BLIND GUARDIAN – Memories Of A Time To Come (Nuclear Blast)

Memories Of A Time To Come sta ai Blind Guardian attuali come Forgotten Tales stava ai BG di quindici anni fa. Un parallelo impietoso, dato che quello uscì dopo Imaginations From The Other Side, cioè esattamente un attimo prima che la loro parabola (se non creativa, quantomeno qualitativa) principiasse, lentamente ma inesorabilmente, a scendere. Era un tempo in cui i Blind Guardian erano ancora i Blind Guardian, in cui stavano costruendo la propria storia, ed erano ancora in condizione di cambiarne il corso compiendo delle scelte. Adesso non più; e quando vanno a toccare il proprio passato, lo fanno dall’esterno.

Perché? Perché continueranno anche a fare dei dischi gradevoli, ma concettualmente sono un gruppo finito, bollito, dei dinosauri che non esistono più nel senso in cui esistevano quindici anni fa, senza iniziativa a livello strutturale, senza non dico la forza per cambiare, ma neanche la capacità di rimanere sé stessi. Ciò che rimane è una coazione a ripetere nella disperata e insieme rassegnata speranza di replicare qualche riflesso dell’antica scintilla. A volte, sempre più raramente, ci riescono; ma vederli arrancare così mette davvero parecchia tristezza addosso. I Blind Guardian hanno ceduto le armi, diventando uno dei tanti gruppi dello scintillante e adolescenziale roster Nuclear Blast. Rinvio alla mia recensione di At The Edge Of Time non tanto per il mio scritto quando per il meraviglioso commento del lettore Eugenio sul discorso delle copertine come simbolo del declino artistico della band; perché non saprei dire di meglio di quanto abbia fatto lui in poche righe.

Per tutti questi motivi, il remixing dei vecchi pezzi puzza di blasfemia, come se Michelangelo a ottant’anni e in piena demenza senile avesse preso una scala e si fosse messo a ritoccare la Cappella Sistina. Il sentimento generale non sarebbe stato “Ma sì, certo qualcosa si potrà anche migliorare, gli strumenti moderni, le ombreggiature più sfumate, qualche personaggio troppo realistico, si può rinfrescare il tutto, e poi è suo diritto, in  fondo l’ha dipinta lui, appartiene a lui, chi siamo noi per questionare”; sarebbe stato più una cosa tipo OU GUARDA QUELLO CHE CAZZO STA FACENDO FERMALO FERMALO FERMALO. Qua il remixing è pesante, tanto che certi pezzi ne escono completamente stravolti. Il fatto è che ogni disco dei Blind Guardian, almeno fino a A Night At The Opera, fa storia a sé; prendere dei pezzi a caso e farne un restyling vuol dire appiattirli, decontestualizzarli, e quel che è peggio farlo secondo il criterio dei BG di adesso, che come detto sopra non hanno nulla a che vedere con quelli di dieci, quindici, venti anni fa. 

Facciamo degli esempi. I pezzi da Nightfall In Middle-Earth: d’accordo che la produzione di quel disco non è il massimo; sarà moscia, caotica, di sicuro perfettibile, va bene; ma qui addirittura nella titletrack vengono eliminati dei controcori e delle sovraincisioni, distruggendo l’essenza stessa del disco e cioè la sua struttura narrativa, (appunto) corale, oltrechè privando il pezzo delle sue parti -a mio parere- migliori. Mirror Mirror invece è stata resa estremamente scarna, quasi fosse uscita da Imaginations From The Other Side, con le chitarre appesantite e la sezione ritmica messa in primissimo piano. Il peggio però viene fuori dai pezzi tratti da Somewhere Far Beyond e Tales From The Twilight World, nei quali sono andati a smanettare sui ritornelli. Che poi i Blind Guardian ce l’hanno sempre avuta, la fissazione che SFB fosse prodotto male. Sicuramente è prodotto in maniera atipica, ma non riuscirei a immaginare quelle canzoni in nessun altro modo se non ammantate di quell’atmosfera onirica, crepuscolare, intimista. Cercare di ripulire quel disco è irresponsabile, vuol dire non avere coscienza di che razza di disco unico e irripetibile è quello; o forse non riuscire ad ammetterlo, dato che -visto l’astio che provano verso quel suono- a quanto pare è tutto merito del produttore. Bright Eyes fortunatamente non è stata toccata più di tanto. Non ho capito bene il senso di remixare pure i pezzi degli ultimi due dischi, sicuramente devo essere una persona molto stupida perché davvero ci penso da giorni e non ne capisco proprio il senso.

Ovviamente tutto questo lo sento io che adoro i vecchi Blind Guardian più dell’aria che respiro e che conosco ogni minimo solco della loro produzione meno recente; perché capisco che moltissimi neanche si renderebbero conto delle differenze. Questo per dire che Memories Of A Time To Come è un’operazione del tutto inutile. Inutile per i die-hard fans, per i motivi che ho espresso prima; inutile per tutti gli altri, perché a sto punto bastava fare un best of e buona lì.

Non ho la forza per commentare adeguatamente i quattro pezzi totalmente risuonati per l’occasione, per i quali spenderò giusto qualche parola: The Bard’s Song – In The Forest (BASTA! AVETE ROTTO IL CAZZO!); The Bard’s Song – The Hobbit (una delle mie canzoni della vita, qui in versione tamarra e blastona, quando al contrario traeva la sua ragion d’essere proprio dal particolare suono notturno di SFB); Valhalla (questa devo ammettere che almeno è divertente, hanno pure richiamato Kai Hansen) e And Then There Was Silence (una porcata assurda, senza dilungarsi più di tanto sulla totale assurdità di risuonare un pezzo del genere).

L’unica cosa bella di MOATTC è il terzo disco: qui ci sono sia i primi due demo di metà anni ottanta a nome Lucifer’s Heritage (che giravano in bootleg ma mai rilasciati ufficialmente in cd), sia varie versioni demo di pezzi dei BG che si trovavano solo su alcuni singoli, ormai introvabili. Ironicamente, questo è a tutti gli effetti un bonus cd disponibile solo nell’edizione limitata, quindi bisogna anche sbrigarsi altrimenti finisce. Bello eh? Disco NONSENSE dell’anno. (barg)

 

27 commenti

  • concordo pienamente con trainspotting! operazione non solo inutile (i BG hanno la discografia meno adatta ad un best of che si possa immaginare), ma anche realizzata maluccio oppure malissimo (cristo, è evidente che Nightfall è già perfetta così!)

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  • Un vero peccato per una band che in passato non ha sbagliato un colpo… Penso che a certi punti sia meglio lasciare mantenendo intatto il proprio nome al top… DI questa ultima uscita sinceramente non se ne sentiva proprio il bisogno…

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  • Ciao Barg,
    come sempre la tua dialettica è insuperabile :-) mitico!!!!!!
    Comprensibilissima recensione soprattutto vista nell’ ottica di un fan totalmente innamorato dei Blind Guardian dei tempi d’ oro, giusto per fare l’ avvocato del diavolo vorrei porti un quesito:
    questa raccolta secondo te potrebbe piacere a qualcuno che non ha mai ascoltato o seguito i Blind Guardian?
    ciao

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      • Bhe non essendo.brani inediti in qualche modo lo è …

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      • beh oddio, ‘nightfall’ è stata proprio stravolta per esempio, mancano del tutto alcune melodie, ed è solo l’esempio più eclatante. c’era un mio amico fan terminale degli ac/dc che sosteneva che il live del 1992 fosse un best of, e l’unico best of possibile per gli ac/dc. io non concordo proprio come concetto, ma se la vedi in quel senso sì, anche questo è un best of. tra parentesi l’intera discografia dei BG è uscita pochi anni fa in edizione rimasterizzata; e in un best of i pezzi al limite si rimasterizzano, di solito non ci si va a smanettare sopra…

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      • Hai perfettamente ragione… Sono operazioni che neanche a me piacciono.. I pezzi storici non vanno mai risuonati.. show no mercy suona come un sacco di merda ma se gli.slayer lo.risuonassero mi verrebbe il vomito solo all’ idea …

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  • non ho sentito una nota degli ultimi Blind dal tempo di un ascolto al volo di “A twist in the mith”, che però schifo non mi aveva fatto…diciamo che dispiace vedere scendere sempre di più un gruppone di quelli della vita, ma se le loro uscite permettono a barg vette altissime come quella su michelangelo possono continuare a fare qualcosa ogni tanto…
    che poi barg, te lo disse Hansi stesso in una vecchia intervista che avevano dovuto adattarsi alle “richieste dei fan”: sarebbe da chiedersi che tipo di fan è quello che pretende che il proprio gruppo/artista preferito uccida la propria creatività e ripeta se stesso diventandone una caricatura(anche fatta maluccio magari)…
    cioè si sono messi d’impegno a ri-registrare TUTTA “AND THEN THERE WAS SILENCE”?? non ci si crede. per me questa robba non è mai esistita, continuerò ad intonare “Journey through the dark” alla terza doppio malto come faccio da sempre e basta, morta lì.
    sarebbe da fare un gruppo in cui ci si rifà “Immaginations from the other side” con il testo appositamente redatto per riferirsi a BG stessi…

    No one’s there to keep alive
    All these fairy tales

    cioe, tutta “and then there was silence”, tutta, non ci si crede…

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  • Che poi l’unica vera The Bard’s Song – In The Forest è quella su Forgotten Tales con l’intro in tedesco e la gente che canta che te la immagini con birra da 1 litro in mano e salsiccie intorno al collo

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  • davvero triste… e pensare che sono stati la colonna sonora della mia adolescenza. non mi stupirei di vederli in giro coi dimmu borgir

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  • Sono abbastanza d’accordo sull’analisi dell’evoluzione dei BG, ahimè. Però The Forgotten Tales era una roba un po’ diversa da sta qua, nel senso che aveva quasi tutte cover più alcuni pezzi totalmente riarrangiati (ad es. versioni acustiche – molto belle tra l’altro) Qui invece sembra più una minestra riscaldata, tipo undici remix. Io poi sono il tipo che non sente mai la differenza fra un remix e un originale, cioè mi sembrano sempre uguali, boh.

    Spero che almeno nella ri-registrazione Hansi sia sceso a cantare su registri che gli sono propri: io di ascoltare un album come A night at the opera in cui lui strilla altissimo, e poi sentirlo dal vivo sussurrare 3 ottave più sotto, non ne posso veramente più…

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  • veramente michelangelo aveva un bel po’ di annetti quando ha dipinto il giudizio

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  • lafessadesoreta

    Chiaramente d’accordo su tutto.

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  • boh, io stanotte non dormo, “I’m alive” sto cazzo

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  • Beh, dopo aver sentito i pezzi su you tube, posso confermare tutto della recensione. Una compilation nemmeno brutta, ma proprio triste, inutile, sbagliata. Sentire The Hobbit rifatta a quel modo mi fa lo stesso effetto di sentire i Rolling Stones che fanno i ragazzini trasgressivi a 60 anni, solo fiacchezza e mancanza di amor proprio. Valhalla poi è offensiva. Sono riusciti a peggiorare l’impeggiorabile. Il discorso che fai nella recensione a proposito del sound di SFB diventa ancora più vero – e più drammatico – dopo aver riascoltato la versione odierna. Lacrimuccia.

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  • Io dico solo una cosa: Nuclear Blast, secondo me molti dei problemi dei Blind sono arrivti con loro, essendo che hanno in mano il mercato del metal più di molti altri credo che abbiano in un certo senso corrotto la semplicità che avevano prima i blind.

    Questa raccolta album l’ho presa per dare un ennesima chance… e sinceramente se è una raccolta non capisco perchè mettere canzoni degli ultimi album e tralasciare pezzi molto belli che anche live è difficile sentire (es, when sorrow sang, a quest for tanelorn ecc…), inoltre non capisco perchè rifare sempre i soliti pezzi come the bard’s song in the forest, che ne hanno 2.590 versioni in altrettanti cd…

    Non ho dubbi che ci sia lo zampino di chi gestisce il marketing e quindi ritorno al nome che ho detto all’inizio.

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