Pantera: il video di ‘Piss’

Di che si tratta lo saprete già: un po’ di tempo fa, mentre ricorreva il ventennale di Vulgar Display Of Power, Vinnie Paul annunciò di aver ritrovato la registrazione di un brano risalente alle sessioni di quel disco e rimasto chissà perché fuori dalla versione finale. Piss, a detta del batterista l’unico inedito dei Pantera esistente, finirà in compenso nell’edizione deluxe di Vulgar in uscita il 15 maggio, che conterrà inoltre un Dvd con i tre video promozionali girati all’epoca (Walk, This Love e Mouth For War) e sei pezzi live risalenti al Monsters Of Rock di Reggio Emilia del 12 settembre ’92. Nel frattempo era stato chiesto ai fan via facebook di spedire dei filmati dove scapocciassero al suono dei Pantera e il risultato è il video che trovate a fine post. Ovviamente non manca chi mima l’iconico cazzottone in faccia che appare sulla copertina di quell’incredibile platter.

Per chi con i texani ci è cresciuto la sola idea di poter ascoltare una loro traccia mai pubblicata è abbastanza da far venire i lucciconi. Un articolo per il ventennale di Vulgar avevo pure iniziato a buttarlo giù ma dopo un po’ lo avevo mollato. Troppe cose da dire. È dannatamente difficile spiegare cosa abbiano rappresentato i Pantera per i metallari della mia generazione. Quando eravamo ragazzini Metallica e Maiden erano già storia. Cowboys From Hell  invece era uscito più o meno quando noi trentenni di oggi stavamo muovendo i primi passi nel meraviglioso mondo del metallo pesante. Erano qualcosa di nostro, come i Sepultura. Solo che i Sepultura, quelli di Chaos A.D., erano in fondo uno dei tanti gruppi che avevano raggiunto l’apice del successo commerciale aggiornando la loro proposta una volta che Dimebag Darrell aveva sconvolto la scena rock tutta con un suono di chitarra mai sentito in precedenza e destinato a essere replicato e diventare canone per tutti gli anni a venire. La chitarra di Dimebag è stata il sound dei ’90 ed è fondamentalmente questo ad aver reso i Pantera il gruppo più importante di quel decennio. Senza di loro i Fear Factory non avrebbero mai inciso un Demanufacture, Meshuggah e Konkhra sarebbero rimasti ordinari act death metal, i Machine Head non sarebbero nemmeno esistiti e manco i Korn e i Rage Against The Machine sarebbero stati gli stessi.

Ma la vera ragione per cui i Pantera ci mancano così tanto è un’altra. Rappresentavano una maniera di vivere questa musica che resta l’unica che riesco a concepire ma che oggi fatico a intravedere nelle nuove generazioni più o meno infighettite o hipsterizzate. Se da ragazzino il tuo idolo era Phil Anselmo (uno che vendeva dischi a palate, immagino abbia abbastanza soldi da sistemare la famiglia fino alla quinta generazione ma è sempre rimasto fino all’ultimo il solito adorabile buzzurro ubriacone del sud degli Stati Uniti che tutti vorremmo al nostro fianco in una gara di alcol) vicende come quella dei Furor Gallico non possono non lasciarti basito. Perché i Pantera sono stati davvero una di quelle due o tre band senza le quali sarei probabilmente una persona diversa, forse il mio vero gruppo di formazione. Erano uno stile di vita. Quello di chi tira avanti diritto per la propria strada qualsiasi cosa succeda, fottendosene di tutto e tutti, cadendo mille volte e mille volte rialzandosi, forever stronger than all. (Ciccio Russo)

E ora stappiamoci una birra in onore di Dimebag e spariamoci ‘sta randellata:

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