Senti come pompa: BLOOD STAIN CHILD – Epsilon (Coroner records)

Ognuno ha le sue perversioni musicali. Quelle cose che ascolti preferibilmente se non c’è nessuno in giro, o comunque che non comprendi nell’elenco quando ti si chiede che musica ascolti. La mia perversione musicale è l’eurodance tamarra, quella tipica dei rave nordeuropei o delle giostre delle feste patronali. Eh lo so, è un mondo difficile. La regola vuole che un metallaro non debba ascoltare questa roba; gli ascolti dei metallari al di fuori del metal grossomodo coincidono: e se ascoltare, che so, La Locanda Delle Fate o Guccini o i Bauhaus è considerato socialmente accettabile, ascoltare Basshunter farebbe calare a picco la scure dell’ignominia sulla tua onorabilità di metallaro. Comprensibile dunque che io non sbandieri in giro la cosa, diciamo; solitamente ne parlo solo se qualcuno mi chiede un’opinione o se proprio capita il discorso. A tutto questo si aggiunga la mia fissazione per certo metal finlandese di vario genere che in qualche modo discende dal modo di intendere il metal dei Dark Tranquillity (dai Battlelore ai Norther ai Before The Dawn fino ai Korpiklaani, per citare quattro gruppi che la gente considera merda pura e dai quali io non potrei prescindere); cosa, quest’ultima, che io non considero affatto una perversione, ma che molti considerano tale. Da poco però la mia vita è cambiata, perché ho scoperto i Blood Stain Child.

Chi sono i Blood Stain Child. I Blood Stain Child sono un gruppo visual-kei giapponese nato a fine anni novanta e che agli inizi suonava death metal melodico. Questo succedeva appunto agli esordi, perché già dal precedente Mosaiq si sono messi a suonare questo: 

Come se qualcuno fosse entrato nel mio cervello e avesse scoperto quali sono le corde da toccare per stuzzicare i miei più bassi istinti musicali. Certo ci hanno provato anche i Morbid Angel con Too Extreme!, però preferisco ricordare i tentativi –con finalità, modi e risultati diversi- di Funeris Nocturnum, And Oceans o primi Rammstein. Ma quelli erano solo timidi abbozzi di tentativi, qui siamo su un pianeta totalmente diverso. Innanzitutto perché questi sono giapponesi, quindi totalmente estranei a qualsiasi schema musicale che noi diamo per scontato; e poi perché qui l’eurodance (nella fattispecie, eurotrance) non è semplicemente un’influenza o un contorno: è parte integrante della composizione, ed è presente sempre, anche quando sembra stiano suonando tutt’altro, è presente come struttura e come approccio ai pezzi, come atmosfere, come tipo di climax e come modo di aprire e chiudere le melodie.

Insomma, siamo di fronte ad un nuovo genere musicale: il truzzometal. Una volta sentii un gruppo russo che era arrivato alla stessa intuizione, ma il risultato era talmente imbarazzante da non poter essere preso in considerazione. Quando mi ricorderò il loro nome posterò il video (avevano fatto anche un video), ma giusto per dovere di cronaca. Epsilon nello specifico vede l’ingresso nel gruppo di una voce femminile al fianco del cantante in screaming e una specie di normalizzazione del suono rispetto al disco precedente, che alternava una più spiccata discendenza Dark Tranquillity e una presenza trance più pura ma conseguentemente un po’ più scollegata col contesto. Per fare un esempio pratico è un po’ quello che è accaduto con i primi tre dischi dei Nile e le partiture mediorientali. Epsilon è più eterogeneo, non c’è un pezzo più rappresentativo degli altri; Stargazer è la più bella ma è anche la più radiofonica, cantata dalla sola Sophia e totalmente priva di qualsiasi influenza estrema, per struttura e songwriting rigidamente una tipica canzone di eurodance nordeuropeo suonata però con strumenti musicali rock. D’altro lato pezzi come Sirius VI sono più classicamente presentabili come metal, coi riffoni, le accelerazioni, gli stop’n’go e tutto il resto; e una Dedicated To Violator potrebbe tranquillamente passare in un rave di Eindhoven e le chitarre distorte di sottofondo sarebbero considerate giusto una piacevole variazione sul tema.

Non molto altro da dire; la dignità l’ho persa con questo outing, quindi in calce aggiungo che Epsilon è il primo disco dei BSC uscito sotto l’italiana Coroner records. Ah, e quella che vedete lì sopra è la copertina; evidentemente quando sono entrati nel mio cervello hanno anche scoperto che mi piace Final Fantasy. (barg)

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