrei chiedere a Matteo Ferri il quale, fine e stimato sociologo, è molto addentro a queste tematiche controverse e sicuramente saprebbe collocare la passione per le donne asiatiche di noi europei in un costrutto teorico geo-politico che va dalla Rivoluzione Culturale cinese ai metodi di tortura dei Khmer Rossi passando per il miracolo economico giapponese degli anni ’60. Si parla comunque dello split album tra i Bizarre Ejaculation e i Cock Splatter Anal e il disco si chiama 2 Ways To Choke a Whore. Qui la leggiadra copertina.

E come di consueto the winner is… Funeral Rape che con Porn Afterlife ci rappresentano una volta per tutte cosa ci aspetta nell’Aldilà (qui qui). Eeeh signori, adesso c’è da tirare in ballo i grandi pensatori del passato. La morte non esclude la sopravvivenza e ancora, la morte non è un male e non c’è più bisogno di negarla. Ma era chiaro. Secoli e secoli di filosofi che si lambiccavano inutilmente il cervello. Puah, bastava chiedere ai Funeral Rape ed evitare i pipponi nichilisti di Feuerbach, ad esempio. Macché mors dolorum omnium exsolutio est. E Socrate? Socrate sapeva benissimo a cosa stesse andando incontro. Anzi guardate, hanno ragione i cristiani a sostenere che la morte non esiste, è solo un momento di transito verso divine attività ludiche. Chissà che ne pensano a tale riguardo i seguaci della Chiesa Battista di Westboro (i quali, voglio ricordarlo, sono ancora a piede libero)… (Charles)

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