Formidabili quegli anni: DARKTHRONE, AGALLOCH, ROTTING CHRIST

Tre gruppi piuttosto della madonna se ne sono recentemente usciti con delle raccolte di vecchi ep e demo; e noi, ovviamente, raccogliamo le tre recensioni in una sola.

Iniziamo con The Sempiternal Past dei DARKTHRONE, che riunisce i primi quattro demo, tutti usciti tra l’88 e l’89 e rimasti sempre facilmente reperibili su bootleg: Land of Frost, A New Dimension, Thulcandra e Cromlech. Ovviamente i Darkthrone all’inizio suonavano tutt’altro genere, quindi è chiaro che qui il valore storico è piuttosto relativo. Pur potendo quasi parlare di un’altra band rispetto a quella che sarebbe venuta fuori con A Blaze In The Northern Sky, i demo qui raccolti sfiorano spesso picchi piuttosto alti. Land Of Frost ha degli ottimi pezzi (specialmente Odyssey Of Freedom e Day Of The Dead), che iniziano ad abbozzare il particolare death metal onirico e primordiale poi definitivamente cristallizzato nel debutto.

Molto interessante anche il secondo demo, composto unicamente dai nove minuti di Snowfall, una specie di (per l’epoca) strano esperimento che per certi versi rimarrà un unicum della carriera dei Darkthrone: piena di cambi, spesso arpeggiata, dinamica, quasi un incrocio tra i Black Sabbath, i Celtic Frost e gli Obsessed. I pezzi di Thulcandra e Cromlech sono finiti quasi tutti su Soulside Journey. Completano il tutto un paio di bonus track dal vivo (!) registrate durante uno spettacolo televisivo (!!) e una rimasterizzazione di God Of Disturbance And Friction, originariamente edita su una compilation della Moonfog del 2000. Caldamente consigliato a tutti gli aficionados del Demonio.

WhiteDivisionGrey raccoglie due ep degli AGALLOCH: The Grey, del 2004, e The White, del 2008. Sono entrambi stilisticamente molto diversi dallo stile dei full, come del resto da tradizione della band di Portland (a memoria in tutta la loro discografia fa eccezione solo la titletrack di Of Stone, Wind And Pillor del 2001, che sembra uscita da Pale Folklore). I due dischi sono molto diversi. The Grey era originariamente un mini di due soli pezzi, che qui vengono affiancati da tre bonus track. A parte l’opener (un pregevole rifacimento di The Lodge dilatato e ipnotico) si trova poco e nulla del loro stile usuale, essendo questo un esperimento tra noise, ambient, feedback a manetta e un bel po’ di spaccamento di palle. Diversissimo il discorso di The White, che si concentra sul lato acustico e intimista della band con sette pezzi fondamentalmente neofolk, impreziositi da una cover di Haunting Birds da parte dei Nest, coi quali c’era stato uno split ep anni fa. The White non è insensato e incomprensibile come The Grey, ma alla fine spacca le palle uguale. Il fatto è che gli Agalloch fino al 2006 sono stati uno dei più grandi gruppi della storia della musica con le chitarre, ed è difficile accontentarsi di queste briciole. Certo col senno di poi erano meglio gli arpeggini e le menate hippie di The White, ma quella è colpa della gente con gli occhiali.

E infine Early Days, che raccoglie tre uscite dei ROTTING CHRIST a cavallo tra gli ottanta e i novanta: i due demo Satanas Tedeum e Ade’s Winds, e l’ep Passage To Arcturo. Satanas Tedeum (1989) è stato riedito più volte, e fa intuire vagamente le potenzialità dei greci che sarebbero esplose pochissimo dopo. Si sta parlando di un documento storico dalla valenza incommensurabile, uno dei primissimi vagiti della scena greca, che creò un modo mediterraneo di fare black metal quando quest’ultimo ancora non era stato canonizzato. Ma, a parte l’importanza storica, pezzi come The Hills Of Crucifixion, The Nereid Of Esgalduin e The Sixth Communion sono impressionanti anche riascoltati adesso.

Ade’s Winds (1992) contiene tre pezzi che poi finiranno sul debutto Thy Mighty Contract, mentre su Passage To Arcturo (1991) non penso ci sia moltissimo da dire: è il loro primo ep, già facilmente reperibile prima di questa ristampa, ed è il primo mattoncino di una carriera in cui i greci non hanno mai sbagliato un disco (a parte l’incomprensibile AEALO di un paio d’anni fa, anche se al Socci piacque pure quello). Qualche anno fa andai ad un concerto dei Rotting Christ, per il tour di Theogonia. Era un periodo del cazzo (ho l’abbonamento), e vederli dal vivo fu meglio di quaranta sedute dallo strizzacervelli, dato che sono uno dei miei gruppi preferiti. Insomma alla fine ero piuttosto brillo, fisicamente a pezzi e senza voce perché avevo cantato tutto il tempo; quando Sakis scese dal palco lo abbracciai e gli dissi la seguente frase, in un inglese improbabile:

“after Darkthrone, you are the the best extreme metal band in the world”

Glielo dissi sinceramente; ero emozionato. Lui mi guardò, capì che ero serissimo, mi sorrise, mi allungò una Moretti e ci bevemmo una birra insieme. Sapete quei gesti apparentemente stupidi che però capitati al momento giusto ti risolvono un intero periodo storto? E niente, questo. E io sono contento che per me queste cose siano legate ai Rotting Christ anziché alle cose che di solito segnano le vite delle persone normali. (barg)

20 commenti

Lascia un commento